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F.E.A.R. 2: Project Origin - Provato

Monolith Productions ci riporta nel mondo inquietante di F.E.A.R. e dopo il discreto successo raggiunto con il primo capitolo, il seguito riuscirà a fare ancora meglio?

PROVATO di La Redazione   —   20/12/2008
F.E.A.R. 2: Project Origin
F.E.A.R. 2: Project Origin
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Il primo F.E.A.R. fu una delle sorprese videoludiche più belle del 2005: per i più smemorati la serie creata da Monolith Productions cercò di unire gli ingredienti degli horror con quelli di uno sparatutto, creando un'ottima miscela di tensione ma alla stesso tempo non annoiando mai il giocatore e dandogli l'azione che desiderava. Il gioco riscosse abbastanza successo, sia di critica che di vendite, ma alcune sbavature, tradotte soprattutto in un poco azzeccato design degli ambienti, gli impedirono di raggiungere lo status di pietra miliare del genere. E' chiaro che quindi l'attesa per questo seguito sia molta, e i fan della serie sperano a dita incrociate che gli sviluppatori abbiano appreso dagli errori e che questa volta F.E.A.R. 2 riesca a entrare nell'olimpo dei videogiochi.
Inizialmente annunciato come Project Origin, il titolo è stato soggetto a molti cambiamenti, tutti inerenti all'acquisizione di Monolith da parte di Warner Bros. Il primo capitolo uscì infatti sotto il publishing di Vivendi che poi decise di cedere lo studio alla casa californiana trattenendo però proprio i diritti del nome F.E.A.R.. Il gioco iniziò quindi a essere sviluppato con il solo nome appunto di Project Origin, questo fino a quando Warner Bros annunciò di aver acquisito anche i diritti all'utilizzo del brand F.E.A.R..

Storie paranormali

F.E.A.R. 2 non è un prequel e nemmeno un sequel ma si posiziona in mezzo agli eventi del primo capitolo, più esattamente verso la fine di esso, quando la città di Auburn viene scossa da un'esplosione di origine paranormale. A soccorso viene inviata una squadra delle Forze Speciali per indagare sull'accaduto, ma quella che inizialmente sembra una missione di routine si scopre essere qualcosa di molto più grande. Alma infatti, la "simpaticissima" bambina del primo capitolo, decide di vendicarsi contro il mondo intero e creando una sorta di esercito del paranormale che ovviamente starà al giocatore cercare di debellare. Per quanto la trama possa sembrare abbastanza semplice, essa andrà a complicarsi col passare dei livelli, creando scompiglio per poi rimettere a posto tutti i tasselli come in un puzzle.
Il tutto ovviamente prende ispirazione dai film horror di matrice giapponese contemporanei, non è infatti difficile notare diversi richiami a film come The Ring (Alma è praticamente la controfigura della bambina del pozzo), Dark Water e Ju-On con i loro "shibito" (una sorta di anime erranti in versione giapponese) fanciulleschi. Durante tutto l'arco dell'avventura inoltre il protagonista viene colto da improvvisi flash, non per forza rivolti al passato, creando una tensione incredibile e dando al giocatore la sensazione che qualcosa lo stia aspettando dietro alla prossima porta.
Per togliere subito tutti i dubbi è giusto far notare che quella ripetitività nelle ambientazioni viste nel primo F.E.A.R. è scomparsa del tutto, lasciando spazio a un level design che copre diversi contesti. Quando i programmatori hanno mostrato uno dei primi livelli, ambientato in una serie di uffici, un po' di delusione è comparsa sul volto dei presenti, dato che il primo capitolo si ambientava quasi esclusivamente in spazi di questo tipo, ma quando invece sono state mostrate il resto della ambientazioni si è potuto tirare un sospiro di sollievo. Il secondo livello mostrato infatti era ambientato in una scuola elementare, luogo perfetto per scavare nel passato del giocatore e creargli terrore. Girando tra le aule e i corridoi si è potuto però notare come ogni elemento capace di elargire paura fosse totalmente scriptato, sia che si trattasse di un nemico pronto a sbucare all'improvviso o un fantasma impegnato col pianoforte nell'aula di musica. Porte che si chiudono o si aprono di colpo, luci che si spengono, armadi che scricchiolano come dopo il passaggio di una folata di vento; tutto questo contribuisce a rendere l'atmosfera di F.E.A.R. 2 spettrale all'inverosimile, il tutto contornato da splendidi giochi di luce e ombre degni del miglior film horror.

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F.E.A.R. 2: Project Origin - Provato
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E poi si può anche sparare

Ma F.E.A.R. 2 è anche uno sparatutto, ed è per questo che non può rientrare nella cerchia dei survival horror. Le munizioni non mancano mai, e si possono trovare armi di ogni tipo sparse per i vari livelli che aiutano a fronteggiare i numerosi nemici che si parano davanti. Inoltre è possibile pilotare alcuni mezzi come ad esempio dei veri e propri mech con visuale in soggettiva dall'abitacolo. Il metodo di puntamento si rivela ottimo e la totale distruttibilità degli ambienti e l'interazione con essa sono parti fondamentali del gioco. Infatti i nemici sono dotati di ottima mira e bisogna sempre cercare un'adeguata copertura, oppure in assenza di essa sta al giocatore crearsela ribaltando tavoli o altri elementi dello scenario. E' inoltre possibile attivare la modalità al rallentatore che aiuta a risolvere le situazioni più intricate e consente di apprezzare ottimi effetti grafici e superbe animazioni, come l'esplosione di una granata o i movimenti dei nemici dopo essere stati colpiti. Inoltre tutto quello che si vede a schermo si distrugge e si deteriora in base ai colpi che subisce dando molto più realismo alle varie sparatorie. Sparatorie che vedono il giocatore coinvolto contro nemici paranormali ma dalla parvenza umana: spettri e vere e proprie creature dell'oscurità. Non manca ovviamente di fare capolino ogni tanto Alma, la tenera bambina, ma data la sua incredibile potenza distruttiva e la sua immortalità in queste situazioni, la cosa più saggia da fare è darsela a gambe. Inoltre l'intelligenza artificiale dei nemici risulta molto avanzata, visto che questi non si limitano a sparare, ma tentano approcci tattici creandosi anche loro coperture e sfruttando in ogni modo l'ambiente circostante.
Graficamente F.E.A.R. 2 è ben fatto, anche se non fa gridare al miracolo allo stato attuale dei lavori per via di alcune texture ancora poco definite. L'impatto grafico generale è comunque ottimo, superiore allo standard e il tutto senza risentirne in termini di rallentamenti, cosa più che buona. Come già detto in precedenza, luci e ombre sono molto importanti ai fini dell'immersione del giocatore nel mondo di gioco e il motore grafico si fa trovare sempre preparato a gestire tutte queste situazioni. Il sonoro è un altro punto forte: oltre al totale doppiaggio in italiano (realizzato abbastanza bene), rumori ambientali ed effetti sonori risultano ottimi. Camminare lungo un corridoio e sentire delle urla in sottofondo, o una porta che si chiude, è qualcosa che fa letteralmente gelare il sangue nelle vene, e si sa quanto il sonoro è poi importante in titoli di questo tipo.

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Arrivederci a Febbraio

Purtroppo l'ultima fatica di Monolith non sarà disponibile nei negozi prima del 13 Febbraio 2009, tempo che si spera venga utilizzato per sistemare quei piccoli problemi, soprattutto nelle texture, di cui soffre il gioco. In ogni caso, anche allo stato attuale dei lavori, F.E.A.R. 2: Project Origin dimostra maturità, maturità nell'andare a prendere un bel gioco come il primo capitolo, ascoltare le critiche piovute su di esso, fare mente locale e realizzare un gran titolo come promette essere questo seguito. E' inoltre disponibile una modalità multiplayer online che però non ci è stato dato modo di vedere o provare e sulla quale ci sono ancora molte informazioni se non per il fatto che è sia cooperativa che competitiva. Ricapitolando è decisamente ragionevole attendere questo F.E.A.R. 2 con trepidazione, perché si candida come uno di quei titoli che faranno del 2009 un anno da ricordare per noi videogiocatori.

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