Dispersi in Normandia
Fondamentalmente Brothers in Arms è uno sparatutto in prima persona dall’impostazione piuttosto realistica e tattica, in cui, impersonando il sergente Matt Baker del 502-esimo reggimento paracadutisti e coadiuvati da una nutrita squadra di soldati alleati, dovremo farci largo durante il D-Day ed i 7 giorni successivi. L’elemento caratteristico che ha da sempre contraddistinto questo titolo risiede però nelle sue forti contaminazioni strategiche, offrendo al giocatore la possibilità di comandare anche gli altri componenti della squadra (o delle squadre, dato che proseguendo nel gioco avrete l’opportunità di comandarne più di una), muovendoli attraverso il campo di battaglia ed impartendogli ordini sulle azioni da intraprendere. La struttura delle varie missioni è studiata in modo da costringere il giocatore a ragionare secondo un’ottica di gruppo, stimolandolo ad utilizzare nella maniera più efficiente tutti gli uomini a disposizione, piuttosto che buttarsi a testa bassa verso il nemico e verso una morte praticamente certa. A tal proposito, una delle feature più importanti è la possibilità in qualsiasi momento di congelare l’azione e passare dalla visuale in prima persona ad una a volo d’uccello, in modo da poter studiare il campo di battaglia e la migliore strategia di approccio verso il nemico, per poi muovere gli uomini di conseguenza. Ovviamente sarebbe tutto inutile senza un’adeguata intelligenza artificiale di avversari ed alleati, ma fortunatamente il lavoro svolto in questo senso dai Gearbox sembra davvero confortante, con la nostra squadra che si è dimostrata sempre reattiva nell’eseguire gli ordini impartiti e scaltra quanto basta nel prendere autonomamente le decisioni nelle situazioni critiche, e nemici organizzati ed aggressivi.
Il sistema di controllo, nonostante la complessità della meccanica di gioco, è stato adattato in maniera eccellente ai joypad delle due console, ed organizzare le manovre d’attacco e muoversi attraverso i livelli risulta agevole ed immediato. L’unico appunto riscontrato è una lieve imprecisione del sistema di puntamento (soprattutto per quanto riguarda la versione PS2, che soffre di un controllo leggermente più nervoso), scelta che però acquista un suo senso nell’ottica di costringere il giocatore ad ingegnarsi per avvicinare il più possibile il bersaglio, piuttosto che limitarsi a sparare come un forsennato da una distanza di sicurezza.
Dentro la battaglia
Tecnicamente entrambe le versioni sembrano davvero in grado di sfruttare degnamente gli hardware su cui girano, con un piccolo (ma evidente) vantaggio per la console crociata di mamma Microsoft. Per quanto abbiamo avuto modo di vedere infatti le ambientazioni ed i personaggi, particolareggiatissimi e “vivi” come non mai in entrambi i formati, godono di un dettaglio leggermente maggiore su Xbox, sia per quanto riguarda la qualità delle texture che per il numero di poligoni. Da segnalare anche una inferiore varietà cromatica e qualche incertezza nel frame rate (specialmente quando si passa dalla visuale in prima persona a quella a volo d’uccello, dove i rallentamenti sono piuttosto evidenti) per la versione PS2, con la speranza che il motore possa essere ulteriormente ottimizzato prima dell’uscita nei negozi.
Il comparto sonoro promette di seguire gli stessi livelli d’eccellenza del resto del gioco, proponendo un accompagnamento musicale vario e perfettamente d’atmosfera, e degli effetti che, soprattutto su Xbox grazie al supporto dei 5.1 canali audio, assicurano un coinvolgimento davvero senza eguali. Da segnalare anche la buona fattura del doppiaggio in italiano, importantissimo per garantire la giusta carica di drammaticità e per aiutare l’immedesimazione del giocatore.
La longevità appare garantita dal buon numero e dalla varietà delle missioni, sebbene rimane qualche incognita per quanto riguarda il fattore rigiocabilità, e dalla presenza di una modalità multiplayer (anche online, sia tramite Xbox Live che per PS2), anche se sarà necessario attendere la disponibilità del gioco completo per sviscerarne appieno tutte le potenzialità. Fortunatamente l’attesa non sarà troppo lunga...
Non è facile identificare il motivo dell’enorme interesse suscitato da Brothers in Arms nel corso dei vari eventi e fiere che l’hanno visto come uno dei grandi protagonisti: sarà la struttura ibrida tra FPS e strategico, che gli permette di emergere in un mare di prodotti sempre più simili, oppure l’enorme lavoro di ricostruzione storica compiuto dagli sviluppatori, davvero titanico. O più semplicemente il fatto che questo titolo sfoggia classe da vendere, già evidente durante le sue numerose apparizioni pubbliche, ma ancora più limpida ora che siamo finalmente riusciti a provarlo, per Xbox e PS2, in una versione praticamente definitiva.