Meccaniche Survival.
L’atmosfera di Condemned è pesante, molto cupa, e se il motore di certo non sfrutta appieno le caratteristiche di Xbox 360, sembrando più un titolo di fine generazione Xbox, la pulizia delle immagini, la qualità delle luci e delle texture, garantite dalla configurazione pur non definitiva della nuova console Microsoft, gli garantiscono comunque un buon colpo d’occhio. L’andamento del gioco è piuttosto lento, tipico da survival horror, con l’eccezione della corsa attivabile premendo la leva analogica sinistra. I combattimenti danno soddisfazione, i mostri vanno affrontati con attenzione con il solo problema di ripetersi un po’ troppo spesso nelle sembianze. Nei pochi minuti di demo, si incontrano non più di un paio di modelli di nemici e data la frequenza con cui si presentano, è una cosa che si nota piuttosto facilmente. In determinati punti della mappa si possono compiere salti o ci si può calare da parapetti o terrazze, con la speranza che il gameplay abbia variazioni e altre trovate inconsuete. Sicuramente, rispetto ai vari Kameo e Gears of War, il titolo Sega si fa notare più per atmosfera che per potenza bruta, ma è sicuramente uno dei giochi da tenere d’occhio per il lancio di Xbox 360.
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Alla Monolith Productions devono essere piuttosto contenti dei risultati ottenuti negli ultimi mesi. Dopo aver portato a termine il progetto pluriennale di Matrix Online e aver fatto il giro di tutte le riviste e siti internet del pianeta col promettente F.E.A.R., sono presenti allo showfloor dell’E3 con questo Condemned: Original Sins che sarà uno dei primi titoli al lancio di Xbox 360. L’impostazione di gioco è quella di un fps/survival horror, che mette il giocatore nei panni di un agente speciale, facente parte di una squadra specializzata nella cattura di serial killer. La demo giocabile qui all’E3 è un breve scorcio su un mondo malato e un po’ inquietante. Il protagonista si muove per una serie di ambienti rischiarati dalla luna che filtra attraverso le travi di costruzioni cadenti, popolate da senza tetto dalle fattezze poco rassicuranti, tanto da sembrare zombie senza il minimo barlume di coscienza. L’agente è armato di una torcia, di un rilevatore di segni lasciati da creature paranormali, da un palmare, con cui comunica con un agente di supporto, e da una macchina fotografica. La particolarità di Condemned è che gli ambienti sono disseminati di oggetti interattivi da poter utilizzare come armi anche le meno evidenti: avvicinandosi ad una serie di tubi arrugginiti, è possibile spezzarne uno per usarlo come mazza contro i nemici, lo stesso per gli sportelli degli armadietti su tutte le pareti o per le travi che si possono staccare dalle porte bloccate al passaggio. Col grilletto di destra si portano i colpi, con quello di sinistra ci si para e i combattimenti ricordano molto quelli di Riddick degli Starbreeze, con la particolarità che i nemici, sui quali è applicato l’Havok Engine, quando indietreggiano barcollando per l’effetto di una colpo, reagiscono con una rotazione improvvisa di 180°, smanacciando convulsamente.