Questo speciale vuole ripercorrere le tappe di un successo, sicuramente non casuale, ed esaminare quali possono essere le nuove possibili evoluzioni. Una di queste è senz’altro l’episodio speciale in arrivo su Psp, Chains of Olympus, che si è subito distinto per un comparto estetico in grado di valorizzare al meglio l’hardware del portatile Sony. Non è una novità, poiché già i primi due capitoli per Playstation 2 avevano dato il meglio di sé graficamente, in particolar modo il secondo, da molti definito un vero e proprio miracolo considerando la veneranda età della console. Impossibile dimenticare il fiammeggiante inizio, con il gigantesco colosso di Rodi, splendidamente dettagliato, a ribadire come l’abilità possa consentire tutto, anche l’impossibile.
Ma Gow non è solo un piacere visivo, giammai. Fin dal lontano primo capitolo, il carisma di Kratos aveva già conquistato l’immaginario collettivo. Un vero e proprio antieroe, violento, malvagio, in netta controtendenza con i cliché di genere. Il giocatore provava quasi antipatia per questo guerriero spartano impegnato in una cruenta lotta contro gli Dei, pronto a massacrare chiunque si pari davanti con le sue micidiali lame. Antipatia, certo, ma mai indifferenza. Come valore aggiunto (e incredibilmente poco sfruttato) lo scenario mitologico che fonde con maestria eleganti citazioni e fantasia. Eppure Gow non è un fenomeno scaturito dal nulla, non è certo un equivoco, ma l'interpretazione in chiave moderna del più puro action game, partendo dalle sue fondamenta. I suoi antenati non sono certo sconosciuti, a rimanere in tema mitologico possiamo citare il celeberrimo Rygar, che recentemente ha goduto anche di una trasposizione tridimensionale. Se ricordate però il vetusto e omonimo coin op Tecmo, difficilmente dimenticherete il piacere di una formula semplice, ma potenzialmente infinita. Quella dell’affettare decine e decine di nemici con un’arma bizzarra e innovativa, senza mai provare il minimo accenno di noia. Ed è quello che hanno provato tutti quelli che si sono cimentati con le mitiche blades of chaos di Kratos, quelle lame poliedriche e affascinanti che si rinnovano continuamente per portare attacchi sempre nuovi e furiosamente spettacolari. D’altronde se anche la bella Nariko (di Heavenly Sword) dispone di un’imitazione lapalissiana delle suddette armi ci sarà un motivo, no?
Ma non è finita qui, in Gow non solo si affetta, ma si salta, si usa la materia grigia per risolvere qualche enigma, ma soprattutto si ammira un combat design in grado di fondere eccesso e rigore come poche volte prima. Prendiamo i riuscitissimi QTE, i quick time events, sperimentati in tempi non sospetti dal geniale Yu Suzuki ed il suo Shen Mue, e presto divenuti un trademark degli action moderni. Santa Monica offre la sua interpretazione di questo sistema, rimanendo a debita distanza da una fredda implementazione da laser game, ma rendendo partecipe il giocatore fino alla fine degli scontri. Simbolici, in tal senso, quelli contro l’Idra del primo capitolo, come il colosso di Rodi del secondo, costringono il giocatore ad una partecipazione mai passiva e stupiscono per la loro spettacolarità. E ancora, le tante citazioni, sempre derivate dalla prestigiosa scuola giapponese, dalle cavalcate sul Pegaso che si cullano sui ricordi del mai dimenticato Panzer Dragoon. Non ultimi, gli elementi da rpg, che seppur sparuti sanno valorizzare la formula nel modo più giusto. La collezione di anime per incrementare la potenza delle armi e imparare nuove mosse spinge il giocatore ad un collezionismo morboso, formula pedissequamente ripetuta nel secondo capitolo, e che presumiamo verrà mantenuta anche nel terzo.
La nuova vita di David
Come tutti sapete, è recente la notizia dell’uscita di David Jaffe da Sony. Il talentuoso designer, creatore non solo di Gow, ma anche Twisted Metal, ha abbandonato la divisione SCEA per fondare una propria software house, la Eat Sleep Play. Le motivazioni sono ignote, ma i legami tra le future produzioni di questo team e le piattaforme Sony ci fanno pensare pensare che si tratti di una collocazione più consona alle proprie esigenze, piuttosto che una vera e proprio separazione. Attualmente il gruppo è impegnato su vari progetti, probabilmente destinati alla distribuzione digitale attraverso il Playstation Network. Le recenti creazioni di Jaffe (Calling All Cars) fanno pensare ad un nuovo corso creativo, maggiormente orientato ad un’utenza casual. Di certo questa uscita getta qualche ombra sul futuro di Kratos, anche se Sony, essendo detentrice dei diritti, continuerà a pubblicare le sue avventure. In ogni caso, auguriamo la miglior fortuna al buon David!
Come proverbiale ciliegina abbiamo una grande atmosfera resa da musiche di primissimo ordine (celebre ormai il tema principale), e, senza volerci ripetere, il grandissimo carisma di Kratos nella sua folle ascesa all’Olimpo. Alla fine del primo episodio abbiamo visto un guerriero che portava profonde cicatrici morali, il doloroso ricordo di una famiglia perduta, un visionario epilogo che lo vedeva sedere al trono dopo aver sconfitto la divinità Ares. E Kratos era diventato lui stesso un Dio, redarguito, cullato, punito dalla severa dea Atena, tornava nelle spoglie mortali nel secondo capitolo, intento a vendicarsi di Zeus, e tornare addirittura indietro nel tempo. Nel mezzo il mito in tutto il suo irresistibile magnetismo: dal vaso di Pandora, al supplizio di Prometeo, al ritorno dall’Ade, gli occhi pietrificanti di Medusa. Viene spontaneo chiedersi cosa si inventerà Santa Monica per il capitolo dedicato alla “prossima generazione”.
Senz’altro le caratteristiche innovative di Playstation 3 serviranno ad offrire supporto alla fantasia degli sviluppatori, e non ultime le risorse rappresentate dall’hard disk nativo e il supporto Blu Ray, che consentono maggior spazio di archiviazione, minor compressione, livelli più ampi. Le possibilità sono davvero molte. Ma il compito sarà anche particolarmente arduo, Gow 3 non dovrà essere solo un ottimo gioco, ma dovrà dimostrare le capacità della console come hanno saputo fare finora Guerrilla e Naughty Dog. E qui il tempo non gioca a favore dei Santa Monica, i primi due Gow sono usciti in una fase di completa maturazione di Playstation 2. Per il Cell lo scenario è invece maggiormente complesso, complice la maggiore difficoltà nel sfruttarlo al meglio. Questo senza escludere un particolare non irrilevante (leggete il box per maggiori delucidazioni), la dipartita di David Jaffe, che comporterà qualche difficoltà aggiuntiva nel replicare le meraviglie dei primi due episodi. Siamo sicuri quindi che il team di sviluppo si prenderà tutto il tempo necessario per sfornare un prodotto all’altezza delle aspettative. Noi non siamo impazienti, specialmente quando abbiamo la consapevolezza che Sony non è affatto intenzionata ad abbandonare Kratos e il suo mondo. Attendiamo fiduciosi.
Nel complesso scenario delle produzioni videoludiche servono le esclusive, è indubbio, soprattutto per ciò che riguarda i nuovi hardware. Sony ha capito in fretta che le esclusive è ancora meglio crearsele in casa, come la serie di God of War, oggetto di questo speciale. Concepita dalla divisione SCEA di Santa Monica, e soprattutto dalla mente di David Jaffe, le avventure del nerboruto Kratos si sono conquistate col tempo una notevole fama, tanto da ridefinire in un certo modo il concetto di action game. C’è una fervida attesa per il debutto della saga nella nextgen, un debutto che avverrà, anche se al momento sono del tutto oscuri i tempi. Il famigerato terzo capitolo è tuttora in lavorazione sotto il più stretto riserbo. Ovviamente, solo su Playstation 3.