Il fatto che sia in larga parte scomparso dall'immaginario moderno, anche a causa della rinascita di serie storiche come Resident Evil e della recente ricomparsa di Silent Hill, non deve far dimenticare una verità tanto semplice quanto importante: in principio fu Alone in the Dark il primo survival horror tridimensionale ed è da quelle basi che il genere si è sviluppato nella miriade di formule che oggi conosciamo. Ciò detto, non basta certo un nome illustre se non ci sono sviluppatori decenti a supportarlo e la presenza di questa saga nel gaming moderno è stata così debole da aver portato molti giocatori (persino di vecchia data) a dimenticarsene quasi completamente. Il declino è stato tale che, laddove ancora si discute del futuro dei "concorrenti" praticamente ovunque, l'annuncio del remake dell'originale Alone in the Dark è passato quasi in sordina, nonostante la sua uscita sia prevista proprio per quest'anno.
Comprensibile, invero, che le aspettative non siano eccezionali, visto che il team alle spalle del progetto - Pieces Interactive, noto prevalentemente per Magicka 2 - non ha un curriculum capace di dare enormi sicurezze e il pochissimo giocato visto fino ad oggi, poi, non migliorava di certo le cose. Eppure il gioco è tornato a mostrarsi recentemente e, quanto visto, ha riacceso in noi l'interesse. L'intento, infatti, sembra quello di far tornare popolare anche questa leggendaria serie horror, strizzando l'occhio ai tanti recenti sviluppi del genere.
Guarire dall'orrore cosmico
La premessa del nuovo Alone in the Dark è molto simile a quella dell'opera originale, ma alcuni cambiamenti potrebbero portarla verso sviluppi a dir poco inaspettati. Difficile ad ogni modo non essere ottimisti sula scrittura, ad ogni modo, dato che il director e autore è Mikael Hedberg - autore di Soma e Amnesia - le cui capacità sono tutto fuorché sottovalutabili.
Il mistero inizia quando Jeremy Hartwood manda a sua nipote Emily una lettera, in cui la avvisa di essere inseguito da un oscuro figuro non meglio identificato. Quanto scritto è abbastanza delirante da portare la ragazza a correre da suo zio, facendosi accompagnare dall'investigatore privato Edward Carnby. In questo remake Jeremy non si toglie però la vita, ed è in realtà in cura nella grossa villa Derceto, abitata da più di un individuo alquanto sospetto. Per carità, tutto sembra ancora girare attorno a oscuri rituali e orrori cosmici di vario tipo, ma, considerando chi sta alle redini del progetto, è lecito aspettarsi parecchi colpi di scena legati alla presenza del buon Jeremy nella trama e alle tematiche trattate.
La storia è chiaramente uno degli elementi centrali di questo remake e, per assicurarsi che venisse trasmessa nel modo migliore possibile, i Pieces hanno chiesto l'aiuto di due attori affermati per interpretare i protagonisti del gioco. A dare la faccia ad Edward è il bravissimo David Harbour, il Jim Hopper di Stranger Things, mentre Emily è interpretata dall'abile Jodie Comer, la protagonista femminile del film Free Guy - Eroe per gioco. Attraverso il motion capture le loro interpretazioni sono parte integrante dell'esperienza, e durante la presentazione è stato fatto presente varie volte quanto le loro capacità innalzino la qualità generale degli eventi. Un po' ci dispiace che gli iconici baffoni di Edward abbiano salutato per massimizzare l'espressività di Harbour, ma comprendiamo la scelta.
Non è peraltro tutto: la presenza di due personaggi giocabili non è accessoria, e vivere le vicende nei panni di Emily o Carnby cambia completamente alcuni eventi e la reazione di alcuni personaggi. Non si è entrati molto nel dettaglio dei contenuti e al momento è difficile capire se vi saranno intere sezioni diverse giocabili - come nel remake di Resident Evil 2, ad esempio - o cambiamenti legati solo alla trama; quale che sia il caso, per avere un quadro completo sarà necessario affrontare la campagna utilizzando entrambi.
Male residenziale
Non si è visto moltissimo gameplay anche stavolta, ma se non altro ora abbiamo un'idea più chiara di come funzionerà il combattimento; quanto osservato ci ha ricordato parecchio da vicino la formula dei recenti remake di Capcom. Anche in questo Alone in the Dark rinnovato, infatti, la visuale è ravvicinata alle spalle, con una gestione della mira volutamente goffa per massimizzare la tensione e una limitata, ma utile schivata per facilitare il riposizionamento quando si viene attaccati dalle mostruosità che popolano Derceto e le zone limitrofe. Hedberg ci ha però tenuto a sottolineare le differenze, precisando come la volontà fosse non tanto quella di imitare i recenti successi della concorrenza, quanto di proporre una modernizzazione il più fedele possibile all'impostazione dell'originale.
Pare ad esempio che le munizioni saranno scarse, tanto da costringere a volte a utilizzare oggetti improvvisati da lanciare sui nemici, o armi corpo a corpo per difendersi. La possibilità di dar fuoco ad alcuni elementi delle mappe e a macchie d'olio sembra peraltro un'altra meccanica molto importante per ottenere vantaggi su pericolosi gruppi di nemici. Non bastasse, gli enigmi qui hanno un'importanza e una presenza comparabile ai combattimenti, e richiedono alle volte un'attenta esplorazione dei dintorni e raccolta di indizi per essere superati.
Certo, gli sviluppatori hanno comunque pensato ai giocatori scarsamente avvezzi ai rompicapo, inserendo degli aiuti facilitanti per chiunque non voglia spremersi troppo le meningi, tuttavia è se non altro positivo vedere come vogliano distinguersi nel genere offrendo un titolo più lento e ragionato rispetto al solito. Il focus qui è l'horror psicologico, e l'intento sembra essere quello di rendere Villa Derceto una sorta di inquietante entità, attorno a cui si muovono forze oscure e indescrivibili.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, il titolo non ci è sembrato avere chissà quali valori produttivi, ed è chiaro come i Pieces non abbiano le capacità tecniche mostrate da Capcom e Bloober. Va tuttavia detto che, rispetto alle passate presentazioni, i passi avanti sono stati davvero notevoli, a dimostrazione del fatto che lo sviluppo è avanzato spedito e senza grossi inciampi. Il fatto che il creatore originale della serie, Frédérick Raynal, abbia dato la sua benedizione al team definendolo "perfetto per il lavoro" è poi un ottimo segno. Chissà che non sia la volta buona per la rinascita di questo grande nome, e il ritorno della trinità originale delle serie horror.
Con due attori d'eccezione nei panni dei protagonisti, supportato dal creatore originale della serie, e scritto dall'autore di SOMA, il remake di Alone in the Dark potrebbe davvero essere la rinascita del marchio che molti aspettavano. Certo, i Pieces non hanno il curriculum di molti degli sviluppatori che ad oggi stanno riportando in cima al mondo il genere, ma sembrano comunque esser migliorati in modo significativo rispetto alle prime presentazioni, e avere ben chiaro come portare a termine questo ambizioso progetto. Speriamo sia la volta buona.
CERTEZZE
- Due abili attori nei panni di Edward ed Emily
- La narrativa è promettente
- L'atmosfera non sembra mancare
DUBBI
- C'è ancora moltissimo da analizzare