Settimana interessante quest'ultima, con diverse anteprime a fare la parte del leone nel mare delle nostre pubblicazioni. Si è partiti con la sorpresa del nuovo action di Bethesda, Hunted: The Demon's Forge per poi passare al grande ritorno della Formula 1 dopo diversi anni di oblio. Ma non sono comunque mancate le recensioni con titoli di grande importanza come Metro 2033, lo sparatutto in prima persona post atomico, ambientato nella metropolitana di Mosca, Yakuza 3, il terzo capitolo della saga dedicata al mafioso dal cuore d'oro Kazuma Kiriu e Resonance of Fate, atteso jRPG dei Tri-Ace, i ragazzi con alle spalle titoli come Star Ocean e Infinite Undiscovery. Tutti col fiato sospeso lunedì mattina e poi alle 16 la pubblicazione. Scritto da Pierpaolo Greco in persona il provato di Hunted: The Demon's Forge, titolo prodotto da Bethesda ma realizzato dai ragazzi di inXile Entartainment: è stato una sorta di fulmine a ciel sereno, nulla era trapelato finora di questo interessante mix che innesta le meccaniche copri e spara alla Gears of War nel corpo di un dungeon crawler fantasy tutto uccidi e saccheggia alla Diablo. Il cuore del gioco, estremamente lineare ma con una buona profondità in fatto di upgrade e poteri magici è la modalità cooperativa. Si parte all'avventura sempre in due nei panni del barbaro Caddoc e dell'elfa arciere Elara, ognuno con caratteristiche, potenziamenti e armi distinti e ben congegnati. L'intelligenza artificiale sembra essere ben sviluppata quando si è da soli garantendo una buona esperienza di gioco, ovviamente giocando in due il gioco acquista spessore e tatticismo. Questa prima uscita di Hunted: The Demon's Forge ci ha regalato buone sensazioni, anche grafiche visto che il gioco sembra spremere per bene l'Unreal Engine, in attesa che la data di uscita acquisti una certa nitidezza, vi invitiamo a continuare a tenere d'occhio il gioco, magari in concomitanza col prossimo E3.
Il drago da 900 cavalli
Visto che la Ferrari ci ha dato la prima gioia dell'anno, ecco il nostro provato di F1 2010 di Codemasters, che finalmente ci fa provare l'ebbrezza dei 300 orari dopo che per troppo tempo siamo rimasti digiuni di mostri da 900 cavalli. Oltre a un comparto tecnico di tutto rispetto che si fregia del motore di Dirt 2, il gioco sembra rinfrescare la classica modalità carriera grazie all'inserimento di alcune feature decisamente interessanti.
Sorprende l'importanza data ai box, veramente capace di stravolgere il risultato della gara. Come nella realtà infatti, la corsia rappresenterà un luogo dove si potrà decidere la sorte di una corsa o dell'intero campionato. Il sistema di intelligenza artificiale messo a punto da Codemasters infatti, gestirà non solo i piloti e le vetture, bensì anche il team che potrà quindi essere sorpreso da una fermata non pianificata, avere difficoltà a sostituire un pezzo rovinato da un contatto o restare in balia delle altre variabili in gioco. Inoltre sempre parlando di intelligenza artificiale il circus della F1 impegnerà il pilota in una serie di varianti del tutto credibili. Durante la carriera si potranno creare rivalità tra piloti, si dovrà riuscire ad attirare su di sé l'attenzione dei media, presentare le novità meccaniche e gestire le conferenze stampa, esattamente come devono fare un team e un pilota professionista. Sembra insomma che il lavoro di Codemasters possa finalmente proporre qualcosa di nuovo, non fermandosi semplicemente a un mero aggiornamento estetico, ma ricreando tutti i momenti del weekend di gara. C'è molta carne al fuoco, a settembre vedremo se tutto sarà stato cotto a puntino. Il quarto capitolo sta per arrivare nei negozi giapponesi, noi, intesi come giocatori occidentali, possiamo finalmente mettere le mani sul terzo capitolo di Yakuza, la saga di Sega (scusate il gioco di parole) con protagonista Kazuma Kiriu, il Drago dei Doujima e quindi senza esserci addentrati nei meandri dell'import, siamo finalmente usciti con la nostra recensione.
Il gioco è una festa per tutti gli amanti del Giappone, sprizza cultura e costume del Sol Levante da ogni pixel, ma per nostra fortuna non sembra alienarsi i gusti di quelli che storcono il naso di fronte a un eccesso di "giapponesità". I problemi sono altri, ma nonostante tutto il gioco ci è piaciuto, grazie soprattutto allo stile, al divertimento nei combattimenti e al buon sviluppo del personaggio. Magari molti potrebbero non apprezzare la prima parte casalinga tra i ragazzini dell'orfanotrofio e un ritmo fin troppo altalenante con tediosi scontri casuali, ma quando di notte si bighellona tra le mille luci della città, indecisi tra un karaoke, un cicchetto al bar e un giro in sala giochi, si è ripagati abbondantemente del prezzo del biglietto. Un 8.2 che ci sta tutto, ma ci aspettiamo da Sega un bel rinnovamento nei suoi prossimi lavori.
Nel buio della Metro
Dopo l'abbuffata della tredicesima fantasia finale torniamo a parlare di jRPG con la recensione di Resonance of Fate, un titolo che è passato un pò in sordina vista l'attesa per il peso massimo di Square-Enix, ma che invece nasconde interessanti caratteristiche. Tri-Ace sembra aver fatto un buon lavoro per dare una caratterizzazione originale alla sua creatura, niente mondi fantastici, niente maghi nè spade, ma una tetra città dal sapore steampunk in cui i nemici si combattono a colpi di armi da fuoco e mosse acrobatiche e dove passare molto tempo a parlare con gli NPC facendo decine di missioni secondarie, con buone possibilità di esplorazione.
In più il sistema di combattimento sfrutta un mix tra tempo reale e a turni, molto profondo e strutturato, che si basa sullo spostamento e sul fuoco dei tre personaggi in battaglia con un'action gauge che ricorda quella di Valkyria Chronicles. Difficile e impegnativo, ma nello stesso tempo gratificante e molto divertente. La settimana si è quindi conclusa con l'enorme recensione di Metro 2033, titolo spuntato fuori praticamente dal nulla grazie all'accoppiata di 4A Games e THQ. Lo sviluppatore russo che annovera tra le sue fila alcuni degli ex programmatori di GSC Game World che lavorarono sul primo S.T.A.L.K.E.R. ce l'ha messa veramente tutta per convertire l'enorme e omonimo romanzo di Dmitry Glukhovsky in uno shooter in prima persona lineare, affascinante ed estremamente immersivo. Purtroppo non sembra essere esente da difetti e il nostro Pierpaolo, supportato da Umberto Moioli, affibbiando un importante ma non eccezionale 8.5 alla recensione del gioco, ha evidenziato nel dettaglio tutte le problematiche che affliggono il gioco, soprattutto per quello che riguarda la componente shooting. Una lettura molto approfondita che consigliamo a tutti quelli che sono alla ricerca di un piacevole FPS per PC e Xbox 360.