L'unione fa la forza
Interessanti invece sono le possibilità di collaborazione col compagno per superare diversi punti altrimenti impossibili da raggiungere da soli. Per arrampicarsi su un muro ad esempio il giocatore dovrà chiedere aiuto al collega, che fungerà da scala facendolo arrampicare sulle superfici più alte. Ma l'interazione più importante è quella che permette ai due mercenari in caso di ferite gravi di portarsi in salvo a vicenda, trascinandosi l'un l'altro dietro ad un riparo per effettuare le medicazioni del caso.
Le avventure di Rios e Salem avranno come ambientazioni teatri di guerra reali, come ad esempio l'Afghanistan, cosa insolita per i videogiochi, che di solito puntano a ricreare guerre ed eventi bellici del passato piuttosto che attuali. Così ci vedremo impegnati a sventare attentati terroristici di Al Qaeda entrando nei loro famosi bunker tra le montagne per disinnescare qualche missile nucleare. Questo fa da pretesto per una trovata che gli sviluppatori potevano tranquillamente evitare: tra i vari nemici che dovremo combattere ce ne sarà una tipologia decisamente insolita e decisamente politicamente scorretta, i kamikaze.
L'unione fa la forza
Questi nemici ci correranno incontro urlando e facendosi esplodere a pochi passi da noi, e considerata la drammaticità degli eventi che si sentono ogni giorno in televisione e che si leggono sui giornali, questa è decisamente da considerarsi una netta ed evitabile caduta di stile. Graficamente Army of Two presenta pregi e difetti: gli ambienti sono ricreati ottimamente e il motore grafico è ottimizzato alla perfezione. Il gioco non presenta scatti nemmeno nei momenti di maggior enfasi nonostante i molti nemici e i molti oggetti presenti sullo schermo. I difetti arrivano dall'interazione con ciò che ci circonda, che è decisamente limitata. Gli oggetti infatti sembrano essere indistruttibili, e sparare ad esempio ad un televisore è come sparare ad un blocco di cemento armato: non si distrugge.
Questo avviene per moltissimi elementi, e in uno shooter è un difetto non da poco, visto che ne limita decisamente il realismo.
Altro che Rambo
A livello di gameplay invece l'ultima fatica di Ea Montreal si difende bene, infatti i controlli non risultano mai macchinosi, soprattutto grazie all'eliminazione di un tasto che permette di appiattirsi contro muri o altri ripari. Infatti il tutto è molto "libero", quindi per nasconderci dietro ad una scatola basterà abbassarci con l'apposito tasto e nulla più.
Rios e Salem avranno una grande potenza di fuoco dalla loro parte, con un arsenale vasto che spazia dalle normali pistole fino ai più potenti fucili d'assalto in circolazione. Ciliegina sulla torta è poi la possibilità di potenziare l'armamentario, montando sui propri fucili ogni tipo di gadget immaginabile o addirittura placcandoli interamente in oro.
Particolare attenzione merita la caratterizzazione dei personaggi e lo humor del quale il gioco è permeato: i due mercenari protagonisti del gioco sono un po' lo stereotipo dell'americano palestrato, il classico eroe dei film d'azione alla Stallone o alla Van Damme.
Per tutta l'avventura i due si scambieranno battute sarcastiche e si faranno scherzi, all'insegna del "che ce ne frega se stiamo combattendo una guerra", che risulteranno spesso divertenti e faranno sogghignare la maggior parte delle volte.
Altro che Rambo
Il grosso problema di Army of Two però sembra essere l'eccessiva ripetitività: tre delle quattro missioni provate consistevano nel farsi largo tra orde di nemici, sconfiggere il boss di turno, piazzare degli esplosivi e scappare prima che esplodano, l'altra era un tutorial.
I pochi diversivi sono state le sequenze in cui si arriva all'obbiettivo paracadutandosi, nelle quali un giocatore direziona il paracadute e l'altro spara, e le sequenze chiamate "back to back" nelle quali Rios e Salem si mettono l'uno spalle all'altro e al rallentatore eliminano tutti i nemici presenti. Si capisce subito che questo titolo sarà apprezzabile veramente solo se giocato in modalità cooperativa con un amico via Xbox Live o PlayStation Network, dato che ogni livello sembra progettato proprio per favorire la cooperazione tra due giocatori, il tutto anche nelle cose più banali, come ad esempio chiamare un ascensore o aprire una porta.
Non è stato possibile constatare l'effettiva intelligenza artificiale del nostro compagno di squadra, poichè durante la prova esso era controllato da Matt Turner, producer del gioco, ma se questa non dovesse rivelarsi all'altezza il tutto potrebbe diventare seriamente problematico, almeno nella sua versione single player.
In conclusione, Army of Two ci è sembrato uno sparatutto un po' retrò, con pochi fronzoli, con l'innovazione di un sistema di Aggro che si è rivelato per ora decisamente migliorabile e con un'ottima grafica a condire il tutto.
Rimandiamo i giudizi veri e propri alla versione finale, che dovrebbe uscire salvo ritardi nel mese di Marzo, sperando che in queste settimane Ea Montreal risolva gran parte dei problemi che affliggono il gioco nella versione testata, perché così le nostre proiezioni non sono tra le più entusiastiche.
Army of Two sarà disponibile per PlayStation 3 e Xbox 360.
La versione testata è quella per Xbox 360.