Diario del Capitano
All'inizio sembrava quasi una leggenda metropolitana, uno di quegli argomenti da discussione salottiera da tirare in ballo quando si parla di assurdità probabili ma pur sempre remote.
Ieri, invece, è entrata in vigore, quasi nel silenzio più assoluto, la "tassa sulla pirateria" che, su ogni supporto e periferica di memorizzazione, applicherà un certo sovrapprezzo in virtù del danno arrecato alla SIAE (e compagnia di merende) per il presunto utilizzo fraudolento del materiale appena acquistato. Ma in uno stato di diritto non si è innocenti fino a prova contraria?
Alla barba di chi afferma che la prevenzione è la migliore cura, quindi, invece di cercare di ideare qualche legge che aiuti un mercato in seria difficoltà - magari, ad esempio, abbassando il carico dell'IVA - si è preferito, a quanto pare, infierire sulla bestia ancora agonizzante cercando di rosicchiare e raschiare con le unghie, fino al midollo, quel poco di carne che ancora è rimasta per soddisfare i propri ingordi appetiti.
Citando testualmente il nostro Multiplayer.biz :
"La tassa - secondo l'idea che sta alla sua base - dovrebbe risarcire almeno in parte i mancati introiti delle case discografiche a causa della copia, anche per uso personale, di musica e video protetti da copyright, tramite il pagamento da parte dell'utenza di un balzello calcolato a seconda della capacità di registrazione, secondo il seguente tariffario:
Insomma, se ancora non lo aveste capito, d'ora in poi tutti quelli che si masterizzano il gioco dell'amico o l'ultima compilation tarra di musica da discoteca saranno quasi indotti , grazie al nuovo balzello appena introdotto, a pensare di essere giustificati - se non addirittura legittimati - a fare quello che fanno: "Tanto rimborsiamo la SIAE". Colpiti ed affondati.
E tutti gli altri? Tutti gli altri, ancora una volta di più, si dovranno attaccare al proverbiale, ma sempre presente, tram...
Paolo Matrascia, responsabile editoriale area PC.
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