Il rapporto tra videogiochi d'azione e sport estremi è cresciuto con l'evoluzione dei titoli a mondo aperto. Non sarà sviluppato alla pari dei film dove pellicole come Point Break attualmente disponibile su Infinity ne fanno il perno di tutta la narrazione, ma nel tempo qualcosa si è mosso. A partire da giochi come Mario 64 e Jet Set Radio per arrivare fino a Grand Theft Auto V, laddove il legame si è fatto esplicito. Benché legato a doppia mandata all'azione, l'open world Rockstar gira infatti intorno a un mondo che vive una quotidianità tutto sommato normale, lasciando così spazio agli sport estremi anche come attività puramente ricreativa. Ma anche come semplici aggiunte, dinamiche come il paracadute possono aggiungere parecchio a diversi videogiochi, anche se incentrati quasi esclusivamente sul combattimento.
Paracadutismo, quad, tute alari e via dicendo
Diventa quindi inevitabile citare uno dei generi più amati e odiati del momento, parlando proprio di sport estremi, sebbene in chiave distopica. E per questo non ci interessa tanto il parallelo tra le attività agonistiche e quelle omicide del battle royale, quanto il paracadutismo sfruttato come meccanica iniziale, vitale per consentire ai giocatori di raggiungere le diverse zone della mappa a partire da un mezzo volante che la attraversa. Una meccanica che in alcuni titoli, come Apex Legends, si ripropone in gioco, grazie a palloni che permettono di scagliarsi per aria, lasciando al giocatore la libertà di sbizzarrirsi con qualche stunt, sebbene di solito funzionale a muoversi o a sostituire strumenti volanti o dinamiche presenti in altri battle royale. Lo stesso vale per le ali di Batman che si può considerare a tutti gli effetti uno sportivo estremo, benché i suoi strumenti sfidino quasi puntualmente le leggi della fisica.
Il volo alare del cavaliere oscuro, comunque, è vicino al gliding e questo gli garantisce un posto in questo articolo, destinato però a virare verso titoli che guardano agli sport estremi realistici. Titoli che non sfruttano rampini, come lo stesso Batman o Just Cause, per attenersi alla realtà, o a qualcosa di simile, come Far Cry, una serie che possiamo considerare pionieristica quando si parla di combinazione tra open world d'azione di stampo realistico e sport estremi. E non stiamo parlando dei quad, sebbene questi siano presenti e consentano di compiere discrete evoluzioni, ma dei deltaplani, già implementati piuttosto bene nel primo capitolo, uscito nel lontano 2004. Con l'evoluzione della serie, tra l'altro, si è arrivati anche alla tuta alare che permette di planare a velocità estrema prima di aprire il paracadute e, una volta presa dimestichezza con i controlli, consente di dare sfogo alla voglia di velocità piombando sui nemici all'istante. Ed è qui che si distingue dallo sport, diventando una meccanica, a differenza di quanto succede in un'altra serie famosa che pur puntando su sparatorie, crimini e azione, ha fatto degli sport estremi una delle sue bandiere. Ma prima di passare al matrimonio definitivo tra le due categorie ci sono altri titoli in cui i confini tra le due cose sono meno netti.
Da Jet Set Radio a Grand Theft Auto V
Come dicevamo, ci sono parecchi titoli non dedicati agli sport estremi che sfruttano dinamiche sportive al limite, sebbene allontanandosi spesso dal realismo sia nel caso delle meccaniche che dell'ambientazione. Ma prima di prenderli in considerazione mettiamo un paletto, togliendo dall'equazione associazioni troppo spinte che potrebbero far finire nel nostro paniere persino Spider-Man o Dead Rising. Guardiamo quindi a quei casi in cui il legame tra le dinamiche di gioco e gli sport estremi è esplicito, sebbene spesso collocato in un contesto del tutto diverso e più o meno realistico a seconda del tipo di ambientazione. È questo il caso di titoli come Jet Set Radio dove il protagonista è il pattinaggio, uno sport che può diventare estremo a seconda della situazione, come la corsa sugli sci nella tormenta di Battlefield V. E lo è di sicuro in un titolo che parla di gang e ribellione, chiedendoci di sfuggire alle autorità sfruttando la nostra abilità su rotelle, benché in un contesto colorato dalla violenza ovattata. Non si fa scrupolo, invece, Sunset Overdrive, ancora più colorato ma decisamente violento. In questo caso al centro del titolo ci sono mutanti e armi assurde, ma le dinamiche da sport estremo hanno una grossa importanza tra grinding, cavi lungo i quali scivolare e acrobazie che sfruttano lo sport estremo per aumentare ulteriormente il ritmo dell'azione e rendere gli spostamenti per la città divertenti. Si parla invece di cose serie con il già menzionato Just Cause, in cui volo e paracadutismo hanno una discreta importanza, e con Medal of Honor: Airborne, un titolo che parla di lanci estremi, anche se in questo caso dedicati a chi è stato davvero costretto a lanciarsi dietro alle linee nemiche durante la Seconda Guerra Mondiale. Risulta per questo difficile accostarlo alla sfera sportiva, anche se parliamo comunque di un videogioco e la dinamica di lancio è implementata talmente bene da convincerci a concederci questa licenza. Cosa che invece non è necessaria in Grand Theft Auto V, un titolo che come molti altri implementa il paracadutismo, ma lo fa integrandolo nel tessuto di gioco con vere e proprie prove sportive, con tanto di panoramiche mozzafiato, in cui dobbiamo centrare obiettivi in movimento come barche o treni, checkpoint di vario genere o trovare posizioni di lancio per il base jumping. E non è finita qui: il titolo Rockstar apre una finestra ben più ampia sul mondo degli sport estremi, includendo dinamiche che danno un posto di rilievo a gare su quad, evoluzioni su modo da cross e acrobazie su BMX, già in qualche modo protagonista di Sand Andreas e Vice City Stories, ma nell'ultimo capitolo parte di un ecosistema di biciclette, resa leggera per facilitare acrobazie, salti e grinding ovviamente protagonisti di tonnellate di video acrobatici che fanno parte di un vero e proprio filone dedicato alla sorprendente sfera degli sport estremi di Grand Theft Auto V.