L’annuncio dell’anno scorso, passato quasi in sordina come se anche gli specialisti del settore videoludico temessero un nuovo “Sleeping Dragon”, non ha fallito però l’obiettivo di fare nuovamente breccia nel cuore di tutti gli appassionati di avventure grafiche ed ovviamente, nel particolare, di Broken Sword: via le conversioni per console (delle quali nel 2003 erano state vendute pochissime copie rispetto alla versione PC) come a voler dire “abbiamo fatto uno sbaglio, siamo pronti a rifarci” e da quel momento tutti gli appassionati hanno atteso notizie sul gioco in via di sviluppo. Passato qualche tempo, ecco durante lo scorso mese di agosto la demo, grazie alla quale numerose persone in tutto il mondo hanno iniziato ad esprimere i loro pareri sulla nuova avventura di George Stobbart, realizzata nuovamente da Revolution insieme a Sumo Digital e, per l’occasione, Charles Cecil, il creatore della serie tornato all’ovile dopo la “pausa” del 2003. Dato che abbiamo avuto modo di provare il nuovo Broken Sword 4, andiamo a vedere cosa ci aspetta!
L’impressione iniziale è quella di trovarsi di fronte ad un gioco in tutto e per tutto seguito di The Sleeping Dragon, probabilmente a causa della grafica 3D del gioco, che comunque può godere di un motore completamente rinnovato, chiamato “Emmersion”. I primi passi all’interno del gioco lasciano decisamente spiazzati a causa di un sistema ibrido “WASD” + mouse che a volte rende topo e tastiera complementari mentre in altri momenti questi si rendono l’uno alternativo all’altro, lasciando il giocatore un po’ spiazzato. Anche la camera lascia qualche dubbio di troppo, con inquadrature da rivedere e quindi un sistema di controllo un po’ macchinoso, agli antipodi rispetto al classico “punta e clicca”. Continuando in tema di grafica, è invece da apprezzare il sistema denominato Virtual Actor, che alla Revolution hanno ideato per permettere ad ogni personaggio di adattare il proprio viso ad una determinata emozione, che probabilmente nel prodotto finale andrà a costituire uno dei tentativi maggiormente riusciti in tale senso. Per quanto riguarda il livello di dettaglio, siamo più o meno intorno agli standard, con un George Stobbart un po’ più curato rispetto al resto della compagnia.
Snobbata da altri generi di videogiochi, la trama ha sempre svolto un ruolo fondamentale all’interno delle avventure grafiche: nel nuovo Broken Sword vedremo il nostro caro biondino di ritorno a New York dopo le avventure di Glastonbury, ma nella Grande Mela scoprirà che il suo vecchio studio è fallito e, rifiutato da tutti, prenderà lavoro presso un ufficio curando le cause di malviventi di diverse razze. Ma George Stobbart e l’avventura proprio non riescono a stare lontani, così grazie ad Anna Maria Prisa, una cliente mozzafiato, si lancerà alla ricerca della leggendaria arma di Mosè, l’Angelo della Morte, che secondo alcune scritture il profeta utilizzò durante l’Esodo dall’Egitto. Tornata alla luce tale incredibile leggenda, George dovrà indagare sulla presunta arma guardandosi anche da organizzazioni malavitose che tenteranno anch’esse di conquistarla al fine di raggiungere i propri scopi criminali.
il poco visto finora rende dunque un’incognita questo quarto capitolo di Broken Sword
Il poco visto finora rende dunque un’incognita questo quarto capitolo di Broken Sword, sul quale i dubbi degli appassionati di tutto il mondo si scioglieranno solo dopo l’uscita del gioco nei negozi, tra l’altro imminente, salvo imprevisti. I pochi enigmi che abbiamo avuto modo di vedere lasciano pensare ad un ritorno all’antico, quindi niente più casse da spostare in stile Tomb Raider e maggiore spazio al lato “avventura grafica” del gioco: a suscitare non poche perplessità è il sistema di controllo, che come abbiamo già avuto modo di vedere necessita di una revisione da parte del team di sviluppo, pena un livello di giocabilità davvero scarso. Noi vecchi appassionati di Broken Sword saremo comunque pronti a dare una nuova opportunità a George Stobbart, sperando però che Revolution Software ci regali un prodotto più paragonabile a dei mostri sacri come l’indimenticabile Beneath a Steel Sky e meno vicino agli action 3D.
Dieci anni. Tanto è passato dal primo Broken Sword, quando tutti gli avventurieri del mondo, all’epoca ancora più o meno soddisfatti dal mercato, ebbero modo di fare conoscenza del biondo protagonista, testimone di una tremenda esplosione in un bistrot parigino. Il gioco fu un successo sensazionale, tanto che l’anno dopo Revolution Software tentò il bis con una nuova avventura di George, raggiungendo solo in parte il livello di entusiasmo collettivo suscitato dopo il predecessore. Da allora tanto tempo è passato fino al 2003, anno in cui le avventure grafiche vedevano nel solo Syberia spiragli di rinascita, quando sempre Revolution annunciò al mondo il ritorno di George Stobbart: l’uscita della nuova avventura fu accolta tiepidamente dal pubblico, sentitosi tradito dall’impostazione del gioco che, probabilmente a causa dell’uscita in contemporanea anche per console, rispecchiava molto da lontano quella dei due giochi degli anni ’90, ricordando piuttosto un action 3D.