Versione testata: Xbox 360
Annunciato un po' a sorpresa, questo spin-off della saga di Resident Evil gioca la carta nostalgica, riportandoci indietro agli eventi del secondo e terzo capitolo. Proprio come suggerito dal titolo, l'azione si svolge interamente nelle strade e gli interni di Raccoon City, ormai storica location della serie giapponese, devastata dal T-Virus. La storia la conosciamo già tutti molto bene, l'abbiamo vissuta dagli occhi di Claire Redfield, Leon S. Kennedy e Jill Valentine, vi chiederete quindi cosa hanno escogitato gli sviluppatori per catturare la nostra attenzione. Molto semplice, calandoci nei panni dei soldati dell'Umbrella, la famigerata multinazionale farmaceutica in realtà impegnata nella sperimentazione di armi biologiche. Raccoon City è completamente invasa dagli zombie, vittime del già citato T-Virus, e le forze speciali dell'esercito. Il nostro compito consiste nel cancellare ogni prova compromettente nei confronti dell'operato della società. Il punto di vista dei cattivi in buona sostanza!
Tutta mia la città
Questo è a grosse linee l'incipit di Resident Evil: Operation Raccoon City, a tutti gli effetti una diversa interpretazione della saga, con notevoli modifiche al sistema di gioco palesemente mutuate da altri prodotti oggi molto in voga, Gears Of War in primis. Non si tratta di un prodotto curato internamente da Capcom, ma da Slant Six Games, i programmatori della serie di SOCOM. Un particolare che getta già dei concreti indizi sulla nuova impostazione. Per la prima volta nella saga viene presentato un team completo di soldati, suddivisi in classi migliorabili per sviluppare precise capacità da utilizzare in gioco. Oltre al mitico Hunk troviamo un simpatico agglomerato di ex-militari più o meno problematici, la U.S.S. Squad, che annovera medici, specialisti in azioni di spionaggio e infiltrazione, artiglieri e scienziati.
Abbiamo avuto l'occasione di provare accuratamente il single player dal preview code, basato su una serie di missioni che raccontano gli eventi del gioco. Ognuna viene sempre affrontata in quattro giocatori, virtuali e non, e l'impostazione survival horror cede il passo a un ritmo action quasi interamente imperniato sulle sparatorie e la collaborazione, lasciando invariata l'inquadratura in terza persona. Ogni missione viene preceduta da un briefing che ne descrive gli obiettivi, successivamente si passa al menu di selezione dei personaggi. Una parte questa molto importante nell'economia del gioco, dal momento che vengono stabiliti i quattro soggetti da portare in campo da una rosa di sei. Qui è anche dove vengono acquistate le singole capacità per ogni elemento, attraverso i punti esperienza che è possibile accumulare nel gioco stesso. Si possono decidere anche le armi da portare con se' (due a testa) e acquistarne eventualmente di nuove con lo stesso sistema sopra elencato. Non è difficile da questo intuire l'implementazione di timidi elementi sia RPG che di farming, visto che l'esperienza accumulata fa crescere il team di livello. Non è ancora dato sapere come questa caratteristica verrà sviluppata nelle modalità online, che vi sveleremo in sede di recensione.
Giochiamo a fare la guerra?
Vogliamo spendere ancora qualche parola sulle abilità peculiari dei personaggi, un elemento decisamente nuovo nell'universo di Resident Evil, da sempre legato a meccaniche più consone al survival horror. A dire il vero la paura di un potenziale snaturamento della serie era più che lecita, ma la supervisione di Capcom nel progetto è tangibile e anche a questo stadio possiamo assicurare che i timori sono scongiurati. La squadra, che annovera sia donne che uomini, si suddivide in unità specializzate in azione offensiva, cure mediche e infiltrazione. All'inizio le differenze non sono avvertibili, parliamo dopotutto di soldati addestrati, quindi tutti in grado di utilizzare armi da fuoco e attacchi corpo a corpo.
Accumulando i punti esperienza però si sbloccano specifiche azioni da utilizzare con un apposito tasto del pad. Tra queste ci sono delle mine terrestri attivabili a distanza (ovviamente ad appannaggio dei demolitori), la possibilità di vedere attraverso i muri o l'utilizzo di speciali pistole caricate con agenti batterici. Tutto risulta alquanto coerente con l'universo che amiamo ormai da 18 anni, in particolar modo abbiamo apprezzato il menu rapido degli item basato sulla croce direzionale, che permette l'utilizzo istantaneo di spray curativi, erbette, granate di diversa tipologia e soprattutto le fiale antidoto. Questo è un altro nuovo elemento dotato di notevoli potenzialità, i personaggi possono contrarre il T-Virus dal contatto con gli zombi. Nel dettaglio il morso innesca una sequenza a tempo, conclusa la quale se non viene utilizzato il siero ci vedrà perdere il controllo del personaggio, che si avventerà famelico su tutto quello che gli sta intorno. La stessa sorte vale per quelli controllati dalla cpu, nelle nostre partite ci è capitato di vedere i nostri colleghi che si rivoltavano contro di noi, ma che una volta abbattuti potevano essere resuscitati con la pressione prolungata di un tasto. Anche in questo caso siamo curiosi di vedere tale implementazione nelle partite online. Da soli l'inconsistenza dell'intelligenza artificiale purtroppo non permette di sfruttare con un approccio tattico le partite.
Il mio amico Nemesis
Come già accennato, il team di sviluppo sembra aver fatto un ottimo lavoro per mantenere intatta l'identità della saga, malgrado l'impronta marcatamente action. Nelle nostre partite ci siamo imbattuti in qualche sezione che richiedeva la ricerca o distruzione di determinati oggetti, rallentando il ritmo in favore di momenti più atmosferici. Ma si tratta di piccole parentesi che si limitano a spezzare le numerose e imperanti sparatorie. Il gioco sembra favorire una lieve componente esplorativa, attraverso la ricerca di file da raccogliere e telecamere da distruggere, più che altro funzionali all'acquisizione di nuovi punti esperienza. Per il resto le mappe si presentano tutto sommato lineari e totalmente esenti da backtracking, purtroppo anche di momenti paurosi, un particolare che farà storcere il naso a qualcuno.
Molto apprezzabile si rivela lo sfruttamento della storia che tutti conosciamo, qui rivista nell'ottica dei soldati dell'Umbrella. Il lato più entusiasmante è senza dubbio l'aggiunta di elementi inediti rispetto all'immancabile fan service, comunque molto ben accetto. Non vogliamo rovinarvi la sorpresa della scoperta della nascita del Nemesis e il leggendario Tyrant "Mister X" 103, ma possiamo anticiparvi una reunion entusiasmante di vecchie icone della saga, come i lickers, i crimson heads e i mitici hunters, più pericolosi che mai. Vengono fatte nuove rivelazioni su Nicholai Ginovaef e la sua UBCS Delta, William Birkin e il temibile G-Virus. Le locazioni ovviamente ricalcano quelle già viste in Resident Evil 2 e 3, compresa la stazione di polizia, dove ci muoveremo proprio prima dell'arrivo di Leon e Claire, protagonisti di un piccolo cameo. I nostalgici insomma non rimarranno delusi in questo senso. Da segnalare la localizzazione interamente in italiano, che già in questo stadio mostra una qualità ottima. Rimangono delle perplessità sulla scarse prestazioni dell'intelligenza artificiale, che vanifica le caratteristiche peculiari dei personaggi, e una realizzazione grafica competente ma afflitta da rallentamenti nelle fasi più concitate. C'è ancora tempo all'uscita per ripulire il codice, mentre rimane da valutare in toto la componente online, che potrebbe davvero far spiccare il volo al gioco grazie alla cooperazione tra quattro giocatori.
CERTEZZE
- Ottimi riferimenti ai vecchi capitoli
- Interessante impostazione cooperativa
DUBBI
- Qualche rallentamento di troppo
- IA nel single player poco rifinita