Versione testata: PlayStation 3
Isaac Clarke, ingegnere sopravvissuto già una volta agli incubi creati da Visceral Games, si risveglia dal coma nella futuristica città di The Sprawl, un ritorno alla vita a cui seguiranno nuovi orrori e una battaglia su due fronti: contro i necromorfi, aberrazioni dal lento ma implacabile incedere, ma anche contro le autorità che vigilano su quell'ammasso di strutture tecnologiche disperse in mezzo al vuoto cosmico, una forza più sfuggente ma altrettanto pericolosa.
Le premesse per fare dell'avventura raccontata in Dead Space 2 qualcosa di imperdibile sembrano esserci tutte ma, in occasione dell'Electronic Arts Showcase, evento organizzato per mostrare l'intera - o quasi - linea di giochi in sviluppo sotto l'ala del colosso americano, si è preferito tornare sulla componente multiplayer, da noi già raccontata qualche tempo addietro a seguito di un provato esclusivo tenutosi in quel di San Francisco. Dismessa la tuta del protagonista abbiamo quindi vestito quella dei suoi omologhi costretti a portare a termine qualche difficile obiettivo, prima, per poi alternarli con l'uso dei brutali nemici posti a sventarne i piani.
Nel nome di…
Scendendo al livello del gameplay nudo e crudo, la componente multiplayer competitiva di Dead Space 2 è quasi una copia carbone di quanto fatto da Left 4 Dead: agli umani è richiesto di collaborare quanto più diligentemente possibile per sopravvivere agli attacchi dei necromorfi, in grado di rigenerarsi in qualche angolo oscuro della mappa per poi attaccare sfruttando le loro abilità speciali. Anche soffermandoci su questi ultimi, le quattro categorie in cui sono divisi comprendono mostruosità come il Puker, sempre pronto a vomitare un acido letale, e il Pack, che punta tutto sulla forza fisica e l'attacco diretto. La sensazione di essere prossimi a quanto fatto da Valve è quindi forte, svanendo in parte nel momento in cui si alza l'obiettivo del proprio sguardo per cercare di cogliere, oltre alle singole meccaniche, l'esperienza che vuole essere offerta sul lungo termine: dove L4D punta unicamente sul concetto di sopravvivenza, declinandolo in modo meravigliosamente hardcore, l'oggetto di questo provato si offre come qualcosa di più accessibile ma con una spolverata di suggestioni provenienti da altri prodotti, come le mappe e il sistema di crescita.
Le prime saranno cinque in totale, tutte a obiettivi e ciascuna con un tipo di scopo diverso da perseguire per gli umani: se i giocatori impegnati a controllare i necrofori si impegneranno infatti a bloccare i loro nemici qualsiasi mappa stiano giocando, i novelli Isaac Clarke dovranno ad esempio raggiungere un oggetto nelle profondità di una miniera e difenderlo per un dato tempo, in Titan Mines, mentre sarà necessario che trovino la giusta coordinazione per aprire cinque serrature elettroniche sequenziali sparse per i corridoi di una stazione spaziale, in Solar Array. L'acquisizione di punti esperienza, che saranno raccolti in un indicatore unico per ciascun giocatore unendo quanto fatto con entrambe le fazioni, sarà invece molto vicino a quello implementato nella gran parte degli sparatutto degli ultimi anni, con nuove armi - su un totale di sei - e potenziamenti per le stesse disponibili da una parte e miglioramenti per i poteri innati di ciascun necromorfo, dall'altra; ci saranno anche gratificazioni secondarie sotto forma di nuove tute, colorazioni diverse e altre chicche estetiche, come da copione. Pad alla mano quanto descritto funziona esattamente come ci si aspetterebbe, con l'inevitabile calo grafico rispetto all'avventura per singolo giocatore che non interferisce con una giocabilità più che buona, già nota come detto sotto alcuni punti di vista ma con delle peculiarità legate alle armi e al tipo di controllo che Dead Space 2 porta in dote dal primo capitolo. Un extra interessante, insomma, che all'uscita del gioco il prossimo anno dovrebbe rendere più vario un prodotto che punta altrove la grande parte delle sue attenzioni ma prende sempre più corpo come pacchetto a tutto tondo.
CERTEZZE
- Le cinque mappe a obiettivi, tutti diversi, sono decisamente più coraggiose del solito team deathmatch
- Entrambe le fazioni divertono e sembrano ben rispecchiare le rispettive peculiarità
- Un'aggiunta interessante al cuore dell'offerta, l'avventura single player
DUBBI
- I punti di contatto con Left 4 Dead e soci sono nettissimi, facendolo mancare di originalità
- Ci sono titoli ben più focalizzati sul comparto multigiocatore che lo renderanno superfluo per molti
- Piuttosto netto il downgrade grafico in multiplayer