Spazio, ultima frontiera. Questi sono i viaggi della nave stellare Multiplayer.it. La sua missione è quella di esplorare strani nuovi mondi alla ricerca di nuove forme di vita e di nuove civiltà per arrivare coraggiosamente là dove nessuno è mai giunto prima! A scrivere un provato di Distant Worlds 2, un titolo talmente complesso, ma talmente profondo, da presentarsi come il 4X spaziale definitivo.
Complessità
Tanto per rendere subito chiaro di cosa stiamo parlando, la prima volta che abbiamo avviato Distant Worlds 2 abbiamo impiegato più di mezz'ora non per capire cosa fare una volta entrati in gioco, ma solo per impostare la partita. Il numero di parametri modificabili è davvero impressionante tanto che se ci mettessimo a elencarli e spiegali tutti consumeremmo tutto lo spazio rimanente dell'articolo e probabilmente non riusciremmo nemmeno a includere molti menù. Si può decidere veramente ogni cosa, dal tipo di galassia in cui giocheremo, al numero di stelle da cui questa sarà composta, passando per aspetti più minuti come quelli relativi ai rapporti tra le fazioni, all'economia del nostro impero galattico, alla politica interna e alla gestione della flotta stellare. Nonostante la presenza di spiegazioni dettagliate per ogni voce, le implicazioni di alcune impostazioni rimangono comunque un mistero finché non si è giocato per qualche ora e si è iniziato a capire come funzionano i vari sistemi e i loro rapporti, in relazione alle scelte fatte dal giocatore.
Questo per farvi capire che la curva d'ingresso del titolo di Code Force è ripidissima, probabilmente la più ripida che ci sia capitata di affrontare in un titolo pubblicato negli ultimi anni, anche tra gli strategici 4X.
Tanta complessità non è sicuramente un difetto, ma una precisa scelta di design (il lead designer del gioco è un ultra appassionato del genere). Detto questo, è bene essere preparati su cosa ci aspetta una volta avviato il gioco, perché se, come speriamo abbiate capito, anche solo la generazione della partita è un affare non da tutti, il resto dell'esperienza oscilla tra il sublime e il faticosissimo. Insomma, per tirare fuori il meglio da Distant Worlds 2 bisogna avere tanta voglia di applicarsi e questo ci sentiamo di affermarlo anche se non abbiamo ancora avuto modo di provare la versione definitiva.
Padronanza
Quando si comincia a domare l'interfaccia e si sono compresi i principi che regolano i vari sistemi di gioco, almeno quelli fondamentali, Distant Worlds 2 diventa un'esperienza incredibile, da cui abbiamo faticato a staccarci. L'obiettivo del giocatore è sostanzialmente quello di costruire un impero galattico, gestendone ogni singolo aspetto, dall'economia alla potenza militare, passando per la politica interna e le relazioni diplomatiche con le altre razze che popolano l'universo. Sinceramente non ci proviamo neanche a descrivere tutti i menù di gioco, perché ce ne sono così tanti e ci sono così tanti riquadri informativi, che toccano davvero ogni singolo aspetto della simulazione, che sarebbe un'impresa semplicemente impossibile. Non osiamo immaginare la sfida di doverne scrivere il manuale... Prendiamo ad esempio solo la schermata riepilogativa di una singola astronave, in cui non solo troviamo il riepilogo di decine di caratteristiche relative al velivolo, ma anche quelle legate al design (ad esempio la gradazione della colorazione) e quelle delle singole dotazioni, che di loro vanno a incidere sulle prestazioni generali, alterando ad esempio la curva della velocità o la portata delle armi.
Considerando che è possibile andare a ritoccare qualsiasi aspetto di ogni singola nave, utilizzando l'editor integrato, capirete che il livello di personalizzazione complessivo delle flotte è enorme e che quest'ultima non ha solo una valenza estetica, ma incide concretamente sul gameplay, anche solo perché ci si possono passare delle ore, soprattutto quando si è agli inizi della carriera di signori del cosmo. Naturalmente è possibile ignorare tutto e usare i modelli preimpostati, ma non è questo il punto, perché lo stesso livello di dettaglio lo si ritrova in ogni elemento del gioco. Prendiamo le galassie: non solo ogni pianeta ha una sua scheda con dettali relativi alle materie prime estraibili, alla possibilità di colonizzazione e quant'altro, ma vale lo stesso per ogni oggetto visibile nella mappa stellare. Ad esempio un pianeta è circondato da asteroidi? Bene, ogni singolo asteroide ha la sua scheda con i suoi valori.
Un universo di possibilità
Il che rende Distant Worlds 2 uno di quei titoli in cui il giocatore sente di essere il completo padrone della partita, tanto da provare una soddisfazione enorme quando raggiunge qualche obiettivo e da non potersela prendere con nessuno quando subisce una sconfitta cocente. In termini di cose da fare siamo dalle parti di un classico 4X. Di nostro abbiamo passato le ore di gioco che gli abbiamo dedicato a esplorare la galassia e a valutare l'intelligenza artificiale delle fazioni guidate dalla CPU, davvero reattiva e scaltra. Ad esempio in un caso abbiamo provato a forzare la distruzione di una fazione rivale impiegando la nostra intera flotta spaziale contro singoli bersagli. Pensavamo di vincere senza problemi, perché avevamo forze in quantità e una posizione vantaggiosa, ma siamo stati spiazzati da attacchi improvvisi contro colonie che avevamo lasciato sguarnite, pensando che fossero coperte dal fatto che la nostra forza bruta avrebbe costretto il nemico a raggruppare le forze per difendersi.
In Distant Worlds 2 tutto va pianificato con grande attenzione e le scelte che si fanno devono essere ponderate. Si può tentare un po' di tutto ma, soprattutto dal medio gioco in poi, c'è bisogno di tenere d'occhio tutti gli elementi per non subire perdite e progredire al ritmo giusto. In questo viene aiuto la mappa di gioco, che offre a occhio una specie di riepilogo grafico dei rapporti tra le nostre colonie e tra il nostro impero e quelli avversari, nonché una rappresentazione immediata degli effetti delle nostre decisioni (rotte commerciali, presenza della flotta, rapporti diplomatici e quant'altro). Certo, bisogna imparare a leggere per bene lo sterminato numero di icone visibili a schermo, ma il gioco vale la candela, come si suol dire, perché più si diventa padroni dell'interfaccia, più emergono tutte le possibilità offerte dal gameplay.
La sostanza è che l'esperienza nel suo complesso ci ha coinvolti davvero moltissimo, al netto di un lato tecnico che sembra tutto fuorché esaltante, e non vediamo l'ora di giocare alla versione finale del gioco, che non mancheremo di recensire.
Distant Worlds 2 ci ha stupiti per la quantità di sistemi di gioco che è capace di integrare insieme, apparentemente con grande successo (vedremo nella versione finale). Certo, questo lo rende un titolo complessissimo, anche per gli standard degli strategici, ma dopo che lo si è padroneggiato (o quantomeno iniziato a capire) sembra rivelarsi comunque appagante e in grado di dare al giocatore quel controllo totale della partita che manca in moltissimi altri concorrenti. Sicuramente da tenere d'occhio.
CERTEZZE
- Tanti sistemi di gioco che danno il controllo totale sulla partita
- Molto complesso e stratificato
DUBBI
- La curva d'ingresso non sembra roba per neofiti