Il team di Hidetaka Miyazaki non è nuovo all'inserimento dei funghi all'interno dei suoi videogiochi: chi non ricorda le tremende scazzottate con i funghi giganti di Oolacile, solo apparentemente innocui e coccolosi? Questa volta, però, FromSoftware ha adottato un approccio più sottile e al contempo - a nostro avviso - più profondo nei confronti del regno della natura di cui vi abbiamo già parlato nel nostro speciale sul vivace rapporto tra i funghi e i videogiochi. A un primo impatto, si potrebbe pensare che la presenza dei funghi sia un semplice tratto paesaggistico della landa di Caelid, tormentata dalla piaga della marcescenza scarlatta: non è così, e vi proporremo alcune suggestioni e teorie che connettono l'Interregno a speculazioni sulla nascita della vita sul nostro pianeta, mettendo il tutto in relazione a una sua possibile origine spaziale.
I funghi come forza extraterrestre, dunque, e come elemento in grado di influire tanto sul corpo che sulla mente degli uomini, avviando legami di tipo simbiotico o parassitico e incidendo anche sul paesaggio. Sono diversi gli esseri che, in Elden Ring, vivono in comunione con i funghi, per scelta o per imposizione. Se volete scoprire di più, vi raccomandiamo di concludere almeno una volta la memorabile avventura nell'Interregno e vi consigliamo di farvi una vostra idea, in base alle numerose descrizioni di oggetti presenti nel gioco, prima di leggere il presente articolo: ciò vi aiuterà a una lettura consapevole, e auspicabilmente vi permetterà di non incappare in spoiler, qui necessari per trattare approfonditamente il tema delle relazioni tra Elden Ring e il mondo fungino.
Ve ne parliamo nel dettaglio nel nostro speciale su Elden Ring e il fungo venuti dallo spazio.
Divine invasioni
Il racconto Il colore venuto dallo spazio (1927) non è tra i più celebrati nel corpus di Howard Phillips Lovecraft: il grande pubblico ha preferito il ciclo letterario di Cthulhu, ma la narrazione magnetica fatto dallo scrittore di Providence della caduta di un meteorite misterioso e dei suoi effetti sulle campagne circostanti - e, soprattutto, su animali ed esseri umani - è memorabile per come riesce a convogliare i timori dell'uomo nei confronti di fenomeni indescrivibili e inafferrabili da parte della scienza. Il colore venuto dallo spazio è "messaggero spaventoso degli informi reami dell'infinito, al di là della natura che conosciamo", è una forza incomprensibile e tremenda, capace di mutare inesorabilmente piante, mucche, e poi i membri della famiglia Gardner, riducendoli a ombre delle persone che furono e trasformandoli in esseri pressoché inanimati.
I racconti di Lovecraft esprimono pienamente il timore dell'uomo verso l'Altro, l'Alieno, e al contempo la fascinazione dell'umanità verso le profondità siderali dello spazio, largamente insondabili fino a poche decine di anni fa. Quanto agli abitanti dell'Interregno di FromSoftware, possiamo dire che - salvo rari casi di potenti entità dedite allo studio di questi fenomeni misteriosi, come ad esempio Ranni la Strega - si tratta di vittime inermi dinanzi a potenze ultramondane oscure e indecifrabili. Queste sono le vere burattinaie delle vicende di Elden Ring: vengono definite "divinità esterne". Se ne conoscono diverse: innanzitutto la Volontà Superiore, entità che diede origine all'Anello Ancestrale, aralde della quale sono le Due Dita; poi la Fiamma della Frenesia, rappresentata dalle Tre Dita, una forza tremenda che mira a ridurre il mondo in cenere; ma anche la Madre Senza Forma, l'enigmatico Dio dei Draghi e la Marcescenza Scarlatta, quella su cui ci concentreremo maggiormente in questa analisi.
Da dove vengono queste divinità esterne, e come sono arrivate nelle lande dell'Interregno? In alcuni casi - come per la Madre Senza Forma - abbiamo una quantità troppo ridotta di informazioni per poter dare delle risposte certe, mentre nel caso della Volontà Superiore e dei suoi emissari siamo ragionevolmente certi della loro provenienza dalle profondità dello spazio. La Bestia Ancestrale, portatrice del potere della Volontà Superiore e ultimo baluardo posto a difesa dell'ordine vigente nell'Interregno, precipitò sulla terra nella forma di una stella dorata; in maniera simile, la Progenie del Vuoto, Astel, è una stella malformata nata nel vuoto e penetrata nelle profondità dell'Interregno nella forma di un meteorite, responsabile della distruzione della civiltà sotterranea che popolava le lande inferiori della regione. "Una stella cadente è un cattivo presagio", recita la Rimembranza della Progenie, come a riconoscere l'influenza tangibile delle forze spaziali sugli affari terreni.
Quanto alla reale natura di queste potenze, le informazioni a nostra disposizione sono, se possibili, ancora più risicate. Eppure, nel caso della Marcescenza Scarlatta vi sono numerosi elementi che ci conducono a una teoria senz'altro particolare, ma che speriamo possiate trovare plausibile alla fine di questa lettura: si tratta di un fungo venuto dallo spazio. Strano a dirsi, Hidetaka Miyazaki non è il primo ad aver pensato a una provenienza siderea dei funghi.
Progenie galattica
Se cercate sul vostro motore di ricerca le parole "Francis Crick LSD" otterrete decine di migliaia di risultati che vi porteranno a una rivelazione sorprendente: il celebre scienziato britannico Francis Crick, scopritore della struttura a doppia elica del DNA, avrebbe avuto questa geniale intuizione nel corso di un trip da LSD. Non vi annoieremo con i dettagli di questa storia che è - molto probabilmente - una bufala (anche perché è piuttosto improbabile che Crick sia riuscito a reperire questa sostanza agli inizi degli anni '50 in Gran Bretagna): vi accenniamo soltanto che l'LSD è sintetizzato a partire da un fungo parassita, l'ergot, ma ci interessa di più una tesi da lui sostenuta circa l'origine della vita, comunemente conosciuta come teoria della panspermia guidata.
Francis Crick e il chimico Leslie Orgel avanzarono questa ipotesi nel 1973, sostenendo che la struttura del DNA fosse troppo complessa per essersi evoluta in maniera spontanea. Vi sarebbe stato, quindi, un disegno intelligente da parte di una civiltà extraterrestre avanzata, con la finalità di garantire la sopravvivenza di un popolo in via d'estinzione o rendere un pianeta abitabile per una futura, eventuale colonizzazione. Vi è anche un'altra possibilità: che la diffusione dei "germi" della vita sulla Terra sia avvenuta in maniera del tutto inintenzionale da parte dei nostri avanzatissimi "cugini" spaziali. Vi sembra un racconto un po' improbabile? E allora tenetevi forte, perché stiamo per presentarvi il micologo e naturalista Terence McKenna, protagonista di una originale revisione della teoria di Crick e Orgel.
C'è una parola azteca, "teonanacatl", che vuol dire "carne degli dèi": si riferisce ai funghi psicoattivi, utilizzati da migliaia di anni dagli sciamani di molte regioni del mondo per raggiungere stati alterati di coscienza e forgiare un contatto illuminante con entità superiori. Terence McKenna è stato tra i più raffinati studiosi di questi funghi, da lui considerati essenziali nell'evoluzione dell'Homo erectus in Homo sapiens: è la "stoned ape theory", la teoria della scimmia drogata, che considera i funghi psicoattivi come il motore decisivo dello sviluppo del cervello umano. Non solo: in una famosa conferenza, McKenna sostenne che i funghi fossero entità aliene, espressione di una penetrazione extraterrestre del mondo umano. La psilocibina, sostanza psichedelica contenuta in molti funghi allucinogeni, ha una struttura molecolare particolare, unica al mondo - spiega McKenna - e per questo di probabile origine extraterrestre, un "artefatto alieno da un punto di vista molecolare". Il micologo si dice stupito dell'aspetto banale degli alieni nella cultura popolare: esseri umanoidi e grigiastri, con due braccia, due gambe e grandi occhi. "Aspettarsi di incontrare un alieno antropomorfo con uno spiccato interesse per i meccanismi riproduttivi umani e per le capacità produttive del sistema industriale terrestre è assurdo", afferma divertito; a suo parere, una intelligenza extraterrestre superiore sarebbe ben più particolare, e adotterebbe come strategia esplorativa e di conquista la costruzione di sonde capaci di autoreplicarsi a velocità surreale sul terreno del pianeta invaso. Quale essere vivente riesce a emettere tre milioni di spore in un minuto, mantenendo il ritmo costante per settimane? I funghi. Le spore dei funghi psicoattivi sarebbero arrivate dallo spazio e avrebbero costruito una relazione simbiotica con la specie umana, contribuendo alla sua evoluzione da Homo erectus a Homo sapiens. Non a caso, della psilocibina McKenna parla come "entità intelligente non proveniente dalla Terra".
In altre parole, secondo Terence McKenna i funghi psilocibinici sarebbero capaci di "indossare" la il nostro cervello e parlare tramite l'essere umano che ne faccia uso, rischiarando "la fredda notte della nostra mente". I funghi non hanno mani per manipolare il mondo, ma sarebbero capaci di impiegare la psilocibina come messaggero chimico e prendere in prestito un corpo umano per pensare ed esprimersi. I "funghi magici" sono passati da un relativo anonimato alla fama internazionale nel corso del Ventesimo secolo proprio grazie a divulgatori come Terence McKenna, ma anche il banchiere Robert Gordon Wasson, brillante etnomicologo e pezzo grosso di Wall Street - fu vicepresidente di JP Morgan per circa un ventennio - e ai giorni nostri Paul Stamets, cui la NASA si è rivolta per studiare l'impiego dei funghi per la costruzione di stazioni spaziali su pianeti alieni. Stamets ha raggiunto una fama tale che nella serie televisiva In Star Trek: Discovery l'ufficiale scientifico della Flotta Stellare a bordo della Discovery - specializzato in astromicologia e inventore di un motore a spore capace di muovere la navicella spaziale nei più remoti punti della galassia - si chiama proprio Paul Stamets.
Insomma, esiste più di un legame tra i funghi e lo spazio, anche in senso negativo: le muffe (che fanno parte del regno dei funghi) colonizzano da molti anni anche la Stazione Spaziale Internazionale. Quantità ingenti di Aspergillus niger richiedono la costante attenzione e il monitoraggio da parte degli astronauti, ed è per questo che nel 2019 un gruppo di scienziati ha provato a bombardare questa specie di muffa con "stupid amounts of radiation" (sono le curiose parole dello studio), di molto superiori rispetto ai livelli elevatissimi presenti sulla superficie di Marte. Risultato? Le spore possono sopravvivere a dosi di radiazioni pari a 1000 gray, mentre 5 gray riescono a uccidere un essere umano. Lo studio conclude affermando che i funghi ci accompagneranno certamente nei viaggi spaziali, che l'uomo lo voglia oppure no. Un po' come i funghi di Elden Ring sono piombati nell'Interregno: senza chiedere il permesso di nessuno.
Il fungo ha fame
Come consuetudine per le ermetiche tecniche narrative cui ci ha abituati FromSoftware, comprendere l'agenda delle divinità esterne che si contendono il dominio sull'Interregno non è un affare semplice. Un indizio lo si trova nelle numerose catacombe che punteggiano il territorio: alle radici dell'Albero Madre si intrecciano i corpi dei defunti, che sembrano quasi assorbiti dal sistema radicale dell'Albero stesso. Si può quindi intuire, anche in base ad altri elementi, che i corpi e le anime dei morti sono oggetto di spietata competizione tra queste divinità, che mirano al nutrimento che ne deriva e - in ultima analisi - sono in lizza fra loro per decomporre l'Interregno e i suoi abitanti.
In questo contesto si inserisce la divinità della Marcescenza Scarlatta, che trova in Malenia la Recisa la sua riluttante campionessa. O, per meglio dire, il suo organismo ospite primario: come abbiamo anticipato, vi sono diverse ragioni per sospettare che la marcescenza altro non sia che un fungo venuto dallo spazio. Una forza aliena che, in un primo momento, venne arginata da un potente guerriero non vedente, che arma in pugno scacciò un'antica divinità: ce lo dice l'Amuleto della Danzatrice blu. Questo spadaccino sarebbe poi diventato maestro di una potente Empirea piagata dal morbo della marcescenza: Malenia, mutilata dall'avanzare della malattia, che sulla sua pelle si manifesta in maniera simile a una dermatofitosi fungina. In seguito all'incontro con il suo mentore, "la fanciulla sviluppò una forza senza pari" (dalla descrizione del Cimelio della portatrice di protesi) e come simbolo assunse quello di una spada alata, il cui emblema era ambito dono conferito ai cavalieri che combattevano al suo fianco, condannati a essere contagiati dal morbo ma lieti di poter vivere il resto dei loro giorni al fianco della possente spada di Malenia, che "non ha mai perso splendore o slancio" (ce lo dice l'Emblema della spada alata).
Ma vi è di più: la descrizione della Testa fungina, parte del Set fungino, ci dice che si tratta di un "parassita micotico che ha infestato un intero corpo", considerato come un paramento sacro che vincola alla terra stessa; la Corona fungina è invece "imponente copricapo" degli antichi lord che servirono la marcescenza. Indossando il set completo, il Senzaluce viene praticamente trasformato in ospite di numerosi funghi che prosperano sulle sue carni, garantendo una forte protezione dagli effetti della marcescenza scarlatta. I segni della marcescenza si manifestano in Malenia come stigmate corporali, segni inequivocabili della voracità del fungo nei confronti della sua stessa, riluttante paladina. Il fratello Miquella tenta di guarire Malenia dalla marcescenza, ma senza risultato: è però capace di forgiare l'Ago d'oro puro, "feticcio rituale creato per scongiurare intromissioni di divinità esterne" che sembra in grado di prevenire il morbo marcescente, senza però curarlo.
In occasione della drammatica Battaglia di Aeonia, che vede contrapporsi le forze di Malenia a quelle del fratellastro Radahn, una situazione disperatamente sfavorevole alla paladina della marcescenza comporta un evento imprevisto: lo sbocciare dell'Aeonia scarlatta. Molto simile al Gymnosporangium juniperi-virginianae, un fungo che causa una grave malattia agli alberi di melo e di cedro, l'Aeonia diffonde le sue spore nella regione di Caelid, che assume così l'aspetto conosciuto dal Senzaluce: una immensa distesa grigia e rossastra, dominata da funghi assimilabili a Pleurotus ostreatus - il divoratore per eccellenza, capace di prosperare su fondi di caffè, petrolio, sigarette, pannolini sporchi e molto altro ancora, eccellente commestibile reperibile anche al supermercato - e allo stravagante Sarcoscypha coccinea, di un violento colore rosso, velenoso da crudo. La terra di Caelid sembra manifestare l'intento della divinità esterna della marcescenza: quello di divorare il mondo, di digerire qualsiasi cosa le capiti a tiro. Il seguace Gowry parla della marcescenza come di un "fulgido ordine", un "ciclo di decadimento e rinascita" cui egli ha dedicato tutta la vita: in effetti, i funghi sono decompositori per eccellenza, necessari affinché la materia biologica possa scomporsi e ricomporsi in nuove forme, e le loro eventuali "dimenticanze" nel corso della storia del nostro pianeta hanno avuto talvolta effetti straordinari. Soltanto in rarissimi casi del materiale organico è sfuggito all'attenzione dei funghi: come spiega il micologo Merlin Sheldrake, è il caso delle foreste del Carbonifero, non degradate dai funghi e trasformatesi nel carbone che ha animato la Rivoluzione Industriale, frutto di ciò che i funghi - per ragioni che non conosciamo e che sono al vaglio degli scienziati - non hanno decomposto.
Tornando a Elden Ring, possiamo dire che la marcescenza scarlatta non si manifesta soltanto nel corpo di Malenia e sul territorio marziano di Caelid, in cui i funghi prosperano sotto un cielo di un rosso crudele: lo sbocciare dell'Aeonia scarlatta ha determinato la follia del Generale Radahn, ormai ridotto a un gargantuesco cannibale costantemente assetato di carne e di battaglia, senza più ragione né scopo. Unica parvenza di pensiero razionale è nell'attenzione da lui dedicata ai sortilegi di gravità necessari affinché il suo misero cavallino, Leonard, possa reggere il suo immenso peso; i soldati fedeli al generale gli avevano promesso una morte onorevole, e per questo hanno organizzato in suo onore un festival destinato a richiamare guerrieri valorosi che possano mettere fine alle sue sofferenze una volta per tutte. Dicevamo di Terence McKenna, dei funghi psicoattivi e della loro influenza sulle menti umane (e non solo: le renne siberiane sono ghiotte di Amanita muscaria, fungo allucinogeno dal caratteristico cappello rosso a puntini bianchi): nello speciale sui funghi e i videogiochi abbiamo parlato di Ophiocordyceps unilateralis, fungo parassita delle formiche, e del suo controllo totale sul corpo dell'animale ospite, oltre che dell'influenza decisiva di questo fungo su Neil Druckmann nella scrittura della storia di The Last of Us e nella determinazione degli effetti del fungo Cordyceps nella sua illustre manifestazione videoludica. Ecco, al Generale Radahn succede un qualcosa di molto simile: le spore della marcescenza scarlatta degradano irreversibilmente la sua mente, proprio come il fungo decompone gradualmente il pur possente corpo della sorellastra Malenia la Recisa.
Corpo, mente, paesaggio: la capacità della marcescenza scarlatta di prosperare in ogni situazione non deve stupire, date le svariate capacità metaboliche che sono proprie dei funghi. Se il metabolismo è l'arte della trasformazione chimica - scrive Merlin Sheldrake - allora i funghi sono maghi del metabolismo, capaci di esplorare, rovistare tra i rifiuti e recuperare sostanze utili in modi ingegnosi, demolendo anche le sostanze più ostinate: tritolo, roccia, lignina, petrolio. Aveva ragione Terence McKenna a dirsi deluso dalle apparenze un po' trite degli alieni nell'immaginario popolare: a ben guardare, sono i funghi e le loro mille forme a costituire un ben più convincente Grande Altro lovecraftiano, talora enigmatico quanto il colore venuto dallo spazio. Elden Ring ce lo fa comprendere benissimo, manifestando la tendenza primaria dei funghi: quella a partecipare, in vario modo e con risultati differenti - ma sempre tremendamente affascinanti - alle vite e alle storie altrui.