L'impegno di IIDEA, l'associazione di categoria che rappresenta l'industria dei videogiochi in Italia, non è solo quello di promuovere e supportare i titoli e i produttori nostrani in giro per il mondo, ma è anche quello di stringere legami e accordi a 360° che consentano al settore di crescere, possibilmente in maniera sana e organica. Per fare questo bisogna sicuramente lavorare sul substrato produttivo del Belpaese, ma si può anche provare a imparare da chi ci è già passato e ha già creato un'industria fiorente.
Da questo punto di vista il First Playable è uno degli appuntamenti più importanti dell'anno. L'edizione 2022 si è tenuta presso l'Arsenale di Pisa ed è stata organizzata da IIDEA e Toscana Film Commission e supportata da Fondazione Sistema Toscana, MAECI, Agenzia ICE e Comune di Pisa e ha ospitato sia alcuni dei volti più noti del nostro sviluppo sia diverse personalità internazionali che sono venute in Italia a condividere le proprie esperienze e, perché no, a imparare qualcosa dal "caso di studi Italia". Il nostro paese, infatti, è vero che non può contare sulla storia e le infrastrutture di Francia, Regno Unito o Polonia, ma negli ultimi anni ha fatto passi in avanti da gigante, grazie all'affermazione internazionale di studi come Ubisoft Milan, Milestone, Nacon Milan, Reply Game Studios e tanti altri. Dal punto di vista burocratico l'aver finalmente ottenuto il tax credit anche per i videogiochi, uno strumento fiscale che consente di avere agevolazioni per coloro che investono nell'industria, dovrebbe dare un'ulteriore spinta alla crescita delle realtà già presenti sul nostro territorio. Per le startup stanno invece sorgendo diversi incubatori/acceleratori pensati per dare una struttura più professionale ai team emergenti e insegnare loro le conoscenze necessarie per poter competere a livello internazionale.
First Playable racchiude tutte queste anime di IIDEA e prova a raccontare a 360° l'industria, le sue potenzialità, ma anche le sue problematiche, in maniera da tentare di tracciare una strada da percorrere nei prossimi mesi.
Sviluppo sostenibile e interconnesso
Il primo appuntamento, dopo il classico discorso introduttivo di Thalita Malagò, General Director di IIDEA e Stefania Ippoliti, General Manager di Toscana Film Commission, si è concentrato sul come creare un ecosistema europeo di sviluppatori partendo da realtà locali. Al panel, rigorosamente in inglese come tutti quelli del First Playable, hanno partecipato i rappresentanti delle associazioni di categoria francesi, polacche e serbe, in modo da raccontare tre stadi diversi della crescita dell'industria. Nonostante i punti di vista molto differenti (in Francia, per esempio, siamo già alla terza generazione di sviluppatori di caratura internazionale) tutti sono d'accordo sul fatto che i videogiochi rappresentino ancora un'industria sulla quale puntare, sia per il fatturato che è in grado di produrre, sia per il soft power che mettono nelle mani di quel paese, che attraverso di loro è in grado di diffondere messaggi politici e la propria cultura.
Chiave di tutto, ancora una volta, è il tax credit e la predisposizione dei governi nazionali magari non solo a spingere la creazione di questa industria, ma perlomeno a non porre ostacoli tra le ruote degli sviluppatori, in modo da consentire una crescita organica e di qualità. Una crescita che potrebbe (e secondo Nicola Rosa, Multiverse Lead Europe & APAC di Accenture Technology Innovation dovrebbe) guardare verso i metaversi, potenzialmente il futuro non solo del gaming, ma dell'intero intrattenimento, vista la capacità d'ibridare reale con virtuale, visti i grandi attori coinvolti e soprattutto i nuovi device in arrivo, che dovrebbero, sempre secondo Rosa, abbattere le barriere d'ingresso verso questi universi.
L'accedere ai metaversi e alla blockchain potrebbe essere un modo per autofinanziare i propri progetti. In caso si voglia fare in maniera più tradizionale, sono intervenuti diversi protagonisti di publisher come Chucklefish, Amplifier, Kinda Brave o Playtronic a raccontare di come sia divertente investire nei videogiochi, trovare nuovi progetti da far crescere e consentire ai vari talenti di esprimere al massimo le loro potenzialità.
Dalle persone alle tecnologie
A dimostrare la versatilità del First Playable sono stati i primi due panel del pomeriggio, il primo incentrato su di un argomento molto delicato e attuale, ovvero l'inclusività e la diversità. Non solo su come rappresentarla, ma anche su come creare dei luoghi di lavoro nei quali le differenze non creino tensioni e problemi e su come rendere accogliente e produttiva ogni genere di collaborazione, evitando fraintendimenti e gli errori più comuni.
C'è voluta un po' di flessibilità per passare dal parlare delle persone e di come queste si sentano e vogliano essere rappresentate ad un panel interamente dedicato all'Unreal Engine 5, ma il motore grafico di Epic Games è sempre al centro dei progetti più importanti e la sua nuova versione sarà quasi sicuramente lo standard che bisognerà considerare negli anni a venire. A parlare delle sue novità, delle potenzialità e di come Epic intenda coinvolgere sviluppatori grandi e piccoli nel suo ecosistema è stato Sjoerd De Jong in persona, il Director of the Developer Community di Epic Games.
L’Italia nel mondo
La giornata d'incontri non poteva che chiudersi con un focus sull'industria italiana. Il primo segmento, chiamato Italians Abroad, ha parlato dell'omonimo programma che ha come obiettivo quello di trovare e "mappare" i professionisti italiani che sono andati all'estero a lavorare e lì sono riusciti a fare strada. Perché non ci sono solo i Pessino, ma Ilja Rotelli è Head of International Investment & Biz Development presso Amazon Games, Roberto Schiavulli è il Co-Founder & Creative Director di ChamoGames e Maurizio De Pascale è Chief Technology Officer di IO Interactive. Tutte personalità che sono intervenute per raccontare la loro esperienza e spiegare come siano arrivate a ricoprire il loro ruolo nell'industria.
Infine la giornata di lavori si è chiusa raccontando l'esperienza e il successo di tre acceleratori italiani, ovvero delle strutture pensate per aiutare team già strutturati a evolvere e fare il passo successivo, fornendo loro gli strumenti necessari per colmare le lacune che hanno e creare dei prodotti in grado di competere a livello internazionale. Stiamo parlando di Bologna Game Farm, Cinecittà Game Hub e Quickload, tre strutture che, in maniera diversa, stanno aiutando dei team "amatoriali" a crescere e a strutturarsi per poter dare una forma compiuta ai loro lavori, al momento ancora in forma embrionale.
Le due giornate successive del First Playable sono dedicate a incontri 1:1 tra chi lo volesse e i professionisti che sono intervenuti nei panel, ma non solo. Ben 85 studi di sviluppo italiani si sono registrati all'evento, che si conferma ancora una volta un'occasione per fare rete e stringere nuove collaborazioni.