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Age of Mythology Retold: passato e futuro di un RTS mitologico

Age of Mythology Retold è ormai dietro l'angolo: ripercorriamo la storia di Age of Mythology e diamo uno sguardo alle prime novità della riedizione.

SPECIALE di Lorenzo Mancosu   —   27/07/2024
La cover art di Age of Mythology Retold
Age of Mythology: Retold
Age of Mythology: Retold
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"Prostagma?". Era la seconda metà degli anni 90 quando Ensemble Studios decise di mettere in cantiere il suo primo motore tridimensionale, ovvero il BANG! Engine, destinato a raccogliere l'eredità di Age of Empires II: The Age of Kings, un titolo leggendario che di lì a breve avrebbe raggiunto gli scaffali dei negozi. Allora, la compagnia si trovava in uno stato di grazia: lo straordinario successo dei primi due episodi della saga e delle rispettive espansioni portò, nel 2001, all'annuncio del misterioso progetto RTSIII, il primo in assoluto a doversi confrontare con il balzo tecnologico ma soprattutto volenteroso di distanziarsi dalle meccaniche della serie.

Convinto di non poter spremere ulteriormente il nome di Age of Empires senza stancare gli appassionati, il team capitanato da Tony Goodman e Bruce Shelley decise d'imboccare una netta deviazione, spalancando i cancelli sul primo spin-off ancorato alle regole della saga. La volontà di mettere sul piatto nuove idee e nuovi concetti di gameplay, in combinazione con una fase di test senza precedenti che spinse gli sviluppatori a giocare fra loro per ore, si tradusse nell'emersione di un'opera destinata ad aggiungere palate di follia su una ricetta oltremodo schematica. Fu così che vide luce Age of Mythology, un leggendario RTS che sta per tornare nella formula Retold: ripassiamo l'eredità della serie prima di analizzare alcune delle modifiche emerse nella beta.

L'era della mitologia

La maggior parte delle caratteristiche di Age of Mythology trovavano radici nella classica formula degli strategici in tempo reale: era necessario costruire strutture e addestrare unità, raccogliere risorse, passare attraverso una serie di ere e ovviamente perseguire uno o più obiettivi nel tentativo di arrivare alla vittoria. La novità fondamentale risiedeva nella natura delle culture presenti, ovvero quelle Greca, Egizia, Norrena e Atlantidea - aggiunta con il DLC The Titans - che era ricamata attorno ai diversi pantheon di divinità. Ci sarebbe anche da menzionare quella Cinese, aggiunta nel 2015 con l'espansione Tale of the Dragon, ma apparentemente questa giungerà solo in seguito dalle parti di Retold.

Anche se le fondamenta sono quelle di Age of Empires, la variante Mythology è decisamente più ricca di meccaniche
Anche se le fondamenta sono quelle di Age of Empires, la variante Mythology è decisamente più ricca di meccaniche

A differenza della serie classica era dunque disponibile una risorsa atipica, il Favore, che alzava il sipario sulla componente sovrannaturale dell'esperienza affiancando varianti classiche come oro, legname e cibo, richiedendo a ciascuna delle culture d'impadronirsene in maniera specifica; se, per esempio, ai Greci bastava pregare davanti ai templi, gli Egizi dovevano invece costruire appositi monumenti. Il Favore non era utilizzato semplicemente come moneta in grado di garantire l'accesso a una serie di unità speciali, fra scorpioni giganti, mummie, fenici volanti e chi più ne ha più ne metta, ma costituiva la spina dorsale del sistema delle divinità, pietra angolare su cui poggiava l'interezza del gameplay.

Ciascuna delle civiltà aveva infatti accesso a un pantheon di divinità fra cui selezionare il proprio dio fondamentale, tra pesi massimi del calibro di Zeus, Ra, Odino, Poseidone, Iside, Loki e diverse altre figure maggiori, ognuna delle quali era dotata di un potere divino unico, di tecnologie dedicate, di devastanti bonus passivi, di unità speciali e ovviamente di varianti eroiche a lui connesse. Nel caso di Poseidone, per esempio, il potere consisteva in una pietra capace di attirare gli animali nelle vicinanze, la maggior parte delle passive e la tecnologia premiavano l'addestramento della cavalleria, le unità speciali accoglievano il mostro marino Hyppocampus, mentre quelle eroiche il ciclope Polifemo e la leggendaria nave Argo.

Divinità, poteri e creature mitologiche hanno stravolto la ricetta RTS
Divinità, poteri e creature mitologiche hanno stravolto la ricetta RTS

Questo, tuttavia, era solo l'inizio: al raggiungimento di una nuova Era, ciascuno degli dei maggiori consentiva di sviluppare un'ulteriore divinità minore volenterosa di mettere a disposizione del giocatore tutti i suoi bonus, i suoi poteri, le unità e le sue caratteristiche esclusive, di fatto quadruplicando l'offerta iniziale e ammantando le partite in un vortice di caos controllato. Giunti alle fasi avanzate degli scontri, il campo di battaglia si trasformava in un inferno di terremoti, tempeste di fulmini, draghi, giganti e altri scenari degni del Ragnarok, facendo brillare le profondissime differenze tra le culture.

L'eredità di Age of Mythology

Pubblicato nell'ottobre del 2002, Age of Mythology fu accolto da voti astronomici nelle recensioni della critica, agguantò una media di 89 su Metacritic e riuscì addirittura a portare a casa diversi premi per il gioco dell'anno sulle sponde del PC. Si rivelò anche uno straordinario successo commerciale, raggiungendo la Top 10 dei titoli più venduti per PC fino al 2006, ma il traguardo più importante fu senza dubbio quello di diventare un cult del genere, conservando una nutrita base installata che rimase attiva per oltre una decade.

Retold ha mantenuto invariato lo stile dell'originale, limitandosi ad aggiornarlo
Retold ha mantenuto invariato lo stile dell'originale, limitandosi ad aggiornarlo

Ciò accadde anche in ragione del particolare approccio alla campagna: a differenza della serie Age of Empires, quella di Age of Mythology era un'immensa vicenda unica chiamata Caduta del Tridente, un'avventura composta da 32 diversi scenari che si snodavano lungo panorami Greci, Egizi, Norreni e ovviamente anche Atlantidei. Vestendo i panni dell'ammiraglio Arkantos di Atlantide, il giocatore s'imbarcava in un viaggio a dir poco leggendario, calcando i campi di battaglia della Guerra di Troia assieme a figure come Odisseo, recuperando nella Valle del Nilo i pezzi del corpo di Osiride e persino affiancando le Valchirie nella ricostruzione del martello di Thor.

Slegandosi dagli eventi storici e scommettendo tutto sull'elemento sovrannaturale, Age of Mythology riuscì a scardinare molte delle stringenti regole del genere RTS classico, avvicinandosi a varianti più esotiche come quella offerta dal Warcraft di Blizzard Entertainment o lo Star Wars: Galactic Battlegrounds di LucasArts, ed è curioso come tutte quante abbiano visto luce più o meno nello stesso periodo storico, salvo poi cedere il passo a ricette decisamente meno esuberanti.

La campagna ha avuto un ruolo determinate per il successo dell'opera originale
La campagna ha avuto un ruolo determinate per il successo dell'opera originale

Qualcosa di simile accadde anche nel multigiocatore, un segmento a cui fu dedicata molta più attenzione rispetto ai tradizionali Age of Empires: nonostante la natura intrinsecamente sbilanciata e folle della formula basata sui poteri delle divinità e le unità mitologiche, gli sviluppatori curarono tantissimo questo aspetto, riuscendo a garantire all'opera un'insolita lunga vita anche nei meandri dei LAN Party di mezzo mondo. Oggi, tuttavia, il contesto del medium è profondamente cambiato, e la versione Retold ha scelto di stringere l'obiettivo proprio attorno a questo aspetto.

Le prime novità di Retold

Contrariamente a quanto poteva trasparire dalle prime presentazioni, la versione riveduta e corretta Age of Mythology Retold non è una semplice edizione rimasterizzata, ma sceglie di apportare pesanti - talvolta pesantissime - modifiche ai sistemi di gioco originali. Un esempio a caso? Per capirne l'entità basta menzionare i poteri degli dei, come la letale saetta di Zeus che elimina un'unità in un colpo o l'evocazione del drago Niddhog da parte di Hel, che non sono più limitati a un singolo utilizzo durante la partita ma possono essere sfruttati più volte al costo di un incremento del prezzo, stravolgendo di fatto il grado di efficacia delle divinità.

Il fascino originale è rimasto intatto, le modifiche sono davvero tantissime
Il fascino originale è rimasto intatto, le modifiche sono davvero tantissime

Il bilanciamento generale dell'esperienza è stato totalmente rivisto, prima di tutto attraverso la generazione di mappe procedurali simmetriche che non creano squilibri nelle risorse a disposizione dei giocatori, e in seconda istanza rileggendo molti dei bonus innati nelle diverse culture. Inoltre è stato rimosso il limite al Favore accumulato, mentre quello della popolazione è stato notevolmente incrementato, influenzando di riflesso le strategie più efficaci e riducendo in maniera impattante l'efficacia degli sciami nelle fasi iniziali delle partite, il che probabilmente rappresentava uno dei problemi principali della pubblicazione originale.

Ovviamente toccherà attendere la recensione per discutere nel dettaglio la quantità e l'efficacia delle modifiche - dato che l'attuale beta consente solo slot di 3 ore di gioco - ma c'è da dire che nulla sembra essere rimasto intoccato: le unità navali sono state completamente rielaborate, la vittoria legata alla costruzione di una Meraviglia non esiste più e le Meraviglie stesse hanno ottenuto dinamiche totalmente originali, tutte le unità mitologiche sono state rivedute e aggiornate, e persino elementi strutturali come il sistema di coda dell'addestramento di unità, quello relativo al pathing e l'input d'attacco sono andati incontro a nette rivisitazioni.

Lo scopo dei team è realizzare un'esperienza che possa vivere a lungo di multigiocatore
Lo scopo dei team è realizzare un'esperienza che possa vivere a lungo di multigiocatore

È chiaro che la volontà di World's Edge e Forgotten Empire - responsabili dell'edizione - sia quello di garantire al progetto una certa longevità, specialmente in termini di multigiocatore online, che ovviamente dovrà sapersi piegare alle moderne esigenze del bilanciamento. Probabilmente è per la stessa ragione che la cultura Cinese - a differenza delle Definitive Edition di Age of Empires che includevano tutti i contenuti pubblicati - arriverà solo in seguito, dal momento che dovrà passare attraverso un invasivo processo di rielaborazione. Sta di fatto che Age of Mythology Retold promette scintille per gli appassionati della deriva soprannaturale: con una campagna divisa in oltre 50 scenari e un apparato multigiocatore totalmente ricostruito, questo progetto rischia seriamente di bissare il successo dell'originale.

Age of Mythology Retold si presenta come un'operazione molto più invasiva rispetto a una classica versione rimasterizzata. Se da una parte c'è la volontà di rispolverare le fondamenta di questo folle spin-off, presentando al pubblico moderno la leggendaria avventura di Arkantos e tutta la follia della formula sovrannaturale, il team di diversi studi di sviluppo capitanati da World's Edge non ha minimamente risparmiato sui rimaneggiamenti. Con sostanziali modifiche alle radici del gameplay, regole che si fanno meno stringenti e un bilanciamento tutto nuovo per premiare un multigiocatore duraturo, la seconda venuta di Age of Mythology potrebbe rappresentare la rinascita stessa del franchise: in caso di successo, la speranza è che Microsoft voglia investire sulla realizzazione di un episodio tutto nuovo.