Se avete seguito con passione le vicissitudini relative allo sviluppo e al lancio di Playstation 3 vi ricorderete sicuramente della causa intentata da Immersion contro Sony, relativa alla violazione dei diritti sullo sfruttamento di un brevetto riguardante “una tecnologia per sensazioni tattili da applicare a mouse, joystick e altre periferiche”.
Dopo un’estenuante trattativa, arrivò l'accordo: mantenere in vendita il DualShock 2, periferica di controllo principale per l’allora ultima console casalinga di Sony, la Playstation 2, ma rimuovere la vibrazione dal controller della futura ammiraglia, la PlayStation 3. Passarono i mesi e Playstation 3 arrivò sul mercato senza il rumble (ufficialmente per una precisa scelta strategica) ma con in più il sensore di movimento che diede il nome al nuovo controller: Sixaxis. Le reazioni furono diverse: chi accusò Sony di aver copiato Nintendo integrando il sensore, chi fu soddisfatto dell’abbandono del folle layout mostrato precedentemente per rimanere su una forma non originale ma testata a fondo e infine chi, pad alla mano, si sentì nuovamente a casa, dopo tanti anni di gioco con un controller sempre simile: comodo e funzionale. Un rapido salto in avanti ci porta allo scorso Tokyo Games Show 2007: con un annuncio finalmente ufficiale Sony mostra alla stampa la nuova versione del controller: quel DualShock 3 che oggi proviamo per tutti i lettori di Multiplayer.it.
Squadra che vince non si cambia
Sony ha deciso di giocare in casa con il nuovo controller, proponendo l’abituale forma e inserendo i motori e l’elettronica necessari a rendere possibile la vibrazione. La confezione, semplice ed elegante, si apre facilmente e rivela subito un controller che a prima vista può benissimo venir scambiato con il Sixaxis fornito in bundle con la console. Ad un’analisi più accurata si nota l’unica vera differenza estetica rispetto al predecessore: a fianco della porta Mini-USB per la ricarica della batteria compare il nuovo logo DualShock 3, stampato sopra il precedente logo Sixaxis. In questo modo è chiaro che il controller supporti sia la vibrazione che il sensore di movimento in modo completo, come andremo a scoprire provando i primi giochi che lo supportano.
Fisicamente il pad è quindi identico, con il tasto centrale per l’accensione e per richiamare la Dashboard e i quattro led posteriori che mostrano l’assegnazione del controller ad un giocatore specifico. Prendendo in mano il DualShock 3, però, ci si accorge delle prime differenze: è più pesante e, forse proprio grazie al maggior peso, fornisce un ottimo senso di solidità, sicuramente maggiore rispetto al predecessore, più leggero e meno imponente. Analizzando i freddi numeri si è passati dai 145 grammi circa del Sixaxis ai quasi 200 del DualShock 3. I grammi in più non devono comunque spaventare: stiamo parlando di un peso normalissimo per un controller attuale, che guadagna qualcosa in quanto a solidità, offrendo inoltre sia la vibrazione che il sensore di movimento. Sia le levette analogiche che i grilletti dorsali non hanno subito alcuna modifica. Se le levette sono considerate tra le migliori mai progettate lo stesso non si può dire dei grilletti, criticati al tempo dell’uscita della console in quanto scivolosi e scomodi, a causa della postura a cui obbligano le mani. Forse in questo senso si poteva fare qualcosa di più, magari sagomandone diversamente la forma o cambiandone la corsa in modo da renderli un po’ più comodi. Anche per quanto riguarda i tasti e la croce direzionale digitale non si registra alcuna modifica, andando nuovamente incontro al solito e collaudato schema, con gli storici tasti ormai elevati a marchio per il brand Playstation.
La prova su strada
Passiamo quindi a provare i giochi, andando ad analizzare le sensazioni che la vibrazione dona al giocatore durante l’uso. Iniziamo con due dei titoli di lancio, recentemente aggiornati tramite patch per aggiungere il supporto alla nuova periferica. Motorstorm è forse il banco di prova migliore per il DualShock 3: le sue gare su circuiti sterrati e sconnessi sembrano fatte apposta per mettere alla prova la nuova vibrazione integrata nel pad.
In questo caso il DualShock 3 non delude: Motorstorm con il rumble è semplicemente un altro gioco. Fare un giro con un’auto da Rally passando a filo degli strapiombi di Raingod Mesa è ora un’esperienza elettrizzante e, finalmente, la strada sconnessa e le scorrettezze degli avversari sono tutte li, nelle nostre mani, avvertibili con tutto il corpo invece che con i soli occhi. La vibrazione è stata implementata, tramite il download di un aggiornamento da Playstation Network, in maniera esemplare: ogni tipologia di terreno ha un suo effetto sul pad e i cambi di superficie sono ora completamente avvertibili. Ciò cambia anche lo stile di gioco: si riesce finalmente a capire rapidamente quando le gomme sono in piena aderenza o quando il veicolo è completamente in sbandata, semplicemente guidando. Ne guadagna moltissimo l’uso della visuale interna, ora perfettamente utilizzabile e di conseguenza aumenta il realismo e il coinvolgimento. Anche l’uso del turbo è migliorato: tenendo premuto l’apposito tasto la velocità aumenterà rapidamente seguita di pari passo dalla vibrazione, in modo da fornire un feedback tattile che aiuterà a non esagerare, pena l’esplosione del mezzo, semplicemente guidando e senza dover tenere un occhio sull’indicatore o l’orecchio teso per sentire l’allarme sonoro, spesso sovrastato dal boato dei motori e dal volume della musica. Il gioco offre tre livelli di potenza per il rumble e il nostro consiglio è quello di buttarvi nella mischia impostando da subito quello più forte: non ve ne pentirete. Le sportellate, le forcelle delle moto che lavorano dopo un salto, gli urti contro le pareti di roccia avranno tutto un altro gusto e la rabbia bruta della competizione verrà elevata a nuovi livelli. L’attivazione della vibrazione, inoltre, non preclude affatto l’uso del sensore di movimento: la guida tramite l’inclinazione del controller funziona decisamente bene ed è stata leggermente messa a punto con l’ultimo aggiornamento del gioco, rendendola più fluida e maneggevole. In questo modo Motorstorm guadagna una nuova dimensione che farà sicuramente riscoprire il gioco anche a chi l’ha già portato a termine. Anche Resistance, lo sparatuttto di Insomniac uscito al lancio della console, ha ottenuto una patch che implementa il rumble. In questo caso ci troviamo di fronte ad un’aggiunta gradita ma non rivoluzionaria: l’uso delle varie armi ne guadagna sicuramente anche se, rigiocando alcune missioni, la vibrazione non ha mai un guizzo da protagonista, rendendo buono il lavoro effettuato dal team ma nella media di qualunque sparatutto uscito negli ultimi anni.
Gli altri giochi
I giochi più recenti supportano nativamente la vibrazione con un solo grande assente: Warhawk. Lo sparatutto online di Incognito non offre ancora il rumble tra le sue opzioni ed è un vero peccato: crediamo che la furia delle sue battaglie guadagnerebbe sicuramente qualcosa dal supporto alla vibrazione e, visto l’esperienza avuta con Motorstorm, l’uso del sensore di movimento, così ben implementato, non ne soffrirebbe sicuramente, andando quindi ad offrire ancor maggiore coinvolgimento nelle battaglie terrestri ed aeree. Un altro titolo che rinasce grazie al nuovo controller è sicuramente Gran Turismo 5 Prologue: la versione dimostrativa disponibile sul Playstation Store giapponese implementa già il supporto alla vibrazione e lo fa in modo decisamente convincente. Chi non possiede un volante potrà quindi impugnare il nuovo controller con la certezza di ottenere un’ottima reattività e tutto il feedback necessario a dare il meglio di se sul circuito di Suzuka. Dopo pochi giri ci si rende conto che Polyphony ha fatto un ottimo lavoro, addirittura migliore rispetto a quanto provato in Gran Turismo 4, fornendo delle genuine sensazioni di guida, con vibrazioni convincenti sia in pista che fuori, in grado di dare una mano al pilota, sempre al limite dell’aderenza nelle tortuose chicane del circuito nipponico. Anche il Recente Ratched & Clank per Playstation 3 supporta nativamente la vibrazione, rendendo il gioco sicuramente più dinamico, soprattutto nell’uso delle folli armi inventate dal team, ma senza mai rendersi protagonista. Un supporto quindi che rimanda ai vecchi episodi della serie, in grado di arricchire lo stile platform del gioco senza infastidire ne stupire. Lo stesso discorso è valido per Uncharted, in cui vengono valorizzati maggiormente gli scontri a fuoco e le cadute più dure durante le fasi adventure.
Una gradita conferma
Il DualShock 3 è quindi un ottimo controller che associa tradizione ed innovazione, fornendo agli utenti di Playstation 3 la comodità e le feature utili a godersi fino in fondo i titoli dell’attuale generazione. Una revisione dei grilletti dorsali sarebbe stata doverosa ma Sony ha deciso di non voler rischiare, riproponendo lo stesso layout del controller Sixaxis. Il supporto ai giochi è già molto buono e sicuramente, in futuro, coprirà la totalità di quelli in uscita. Speriamo quindi che anche quelli già disponibili vengano aggiornati, magari con la dovuta attenzione, in modo da poter fornire ai giocatori un motivo in più per reinserirli nel lettore Blu-ray della console. Attendiamo quindi che venga comunicata una data e un prezzo ufficiale per il lancio sul mercato europeo, per ora fissata indicativamente per Marzo 2008.