Doshin the Giant è un titolo che i più ferrati con le vicissitudini recenti di Nintendo ricorderanno senz'altro. Infatti, l'originale Kyojin no Doshin (titolo originale giapponese) apparve qualche anno fa sul mercato nipponico in contemporanea con la commercializzazione del 64DD. Forse non molti lo ricorderanno, ma questo add-on per N64 permetteva la lettura (e scrittura) di dischi magneto-ottici sui quali erano distribuiti i giochi, nonché la connessione alla rete mediante il modem incorporato. Purtroppo quest'unità non ebbe vita facile e non riuscì a risollevare le vendite dell'allora ammiraglia Nintendo, giungendo presto ad una ingloriosa fine. Pochi titoli furono sviluppati per il 64DD (che ovviamente non attraversò mai l'oceano, in via ufficiale) e pure di basso profilo, tranne un'edizione particolare di F- Zero X, munita di editor dei tracciati, ed il nostro Doshin the Giant, sicuramente il migliore della rosa! Ora, a distanza di tre anni, Nintendo pubblica il suo remake. Infatti, più che di un seguito dovremmo senz'altro parlare di un rifacimento bello e buono. Ciò che è stato riveduto è il comparto tecnico nel suo insieme (grafica, sonoro, controlli) mentre il gameplay e le idee di base sono rimaste pressoché identiche.
«Si vabbè, ma di che gioco si tratta?!» Direte voi.
Presto(?) detto: DtG è una sorta di simulazione divina con preponderanti elementi di azione e strategia. Impersoneremo un gigante (Doshin appunto) al servizio di un popolo sulla via della scalata evolutiva sociale. Il nostro compito sarà quello di soddisfare le richieste degli abitanti dei vari villaggi, in cui si è aggregata e suddivisa questa popolazione di esseri antropomorfi, facendo ricorso alle nostre peculiarità di gigante. Potremmo essere impegnati nel trasportare materiali o spostare oggetti, tagliare alberi oppure livellare il terreno e quant'altro per il benessere del villaggio, cercando di soddisfare chiunque richieda il nostro aiuto. Però non necessariamente ciò avverrà ogni volta e così ci vedremo assegnati dei teschi, dei cuori guadagneremo se invece avremo risolto il nostro compito favorevolmente. Il quantitativo raccolto di teschi e cuori determinerà la natura della nostra crescita, infatti Doshin crescerà continuamente durante il giorno variando in colore e aspetto, ma ovviamente il risultato più evidente sarà l'aumento della capacità di compiere azioni con minore sforzo o addirittura prima precluseci. Peculiarità del gameplay è che Doshin riacquisterà le proprie dimensioni originali all'inizio di ogni nuovo giorno, permettendoci di pilotarne lo sviluppo ogni giorno in maniera teoricamente sempre diversa e sorprendente (impedendo inoltre che il povero GameCube ceda nel tentativo di contenere un Doshin di grandezze planetarie, se la sua crescita non venisse mai arrestata e fatta regredire). In linea di principio questo è il succo, concentrato, del gioco che però si arricchisce di tante e tali sfaccettature situazionali da rendere sempre nuova e stimolante l'azione.
In totale saranno quindici i villaggi da aiutare a progredire, più tre mappe sbloccabili terminando il gioco.
Per quanto riguarda il lato tecnico sembra non ci sarà nulla da eccepire, tenendo bene a mente che si tratta di un titolo sviluppato a basso costo. Forse il comparto grafico potrà apparire da principio povero e blando, ma col tempo dovrebbe rivelare tutta la sua funzionalità e velocità. I modelli poligonali sono piuttosto semplici, ma ricoperti di buone texture, mentre l'orizzonte visibile si estende pressoché all'infinito, permettendo di scorgere i villaggi circostanti (a qualche compromesso bisogna sempre giungere). L'audio è tipicamente jappo, con musiche di accompagnamento ed effetti sonori stravaganti e bizzarri (quasi al limite della sopportazione, per un occidentale) e personalizzati per ogni cultura e villaggio, così da marcarne davvero la differenza etnica. I controlli dovrebbero risultare semplici e facilmente raggiungibili, seppure nella versione definitiva giapponese sembrano essere state riscontrate piccole difficoltà a controllare il gigante alla sua massima crescita (ma forse questo particolare è stato voluto per incrementare la sensazione di avere a che fare davvero con un corpo grande, grosso e impacciato, potenzialmente portatore di devastazione e annientamento, oltre che animale da soma, per gli indigeni).
Le premesse quindi per un buon titolo di strategia/azione/simulazione ci sono tutte ed infatti i pareri e i giudizi raccolti dalla versione giapponese del gioco (uscita in primavera) sono ovunque stati molto favorevoli; non ci resta che sperare in un buon adattamento e una degna localizzazione per il mercato europeo (l'emissione sul mercato americano avverrà in contemporanea alla nostra).
Una piccola nota di chiusura: il team di sviluppo è sempre Param, come per l'originale Doshin the Giant, ma voci mai davvero confermate vorrebbero che dietro il suo sviluppo si celi un'unica persona, quel Gilles Goddard già ingaggiato da Nintendo per realizzare StarFox su SuperNES, 1080° Snowboarding per N64, nonché autore del faccione 'strapazzabile' di Mario in Mario 64. Forse più di una garanzia.
Attendiamo comunque poche settimane ancora per testare la versione europea del gioco e quindi esprimere un giudizio esaustivo e quanto più definitivo possibile.