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Grand Theft Auto: Chinatown Wars - Provato

Abbiamo visto e provato il primo episodio per Nintendo DS del free roaming di Rockstar... e la scommessa sembrerebbe vinta!

PROVATO di Umberto Moioli   —   20/01/2009
Grand Theft Auto: Chinatown Wars
Grand Theft Auto: Chinatown Wars
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Non ci sono console giuste per un genere o una tipologia di giochi ma certamente ci sono console che più o meno volutamente prendono derive dedicate a un certo tipo di utenza - o esperienza, ma la connotazione positiva del termine non sarebbe sempre adeguata - e che vedono il sorgere di enormi quantità di cloni basati su pochi canovacci e la scomparsa di altri generi o tematiche. Il Nintendo DS è a oggi un buon esempio di varietà, offrendo una base solida su cui si possono portare avanti progetti casual come hardcore, idee già viste magari elaborate con freschezza - come accaduto per qualche jRPG - e altre completamente inedite; quello che forse manca è un prodotto di grande prestigio dai toni volutamente e inequivocabilmente adulti, un GTA direbbero e hanno detto molti, tanto da spingere Rockstar a dare effettivamente vita a questo inedito episodio della serie che è stato possibile vedere e provare in anteprima, ricavando un gran quantitativo di impressioni tutte o quasi decisamente positive.

Grand Theft Auto: Chinatown Wars - Provato
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Arriva Huang Lee!

Titolari dello sviluppo di Chinatown Wars sono i ragazzi di RockStar Leeds, già autori dei due buoni capitoli per PSP e con il loro precedente nome, Mobius, dell'efficace versione per Game Boy Advance di Max Payne. Una garanzia insomma, per un lavoro che fin dal primo momento si presenta grandioso, massiccio e per nulla spaventato dagli illustri predecessori dedicati ai sistemi casalinghi, dai quali prende integralmente la struttura e che si impegnerà a eguagliare dove possibile, adattandosi al contempo alle peculiarità del DS.
La storia vedrà l'alter ego del giocatore, tale Huang Lee, partire dalla natia Hong Kong per andare a Liberty City dove consegnare al non integerrimo zio Kenny la spada Yu Jian già appartenuta al suo altrettanto non esente da peccati padre; un viaggio lungo migliaia di chilometri per consegnare il simbolo di una solo apparente tradizione fatta di virtù e rispetto, una facciata che copre i soliti loschi affari che finiranno per coinvolgere Huang Lee e stravolgere la sua vita. La narrazione sarà quindi un mix di onore, criminalità organizzata e qualsiasi altro spunto possa giustificare ogni tipo di crimine, e verrà raccontata grazie a una serie di disegni fissi con testo a schermo che dovrebbero fare decorosamente un lavoro difficilmente al livello di quello fatto per GTA IV ma comunque efficace. La città in cui ci si potrà muovere è per dimensioni e disegno paragonabile a quella del quarto capitolo, a esclusione dell'isola più occidentale - l'equivalente del Jersey - e di alcune strade che la visuale dall'alto avrebbe faticato a mostrare. Un campo da gioco enorme per una partita che chiederà di rispettare le regole di sempre: rubare le macchine, partecipare alle sparatorie, organizzare rapimenti e rapine, gestire il proprio rifugio e muoversi come meglio si crede, tutto quanto ci si aspettava e si è ottenuto dai Grand Theft Auto degli ultimi anni tornerà, magari in versione rielaborata come accaduto per il cellulare che diventerà un PDA grazie al quale comunicare via mail e gestire la vasta mole di opzioni presenti, multiplayer incluso. Un insieme di elementi che faranno sentire immediatamente a casa tutti coloro già li avessero incontrati, tra pedoni sempre in movimento intenti nelle loro faccende - che è vero, spesso si risolvono nel camminare per strada, ma quando piove aprono l'ombrello o scappano a ripararsi! - e negozi nei quali acquistare armi o ridipingere le vetture che "scottano".

Grand Theft Auto: Chinatown Wars - Provato
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Pazzi per touch screen

La piccola portatile giapponese ha nel suo touch screen il punto di forza e originalità, lo sanno tutti, mentre è più difficile trovare titoli che effettivamente lo sfruttino come si conviene, facendone un bonus per tutta l'esperienza. Rockstar Leeds ha intelligentemente capito di non poter puntare su dei controlli interamente gestiti via pennino, preferendo creare una miriade di minigiochi che intervalleranno la normale azione e che, loro sì, chiederanno di interagire direttamente e riprodurre fisicamente le azioni eseguite da Huang Lee: arrivati a un casello si dovrà inserire la moneta dentro all'apposita macchina, al distributore di benzina si userà la pistola della pompa per caricare in un dato tempo le bottiglie future molotov, aperti i cassonetti si sposteranno i sacchi della spazzatura per trovare le armi e aperta la custodia si monterà il fucile di precisione mimando i gesti che si farebbero effettivamente nella realtà. Pochi secondi, istanti come nel caso del fischio nel microfono per chiamare un taxi, ma in grado di aumentare considerevolmente la potenza dell'atmosfera e il coinvolgimento, soprattutto se come pare dovessero essere in gran numero nella versione finale e coinvolgessero azioni ripetute più e più volte, come i fili da collegare per far partire una macchina rubata.

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A questi brevi scorci di varietà si aggiunge il più corposo e chiaccheratissimo sub-gioco dedicato allo spaccio di droga, di cui tanto si è discusso e che viste le polemiche si è intelligentemente deciso di mantenere, potenziare e rendere cruciale, tanto chi ha da lamentarsi lo avrebbe fatto comunque e lo farà sempre. Il concetto sarà semplice chiedendo di comprare e vendere le più disparate tipologie di stupefacenti sfruttando le differenti richieste di mercato nelle varie zone della città e di volta in volta uscendo da situazioni più o meno semplici, imboscate e retate della polizia incluse. Un pretesto per qualche missione aggiuntiva e un buon modo per fare soldi, che verrà approfondito grazie ad alcune dinamiche più complesse come quelle innescate dalla presenza di un gran numero di telecamere che, una volta individuate, si potrà decidere di distruggere per stare al sicuro da problemi o di mantenere, rischiando la cattura ma alzando il prezzo della merce. I minigiochi - anche se come si è visto in un caso il suffisso mini non è appropriato - sembrano quindi per Chinatown Wars lo strumento perfetto per raggiungere il duplice scopo di garantire una profondità marchio di fabbrica della serie e nel contempo di emanciparsi dalla stessa, un modo per non dover sembrare una discesa a compromessi.

Grand Theft Auto: Chinatown Wars - Provato
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Il piccolo che vuol fare il grande

A dispetto di quanto potrebbe sembrare da una fugace occhiata alle immagini, il motore che muove Chinatown Wars è completamente in 3D e sfrutta una sorta di cel shading veramente molto piacevole da vedere nonostante qualche rallentamento, soprattutto considerate le generosissime dimensioni della mappa e l'altrettanto notevole quantità - ma anche varietà - di vetture e pedoni sempre presenti sullo schermo. Buona anche la fisica che gestisce credibilmente ogni incidente facendo ribaltare, saltare e bruciare macchine e persone, spingendo ogni tanto sul pedale della fantasia e garantendo improbabili quanto voluti bornout dalle sgommate incendiarie, con cui dare fuoco ai malcapitati postisi dietro alla vettura. Il sonoro è sembrato buono negli effetti mentre le musiche, come sempre gestite tramite stazioni radiofoniche, ancora non è possibile dire in che numero saranno presenti dato che a quanto dettoci si preferirà prima terminare l'inserimento dei contenuti ludici e solo alla fine stipare la cartuccia con tutti i brani possibili.

Primo contatto

Terminata la panoramica di presentazione è stata data anche la possibilità di provare una versione incompleta ma già estremamente avanzata di Chinatown Wars, grazie a una manciata di missioni in grado di sottolineare la buona varietà di situazioni a cui Rockstar Leeds sta lavorando. In Store Wars veniva richiesto di difendere i negozi che avevano accettato protezione da una manciata di ondate di nemici mentre Friend or Foe chiedeva di recuperare del plastico da utilizzare per sfondare un muro e quindi rubare una cassaforte, partecipando a una sparatoria e risolvendo un paio di minigiochi dedicati sia all'attivazione dell'esplosivo sia all'apertura della cassetta di sicurezza. Più atipica si è infine dimostrata la proposta di salire su un elicottero e, anziché mettersi alla guida, posizionarsi sul sedile del passeggero e uccidere i criminali nemici sottostanti a suon di molotov, un buon modo anche per sperimentare il sistema scelto per le armi da lancio che, uniche a non essere gestite dai tasti, fa apparire sul touch screen un piccolo cerchio sul quale premere in base alla direzione e alla portata del tiro che si vuole effettuare.

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I restanti comandi, si tratti di andare a piedi, guidare o sparare, sono ben affidati alla croce direzionale e ai quattro pulsanti opposti per un risultato che per immediatezza e precisione ricorda molto da vicino quello dei vecchi GTA in 2D, anche se viste le piccole dimensioni dello schermo e la ridotta porzione di strada visualizzata sono state apportate alcune aggiunte come l'opzione per avere una guida assistita che aiuti nel caso di sbandamenti o repentini cambi di direzione. Nel corso del test a farsi apprezzare, in un contesto generalmente davvero promettente, sono in particolare le scelte volte ad aumentare lo spirito da gioco per una portatile: le missioni durano sensibilmente meno di quelle a cui la serie ci ha abituato preferendo inserire comunque tutti gli elementi tipici - spostamenti in auto, recupero dell'attrezzatura e quindi esecuzione materiale del compito - ma in forma più snella, così come convince il nuovo sistema di gestione degli inseguimenti con la polizia che vede tornare l'indicatore con le stelle e il progressivo aumento del numero e della tipologia di forze dell'ordine coinvolte, ma che ora potrà essere fatto decrescere e poi scomparire distruggendo un numero di vetture inseguitrici pari alla somma delle stelle accumulate - con tre stelle vanno eliminate tre più due più una macchina, sei in totale-.

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Ancora non si hanno informazioni dettagliate riguardo il multiplayer che via Wi-Fi permetterà di parlare, scambiarsi oggetti e punti di interesse sulla mappa e con ogni probabilità accedere a una serie di modalità competitive, delle quali si avranno notizie nelle prossime settimane.
Complessivamente il primo impatto con Chinatown Wars è stato soddisfacente oltre ogni previsione per un progetto che su Nintendo DS mancava, anche dal punto di vista produttivo. La data d'uscita è al momento misteriosa ma quasi certamente entro il prossimo marzo sarà possibile mettere le mani su questo colossale esperimento di cui sarà interessante capire il successo tra un'utenza eterogenea come quella della piccola console giapponese.