Il Ritorno del Cavaliere Oscuro
Nella generazione dei 128 bit, o presunti tali, è la terza volta che Batman, leggendario personaggio DC Comics, esce dall'ambito fumettistico a lui più consono per portare le proprie cupe e movimentate gesta a noi videogiocatori: la prima volta reclamò vendetta per conto di Ubisoft, la seconda invece si frappose tra Kemco e il suo oscuro domani, salvo poi rendersi conto quanto fosse oscuro il presente…
Adesso tocca di nuovo a Ubisoft rispolverare la licenza del Batman dei cartoon Warner Bros., per offrirci quello che non è null’altro se non il seguito di Vengeance: stavolta il Campione di Gotham City si troverà di fronte ad un pericolo del tutto nuovo, signore e signori, ecco a voi il malefico Sin Tzu!
Il sarto di Batman fa le Bat-tute
Abbandonate del tutto le velleità adventure del prequel, Rise of Sin Tzu si configura come un purissimo, buon vecchio picchiaduro a scorrimento: Batman, Robin, Nightwing e Batgirl dovranno, da soli o in coppia, attraversare i vicoli, i quartieri e i palazzi che li separano dalla nuova minaccia semplicemente menando le mani (e i piedi) come dei dannati, e occasionalmente utilizzando i gadget delle proprie Bat-cinture.
Il concept potrebbe sembrare a prima vista un po’ limitato per il ventunesimo secolo, ed ecco quindi alcune variazioni sul tema: in primis una quantità di mosse, attacchi, prese e gadget veramente notevole. Si va dai semplici pugni e calci alle combo più complesse dove usare entrambi i tasti deputati (rispettivamente B e A) stando attenti a rispettare determinati tempi, dalla poco pretenziosa presa “diversiva” a quella devastante con cazzotto che elimina il malcapitato e stende anche i criminali circostanti, dal batarang piccolo e poco pericoloso a quello elettrico che fa tanto male, per finire con la classica mossa speciale da effettuare solo con apposito indicatore pieno, che stende chiunque si trovi nelle vicinanze e rende anche invulnerabili durante la sua esecuzione. Non avremo a disposizione tutti questi strumenti di dolore sin dall’inizio, ma dovremo sbloccarli coi punti che otterremo nei vari livelli mettendo a segno più combo possibili e utilizzando mosse sempre più spettacolari, incrementando così il nostro Bonus Stile. Altre novità (non troppo) nel canovaccio del genere sono gli obiettivi presenti in ciascun livello da raggiungere entro un tempo limite, pena la perdita di una vita, il fatto che i boss, a meno che non attuiate la strategia prevista per ciascuno di loro, non ne vorranno sapere di soffrire per causa dei nostri bat-maneschi amici, e una certa inerzia che impedisce di passare istantaneamente da un movimento ad un altro. Quest’ultimo aspetto, implementato peraltro bene con l’invenzione di un apposito bonus per incrementare il punteggio, crea un particolare problema che andiamo subito ad affrontare.
I criminali sono una genìa codarda e superstiziosa
In generale tutto è realizzato bene e si muove bene, ma spesso e volentieri arrivano occasioni particolari in cui si sente la mancanza di una maggior attenzione da parte dei programmatori in fase di realizzazione. Innanzitutto dicevamo dell’inerzia, che unita ad un generale piccolo ritardo nella risposta ai comandi rende il tutto poco immediato e in alcuni casi frustrante. Altro problema è rappresentato dalle telecamere, che seguono pattern predefiniti; pattern non curati all’estremo per la verità, visto che capiterà spesso di trovare alcuni nemici fuori dall’inquadratura esponendosi così a ingiustificati pericoli. I tre livelli di zoom, tutti piuttosto ravvicinati, non risolvono la questione. Ancora da segnalare un problema di collisioni, che si fa sentire però solo al momento di effettuare una presa in situazioni convulse, e in ultimo una magagna che può sembrare, e in effetti lo è, di scarso valore, ma che ci dice molto su quanto poteva essere più curato il gameplay del titolo: attaccati da nugoli di nemici, anche cinque o sei per volta, i nostri eroi non potranno esplorare tutto il livello dall’inizio; esistono i classici muri invisibili, che scompariranno solo quando i cattivoni che presidiano quell’area saranno stati eliminati. Purtroppo però, la nostra furia potrà scaraventare i nemici al di là del muro invisibile dove, irraggiungibili, potranno fare i loro comodi prima di tornare da noi, facendoci perdere tempo prezioso per il raggiungimento dell’obiettivo.
La difficoltà del titolo è ben calibrata a livello “macroscopico”, nel senso che, se per superare un livello avrete impiegato due tentativi, potete ben aspettarvi di impiegarne tre nel successivo, e così via; a livello “microscopico”, invece, altri problemi: potrà capitare ad esempio di avanzare senza incontrare difficoltà per minuti interi, salvo poi venire attaccati all’improvviso da tre invasati muniti di artiglione alla Freddy Krueger. La sorpresa e l’inerzia di cui sopra vi impediranno di reagire come dovuto, e una vita, inevitabilmente, se ne andrà. Una situazione come quella descritta renderà gli ultimi livelli parecchio frustranti.
La longevità in teoria è assicurata dalla presenza di quattro eroi ognuno con caratteristiche diverse, da quattro livelli di difficoltà (da giocare tutti se vorrete sbloccare le numerose chicche a tema batmaniano presenti nell’apposita “Sala Trofei”), dalla modalità multiplayer e da quella “Sfida”, che vi proporrà di abbattere un determinato numero di nemici o di sopravvivere per diversi minuti ai cattivi; una volta finito il gioco per la prima volta, però, la scarsissima varietà delle cose da fare e la frustrazione che avrete provato negli ultimi livelli vi spingeranno probabilmente a riporre il gioco sullo scaffale. Solo la vostra passione per Batman potrà farvi resistere.
What a Bat!
Per ultimi ci teniamo gli aspetti migliori della produzione, quelli estetici e quelli che riguardano lo sfruttamento della licenza. Lo stile stesso del cartone animato, squadrato e ispirato alle produzioni degli anni ’40, ha permesso di usare un numero di poligoni relativamente basso senza per questo perdere in fedeltà con il modello; in questo modo gli sviluppatori si son potuti concentrare sulle texture, ben fatte e colorate, sulle animazioni, molto curate, su alcuni deliziosi effetti particellari e di luci e ombre, e soprattutto su una fluidità che non accusa il colpo neanche quando c’è una decina di personaggi su schermo. Un occhio attento nota i modelli poligonali piuttosto poveri e qualche altra imperfezione qua e là, ma tutto sommato Rise of Sin Tzu è un bel vedere.
Anche il sonoro si difende bene: musiche ed effetti sonori sono quelli tipici di un picchiaduro, questi ultimi in particolare sembrano presi di preso, come del resto varie situazioni nel gioco, da un film con Bud Spencer e Terence Hill, puro dolore fisico. Eccellente presenza il tema di Danny Elfman composto per i due Batman di Tim Burton, addirittura in tre versioni, per i fan sarà il delirio. E questo ci porta a tutto il discorso della licenza: non mancano le perplessità (Perché la storia non inserisce in alcun modo Robin, Nightwing e Batgirl? I numerosi filmati in cui Batman non fa altro che parlare attraverso il Bat-videofonino non potevano essere resi più dinamici?), ma la storia seppure non originalissima è sempre avvincente, e i filmati, a parte quelli del videofonino, possono essere addirittura esaltanti, riuscendo a cogliere appieno lo spirito del Crociato Incappucciato. Batman c’è tutto, si vede e si sente.
Per finire, un accenno alla versione italiana: non sembra esserci traccia di una modalità a 60 Hz, ma i 50 si comportano bene; ottima anche la traduzione (solo testo) durante il gioco, mentre per i crediti finali ci si è chiaramente affidati a qualche traduttore elettronico.
Commento
Per il Pipistrellone è un’altra occasione sprecata: la sufficienza che Rise of Sin Tzu ci strappa la deve soprattutto a grafica, sonoro, presentazione e in generale a tutto il contorno, perché la sostanza, che già si presenta scarsamente varia e molto ripetitiva, è ulteriormente minata da numerosi problemi che in realtà non erano neanche difficili da individuare e da risolvere.
Un pensierino è lecito per i fan del Cavaliere Oscuro e per chi sente la nostalgia di un genere che non regge i colpi della contemporaneità; tutt’e due le categorie sappiano però che in giro ci sono giochi di Batman migliori e picchiaduro migliori. Volete due piccioni con una fava? Batman Returns per Mega Drive e Super Nintendo, un po’ antico ma ancora insuperato.
- Pro
- Buoni la grafica e il sonoro
- Batman c'è
- Contro
- Per nulla vario
- Alcuni problemi minano il gameplay
- Frustrante negli ultimi livelli
Rising Sin
E’ la prima volta nella lunga storia di Batman che uno dei villain del numeroso e caratteristico pantheon Gothamita nasce appositamente per un videogioco. Sin Tzu, creato da Jim Lee, l’attuale curatore della serie a fumetti, si rifà sin dal nome al celeberrimo Sun Tzu, stratega cinese autore de “L’Arte della Guerra”, a voi scoprire cosa collega la fantasia con la realtà… Sebbene non tutte le potenzialità del personaggio siano sfruttate a dovere nel gioco, Sin Tzu si rivela come un personaggio abbastanza perfido e soprattutto abbastanza pazzo per entrare in modo stabile nell’arena di Gotham, in futuri videogiochi così come in fumetti, film e cartoni. Arrivederci a presto, quindi!