Circondato da grossi nomi come Monster Hunter Wilds o Dragon Age: The Veilguard, uno dei giochi inaspettatamente più sorprendenti e interessanti della scorsa Summer Game Fest l'abbiamo provato su un iPad all'interno del tendone di Netflix. Già da diversi anni il colosso dello streaming sta provando a trovare un suo posto nel mondo dei videogiochi, e lo ha fatto pubblicando su smartphone e tablet sia giochi inediti che conversioni di avventure indie di altissimo livello come Hades, Immortality e Kentucky Route Zero. Con Harmonium: The Musical, punta a fare un ulteriore salto di qualità.
Sviluppato dal team californiano The Odd Gentlemen (lo stesso dietro The Misadventures of P.B. Winterbottom e la versione moderna di King's Quest), Harmonium è un'avventura narrativa tenera e originale, con una forte componente da musical, in cui il giocatore interagisce con gli altri personaggi attraverso la lingua dei segni. E lo fa, attenzione, senza la presunzione di insegnare, ma con l'intenzione di sfruttare l'interattività dei videogiochi per dare un'esperienza assai originale e coinvolgente.
Un musical nella lingua dei segni
Bastano pochi istanti giocando ad Harmonium per rendersi conto di una cosa che il co-creatore Matt Korba ci ha subito confermato: Harmonium si ispira palesemente ai film Pixar, a partire da Coco. Nello stile dei personaggi, nel modo in cui sono animati e interagiscono tra loro, nell'inventiva estetica e, soprattutto, nell'enorme livello di accessibilità e profondità dell'avventura: Harmonium può essere apprezzato tanto da un adulto quanto da un bambino a cui si mette in mano un iPad per la prima volta.
Melody sembra un personaggio uscito proprio da un film Pixar. La giovane protagonista è cresciuta in una famiglia di musicisti e adora la musica, ma da piccola è diventata sorda e il suo mondo è completamente cambiato. All'inizio della demo la si vede interagire con un compagno di scuola dall'altro lato della finestra: uno scambio semplice, in cui parlano di organizzare uno spettacolo e di quali compagni invitare.
Tutto però avviene attraverso la lingua dei segni americana (ASL), con Melody - e quindi il giocatore - che deve comprendere cosa dice l'interlocutore e rispondere di conseguenza. Quando non ci sono i sottotitoli ad aiutare, intuire quello che l'altro personaggio sta descrivendo diventa via via più semplice e coinvolgente.
Una tale attenzione per i dettagli è presto spiegata: tra i co-creatori del gioco ci sono Matt e Kay Daigle, marito e moglie che attraverso una serie a fumetti comica (That Deaf Guy) raccontano da anni cosa significa vivere con una persona sorda in famiglia. Comunicando con noi attraverso un interprete nella lingua dei segni, Matt Daigle ci ha raccontato quanto fosse importante fin dall'inizio dello sviluppo coinvolgere non solo persone sorde alla scrittura del gioco, ma anche al game design e all'animazione. C'è tantissima cura nei gesti e nelle espressioni dei personaggi, ma alcuni segni sono stati volutamente modificati, enfatizzati o semplificati a seconda dei casi, in modo che possano essere comprensibili da tutti.
Melody nel paese delle Sinfonie
Parte dell'esperienza sta proprio nel riuscire a interpretare tali gesti durante i dialoghi, e paradossalmente sono proprio i giocatori sordi americani (che quindi conoscono già la ASL) a vedersi privati della "sfida". Matt Korba e i Daigle hanno pensato però anche a questo, e un po' come Alice nel Paese delle Meraviglie, Melody si troverà a viaggiare in un regno fantasy tutto a tema musicale, i cui abitanti comunicano con una lingua dei segni che non esiste nella realtà, creata da zero da Matt Daigle.
In un punto della demo, Melody fa la conoscenza di un folletto con cui comunica proprio in questa lingua: in uno degli enigmi, bisognava capire quali pezzi di una statua combinare in base ai suggerimenti del folletto, un po' come il compagno di scuola all'inizio del gioco. Prima si porta le mani spalancate ai lati della faccia... forse è la testa con le orecchie da elefante? Adesso comincia a battere gli indici sulla pancia... magari è il pezzo coi tamburi?
L'unico rischio di Harmonium è che questi enigmi finiscano per assomigliarsi un po', anche se Matt Korba assicura una discreta varietà di situazioni. Si è detto di quanto Harmonium sia una sorta di musical interattivo, e anche se nella demo non erano presenti momenti musicali, dai trailer del gioco si può intuire come il linguaggio dei segni sarà presente e caratterizzante anche in questi momenti interattivi molto particolari. Una precisazione importante riguardo alla localizzazione del gioco: sebbene i testi saranno quasi certamente tradotti in italiano, tradurre le animazioni nella Lingua dei Segni Italiana (LIS) - o in qualsiasi altra lingua dei segni nazionale - sarebbe stato troppo dispendioso per il team di sviluppo e quindi non sarà fatto.
Per chi ama le avventure narrative, Harmonium è sicuramente un gioco da tenere d'occhio. La breve demo provata ha visto momenti allegri e toccanti, ma soprattutto ha inserito la lingua dei segni in maniera naturale e non pretenziosa, con scelte di game design cucite addosso ai protagonisti del racconto. Altri giochi passati - in maniera non sempre riuscita - hanno provato a essere inclusivi inserendo personaggi sordi nel loro cast, ma quello che Harmonium cerca di fare è utilizzare le caratteristiche uniche dei videogiochi e la lingua dei segni per proporre a tutti un'esperienza nuova ed emozionante all'insegna della musica e della comunicazione non verbale. L'uscita del gioco è prevista per il 2024 su tablet e smartphone, PC e Xbox (e sarà incluso nel catalogo Game Pass).
CERTEZZE
- La lingua dei segni è parte integrante del game design
- Una cura enorme per le animazioni
- L'ispirazione a Pixar si vede e ci sta bene
DUBBI
- Quanto saranno vari gli enigmi è tutto da capire