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Cyberpunk 2077 due anni dopo

Com'è cambiato Cyberpunk 2077 dopo due anni di patch? Analizziamo lo stato di Night City all'alba dell'espansione Phantom Liberty.

SPECIALE di Lorenzo Mancosu   —   12/07/2023
Cyberpunk 2077 due anni dopo
Cyberpunk 2077
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Sono trascorsi oltre due anni dal momento della pubblicazione di Cyberpunk 2077. Un istante nella storia di CD Projekt che ha completamente stravolto la percezione della casa, trasformando quello che era uno fra i publisher più riveriti in circolazione nell'ennesima grande corporazione della quale è quasi impossibile fidarsi. Quella ferita, tuttavia, ha iniziato da tempo a cicatrizzarsi: le roboanti promesse fatte in fase di promozione - molte delle quali mai più rispettate - e le condizioni in cui versavano le versioni console, hanno lentamente ceduto il passo all'alacre lavoro di restauro che ha portato Night City ad essere infine quantomeno apprezzata; le recensioni degli utenti, a oggi, raccontano un videogioco che è passato attraverso due fasi ben distinte: prima la distruzione, poi la rinascita.

L'impatto della serie Netflix Cyberpunk Edgerunners, piccolo capolavoro di animazione dello Studio Trigger (Kill-la-Kill, Sword Art Online), è stato talmente violento da scatenare un gigantesco tsunami: Cyberpunk 2077 si è trovato catapultato di colpo nelle prime posizioni tra i titoli più giocati su Steam, battendo addirittura molti dei record imposti dal suo predecessore The Witcher 3: Wild Hunt. Milioni di persone stregate dall'avventura di David Martinez hanno infatti scelto di dare una seconda occasione all'opera, trovando ad attenderli dall'altra parte dello schermo un mondo limato e migliorato dopo anni di patch correttive.

Un'opera che, al netto delle criticità di natura tecnica e dell'assenza di meccaniche imprescindibili per il genere, ha sempre conservato un grande merito che non gli potrà mai essere strappato. Immergendo il giocatore nell'immaginario di Mike Pondsmith, lo adagiava sui fatiscenti tavoli operatori dei bisturi, consentendogli di sfrecciare su una moto Yaiba Kusanagi nelle lunghe notti illuminate al neon, per poi farlo discutere con il terrorista Johnny Silverhand sulla vetta di un edificio fumante, dinanzi ai panorami distopici di una metropoli ormai irrecuperabile. Un'ispirazione, questa, che lo studio non ha la benché minima intenzione di abbandonare, e alla quale mira a ridare spolvero - magari facendosi perdonare altri errori del passato - attraverso l'imminente espansione Phantom Liberty.

Se con la serie Edgerunners le potenzialità narrative nascoste dietro l'universo di Cyberpunk hanno gettato definitivamente la maschera, mostrando quanto effettivamente avesse da dire l'ambientazione di Night City, com'è giocare a Cyberpunk 2077 due anni e mezzo dopo la pubblicazione? Siamo tornati a calcare le strade della metropoli per metterla alla prova all'alba dell'espansione Phantom Liberty, scoprendo ancora una volta tutti i pregi e gli evidenti difetti della più grande esperienza cyberpunk mai realizzata.

Quello che Cyberpunk 2077 non sarà mai

Cyberpunk 2077 non sarà mai uno 'Skyrim cyberpunk'. Punto
Cyberpunk 2077 non sarà mai uno "Skyrim cyberpunk". Punto

Ci sono cose che, purtroppo, non cambieranno mai. Cyberpunk 2077 non sarà mai un simulatore immersivo in senso stretto, non offrirà mai le possibilità di un Deus Ex su una scala massiva, non raggiungerà mai il grado di risposta del mondo restituito da un'opera di Rockstar Games, non potrà mai vantare la profondità interattiva dell'esperienza del GDR puro, nemmeno dopo cento diverse patch correttive. Per vivere il mirabolante videogioco promesso, quello che ha fatto sognare a lungo una vita alternativa oltre lo schermo, nei confini di un mondo pronto a piegarsi a ogni stimolo del giocatore, bisognerà probabilmente attendere Project Orion, nome in codice del sequel messo immediatamente in cantiere dalla casa madre dopo l'esplosione del caso 2077.

Un pizzico d'amarezza sopravvivrà per sempre: affrontando la missione introduttiva "Il Colpo", quando ci si trova di fronte a decine di bivi narrativi, fra finali alternativi, trattative risicate, chip da hackerare, 'missioni dentro la missione' e altre chicche del genere, è inevitabile soffermarsi a pensare a cosa Cyberpunk 2077 avrebbe potuto essere. Realizzare un'esperienza immersiva in un mondo aperto, artificiosamente montata su uno scheletro da gioco di ruolo, non è affatto un'impresa facile e CD Projekt l'ha imparato a sue spese: stando a quanto emerso dalla recente prova di Phantom Liberty vissuta da Francesco Serino, la casa sembra aver finalmente mosso i primi passi per evolvere l'architettura originale.

Quello che Cyberpunk 2077 invece è

Night City merita di essere esplorata
Night City merita di essere esplorata

Scavando nella miniera di Night City, d'altro canto, si riesce a estrarre ben più d'una grezza pietra preziosa. La vicenda del detective River Ward, che cala un fitto velo di nebbia e pioggia sulla metropoli facendo riemergere, per qualche ora, le antiche atmosfere di Blade Runner; l'inquietante storia dei coniugi Peralez, che non riescono a scrollarsi di dosso il sentore d'esser sorvegliati da un potere occulto e alzeranno il sipario sul lato più oscuro della distopia; per non parlare del 'Sinnerman', Joshua Stephenson, un condannato a morte che s'imbarca in un assurdo percorso di conversione che potrebbe sfociare in una crocifissione registrata e trasmessa in mondovisione. Anche questo è Cyberpunk 2077.

È l'unica metropoli virtuale nella quale ci si riesce a perdere anche dopo decine di ore, come se ci si trovasse realmente catapultati nelle strade di un paese sconosciuto, stringendo legami con persone vive che diventano parte del viaggio del protagonista, condividendo momenti d'intensa gioia e di grande tristezza. Sì, Night City non è e non sarà mai una Skyrim in salsa cyberpunk nella quale scrivere una grande storia emergente: è il teatro della vicenda del mercenario V e solamente di quella. Un'avventura creata per immergere il giocatore fin dentro le scarpe dell'avatar, scommettendo tutto sulla narrazione, sulla regia e sulla cura riservata a ogni singolo dettaglio delle scenografie. E nel momento in cui si parcheggia sgommando di fronte alle scalinate di un alveare fatiscente, dopo aver sopraffatto orde di 'scav' grazie a un corpo rifinito ciberneticamente, la soddisfazione diventa palpabile.

Cyberpunk 2077 oggi

Le patch 1.5 e 1.6 hanno aggiunto tonnellate di nuove meccaniche
Le patch 1.5 e 1.6 hanno aggiunto tonnellate di nuove meccaniche

La versione corrente è la 1.63, pubblicata il 20 giugno 2023 al fine di correggere un ulteriore cascata di piccoli problemi in vista dell'esordio dell'espansione. La pietra miliare più importante fissata dal momento della pubblicazione risiede nella corposa patch 1.6, che ha rappresentato un imponente allegato al lancio della serie Edgerunners: buona parte dei contenuti originali introdotti a Night City non erano altro che elementi pescati direttamente dalla serie TV, come l'iconico fucile a pompa di Rebecca, la giacca di David, nonché qualche piccola interazione nascosta volta a rispolverare le vicende degli Edgerunners.

Chi avesse provato solamente l'edizione originale si troverebbe oggi catapultato in una città più viva, più fluida, ricca di nuove opportunità, dalla presenza di numerosi appartamenti da acquistare fino - finalmente - a quella della completa personalizzazione dell'estetica del personaggio. I comportamenti e le reazioni delle folle sono stati migliorati, così come quelli del traffico, mentre in ragione delle modifiche introdotte dalla 1.5 - la celebre patch next-gen - l'intero sistema di guida è stato oggetto di un ridisegno volto a implementare meccanicamente la trasmissione e rendere l'interezza dei motori in maniera più realistica. Centro di gravità della 1.5 è stato il fronte tecnico-prestazionale, su PC giunto a esprimersi al meglio, su console PS5 e Xbox Series X|S in maniera più che soddisfacente, ma che resta ancora inaccettabile per le macchine di ottava generazione, per le quali molti degli interventi al gameplay non sono stati fisicamente possibili.

I miglioramenti alla IA sono palpabili
I miglioramenti alla IA sono palpabili

Anche il sistema di combattimento, specialmente sul fronte dell'intelligenza artificiale, è stato oggetto di diverse attenzioni: se l'amalgama non si presenta ancora perfetto, il miglioramento rispetto al day one è ora più che mai palpabile. I nemici restano ancorati a routine intelligenti, possono contare su cyberware come il Kerenzikov per schivare i colpi, sono dotati di fucili di precisione capaci di mettere in seria difficoltà V, mentre il danno inflitto dalle diverse categorie di armi è stato oggetto di un pesante bilanciamento. Modifiche, queste, che hanno avuto conseguenze anche per il protagonista, grazie all'implementazione degli smembramenti, a quella di un impattante moltiplicatore per i danni alla testa, oltre a numerosi piccoli dettagli che si muovono tutti nella direzione del realismo. Se non altro, i nemici hanno iniziato a riposizionarsi in maniera vantaggiosa, comportamento che al momento del lancio rappresentava pura e semplice utopia.

Certo, c'è ancora molto che manca all'appello, tra cui spiccano determinati elementi di cui si discute ormai da anni. L'esempio più banale è quello delle forze dell'ordine e il funzionamento generale del sistema ricercato, che ancora oggi si trova al di sotto della soglia dell'accettabilità e sarà corretto solamente con l'emersione di Phantom Liberty. Durante gli appuntamenti Night City Wire si è invece discusso di una completa revisione dell'attuale altalenante combattimento corpo a corpo, ma non è ancora noto quando e come tali modifiche finiranno per incidere sull'esperienza; il medesimo discorso resta valido per la resa degli impianti cyberware, per le visite dai bisturi e per i sistemi di trasporto pubblico, segmenti che ormai da eoni sono oggetto di fumose promesse.

Le novità dell'espansione Phantom Liberty

Il DLC Phantom Liberty è uno spiraglio sul futuro di Cyberpunk 2077
Il DLC Phantom Liberty è uno spiraglio sul futuro di Cyberpunk 2077

Il DLC Phantom Liberty di Cyberpunk 2077 è la prima grande iniezione di contenuti successiva al lancio, ed è stata descritta da CD Projekt come "un'espansione spy-thriller" volta a re-immaginare l'opera originale. Un'operazione che passa prima di tutto dall'architettura stessa del progetto, che come emerso dalla nostra ultima prova mira a mettere in scena - esclusivamente nei confini del nuovo quartiere Dogtown - una versione completamente rinnovata dell'esperienza open world. Design dei livelli verticale, passanti più responsivi, auto che sfrecciano in derapata, un livello di dettaglio più che raddoppiato: praticamente si tratta di una Night City 2.0 racchiusa in una piccola sezione della vecchia metropoli, come se anni fa un frammento di The Witcher 2: Assassin of Kings fosse stato incapsulato nella prima sortita di CD Projekt RED.

Sul fronte delle novità meccaniche, il quest director Pawel Sasko ha snocciolato una lunga serie di elementi che vanno ben oltre l'introduzione del sistema di combattimento a bordo dei veicoli. Ci sarà un nuovo albero delle abilità, denominato "Relic", pronto ad accompagnare il totale aggiornamento di quelli esistenti; a margine, sembra proprio che una qualche forma di cyberpsicosi vedrà luce nel sistema RPG, portando effetti negativi quando le installazioni di V supereranno una determinata soglia. Infine è ormai certo che le modifiche al comportamento delle forze dell'ordine vedranno luce assieme all'espansione, ma non è ancora chiaro se questa - come molte altre modifiche, fra cui le routine comportamentali delle gang - avranno effetto nell'intera Night City o esclusivamente nel nuovo quartiere di Dogtown.

Il futuro di Cyberpunk

Phantom Liberty rappresenta solo la base per il futuro
Phantom Liberty rappresenta solo la base per il futuro

La linea temporale di Cyberpunk è talmente densa ed estesa che le potenziali cornici creative non conoscono alcun limite di spazio e di tempo. CD Projekt RED potrebbe ambientare un nuovo capitolo nel passato, nel futuro, durante le famose guerre corporative, nel pieno dell'epoca delle leggende di Night City, o addirittura in altre zone del distopico pianeta Terra immaginato da Mike Pondsmith. Tramite l'annuncio con largo anticipo del sequel Project Orion, CD Projekt sembra più che mai determinata a 'ripulirsi la fedina' presentando ai giocatori - e ovviamente agli investitori - l'opera definitiva che non hanno mai potuto ricevere.

La grande lezione impartita dall'esperienza Edgerunners è che l'universo di Mike Pondsmith è talmente ricco e affascinante da accomodare qualsiasi genere di storia con una facilità disarmante: in modo completamente differente rispetto alla serie The Witcher, che sembra indissolubile dalla figura di Geralt, gli sviluppatori hanno veramente l'imbarazzo della scelta, potendo contare su tonnellate di documenti e "lorebook" accumulatisi nel corso degli anni. L'Arasaka, Adam Smasher, Alt Cunningham e i Voodoo Boys, sono infatti la punta di un immenso iceberg pronto a spalancarsi al bisogno, perlomeno sul piano della narrazione.

Solo un sequel potrà dare vita al Cyberpunk promesso
Solo un sequel potrà dare vita al Cyberpunk promesso

Oltre il velo dorato della narrativa esiste infatti un ricchissimo tessuto del gameplay che ancora oggi continua a spaccare a metà il pubblico: da una parte ci sono giocatori che si accontentano di affettare nemici sfruttando il Sandevistan o di hackerare un intero magazzino, mentre dall'altra si schierano coloro che non hanno mai smesso di sognare un grande GDR immersivo in cui assaporare la quotidianità di una vita parallela. CD Projekt dovrà prendere delle decisioni fondamentali in occasione del prossimo episodio del franchise: punterà maggiormente sulla libertà del giocatore o su un miglioramento delle fasi d'azione? Potenzierà l'offerta in termini RPG o si concentrerà sulla formula ludica introdotta nel 2077?

La storia del matrimonio tra Cyberpunk e CD Projekt è ben lungi dall'essere conclusa. L'universo assemblato da Mike Pondsmith è troppo vasto, troppo affascinante, troppo malleabile per sbiadire lentamente senza aver partorito almeno un capolavoro. Il che a conti fatti è già successo, perché il Cyberpunk Edgerunners dello Studio Trigger è rimasto tanto impresso nel cuore degli appassionati da condurre a uno dei più grandi riscatti nella storia dei videogiochi. Forse la Night City di Cyberpunk 2077 non sarà mai la metropoli altamente interattiva che era stata promessa per anni, ma oggi le sue notti a lume di neon hanno decisamente più fascino che in passato.