Pochi ma buoni
La carta vincente di Konami era naturalmente Metal Gear Solid 4, giocabile per la prima volta con sottotitoli e doppiaggio in inglese. La demo mostrata era quella già vista al TGS, ma l'eccellente traduzione ha mandato in visibilio i fan della serie, che si sono sottoposti a una lunga fila pur di provare cinque minuti di gioco. Altre iniziative vincenti della compagnia giapponese sono state le sessioni di autografi tenute da Koji Igarashi, creatore della serie Castlevania, e da Akira Yamaoka, compositore delle musiche di Silent Hill. Poche le altre novità presentate, tra cui spiccava soprattutto un Pro Evolution Soccer 2008 in forma smagliante: i pochi appassionati di calcio americani hanno letteralmente assalito le postazioni disponibili, dato che come sempre dovranno aspettare fino ai primi mesi del 2008 per l'uscita sul loro territorio.
Pochi ma buoni
A Nintendo spettava il titolo di spazio espositivo più grande della fiera, grazie anche all'arena in cui si svolgevano i tornei di Final Fantasy XII: Revenant Wings, finalmente in traduzione inglese, e l'inedito e decisamente promettente Advance Wars: Days of Ruin.
La maggior parte dei giochi presentati, comunque, erano titoli già pubblicati non solo in Nord America ma anche in Europa, come Zelda: Phantom Hourglass e Pokemon Perla e Diamante: sicure attrazioni per quei pochi che ancora non li conoscevano, ma di ben poco rilievo per tutti gli altri...
E gli assenti?
I grandi assenti all'E for All erano i produttori di console, con la dovuta eccezione di Nintendo. Microsoft ha preferito non prendere parte all'evento, lasciando che il compito di rappresentanza fosse svolto dal suo titolo di punta del momento: Halo 3 era infatti il gioco intorno a cui si concentravano tutti i tornei in multiplayer, che si tenevano in una sezione speciale dello spazio espositivo. La situazione di Xbox 360 in Nord America è comunque quella di una console capace di fare ottimi numeri anche senza la presenza all'E for All e non c'è da meravigliarsi che Microsoft abbia deciso di destinare questo budget ad altre iniziative pubblicitarie. Il discorso è completamente diverso per Sony, che sta invece attraversando una fase di crisi negli Stati Uniti, complice il flop della PS3 e il sempre scarso successo della PSP, solo parzialmente risollevato dall'uscita nei negozi del nuovo modello slim. In questo caso la presenza nello spazio fieristico sarebbe stata un'occasione per pubblicizzare quei titoli che potrebbero potenzialmente risollevare le sorti della compagnia, come Uncharted: Drake's Fortune e God of War: Chains of Olympus. Pur senza la presenza di Sony, lo stand Konami permetteva di provare Metal Gear Solid 4 con un controller d'eccezione, il nuovo prototipo di DualShock 3. Nonostante la funzione di vibrazione potesse essere notata solo in rare occasioni durante la demo e fosse ancora piuttosto debole, il controller era decisamente più pesante del normale SixAxis e dava una sensazione molto simile a quella del DualShock 2.
E gli assenti?
A pochi giorni dalla sua chiusura, restano i dubbi su una possibile seconda edizione dell'E for All nel 2008. L'affluenza di pubblico non è stata certamente quella sperata (si parla di appena 18.000 persone) e anche molte delle maggiori compagnie produttrici di videogiochi hanno inspiegabilmente deciso di tirarsi indietro. Si parla di un possibile restyling della fiera e addirittura di un cambio di date, in modo da farla coincidere con l'E3, ma per il momento nulla è certo. Nel frattempo l'industria dei videogiochi americana si lancia nel vortice delle uscite autunnali, particolarmente concentrate tra il Ringraziamento e Natale, e aspetta pazientemente la prossima fiera.
Che in questo caso è la Game Developers Conference, già annunciata dal 18 al 22 febbraio 2008 a San Francisco.
Dal 18 al 21 ottobre il Convention Center di Los Angeles ha aperto le porte a espositori e pubblico per la prima edizione dell'E for All, la fiera che secondo i suoi organizzatori avrebbe dovuto finalmente avvicinare i giocatori agli addetti ai lavori, cioè a tutti quegli sviluppatori, designer e producer che si occupano delle loro serie preferite. Con i drastici cambiamenti che a partire da quest'anno hanno investito il classico E3, trasferito in forma ridotta a Santa Monica e trasformato in una serie di appuntamenti privati tra giornalisti e produttori di videogiochi, il Convention Center di Los Angeles rischiava di restare abbandonato. L'organizzazione della fiera ha invece deciso di realizzare anche in Nord America quello che da tempo avviene con la Games Convention di Lipsia e il TGS di Tokyo: aprire le porte al pubblico, oltre che alla stampa, per permettere a tutti di provare i titoli più attesi.
Sulla carta l'idea sarebbe dovuta essere valida, come dimostrano i numeri del TGS e della Games Convention. In questo caso invece gli organizzatori non hanno fatto i conti con una serie di variabili neanche troppo difficili da prevedere: la prima e la più importante è che in tutte le scuole e le università americane si svolgono in questo periodo gli esami di metà semestre, una situazione che ha sicuramente scoraggiato molti dei potenziali interessati. A questo bisogna poi aggiungere che molte delle maggiori compagnie produttrici di videogiochi avevano già investito il loro budget in altri eventi e hanno quindi preferito non partecipare o comunque limitare il loro intervento. Le uniche due eccezioni erano Nintendo e Konami, entrambe presenti in modo massiccio con demo da provare e iniziative speciali.