Durante lo State of Play svoltosi lo scorso 27 maggio, abbiamo avuto modo di ammirare per la prima volta in azione Horizon Forbidden West, attesissimo sequel dell'apprezzato Zero Dawn. I quattordici minuti di gameplay, pieni d'azione e scorci mozzafiato, hanno iniziato a darci un'idea generale di quanto possiamo aspettarci dal nuovo open world di Guerrilla Games, pur impedendoci (anche giustamente) di tirare somme affrettate sull'esclusiva PlayStation in uscita su PS5 e PS4 in data ancora da definire. In quest'occasione vogliamo quindi sbilanciarci riguardo gli elementi che ci hanno veramente colpito durante la presentazione del gioco, le 5 novità che ci hanno stupito di Horizon Forbidden West.
Gli ambienti subacquei
Sicuramente, il primo momento in cui siamo rimasti senza fiato (letteralmente) è stato quando siamo stati introdotti alle sezioni subacquee. Appena Aloy si immerge, il panorama di gioco muta completamente, lasciando spazio a una nuova palette cromatica e a una struttura completamente "discordante" rispetto a quelle che si possono trovare nell'entroterra, per poi andarsi ad armonizzare con queste ultime nei pressi delle spiagge. Solitamente (a meno che non sia protagonista), l'ambiente sottomarino è lasciato un po' in disparte, dato che probabilmente il giocatore passerà molto più tempo sulla terraferma che non "a mollo". Nel caso di Horizon, invece, l'impressione è che a questo ulteriore mondo il team abbia voluto dedicare la stessa cura per i più piccoli particolari, dalla fauna corallina alle rovine levigate da secoli di correnti marine e ormai conquistate dalla natura. Perfino i capelli di Aloy acquisiscono nuova densità e fisicità, esaltando questa condizione di "sospensione" e galleggiamento. Resta da capire come verrà sfruttato questo ambiente e quanto a fondo. Dal video di presentazione si possono notare un paio di dettagli interessanti, tra cui correnti molto forti che sembrano indirizzare il giocatore in determinate direzioni, e appigli dai quali scagliarsi con forza. Inoltre, la flora subacquea, oltre a essere estremamente affascinante, servirà anche per nascondersi da macchine che avrebbero indubbiamente la meglio in quel contesto. Resta da vedere se e quali nemici terrestri potranno braccarci anche in acqua, ma è indubbio che in questi casi saremmo molto più "preda" rispetto a qualsiasi altro momento nel gioco. Insomma, quello dedicato agli ambienti subacquei sembra essere stato veramente un lavoro certosino, portato avanti da Guerrilla come qualcosa in più di un semplice orpello visivo (o, almeno, questo è ciò che speriamo).
L'orizzonte visivo
Al tema degli ambienti subacquei si lega anche quello dell'orizzonte visivo sconfinato che il gioco propone, sia sopra che sotto il livello del mare (sicuramente il titolo resta fedele al nome che porta). In questo gameplay abbiamo visto, a giudicare dalla collocazione del Golden Gate Bridge, quella che può essere identificata con la zona orientale del Presidio di San Francisco. Ed è proprio il Golden Gate (che, molto probabilmente, sarà il punto d'interesse più enfatizzato di questo Horizon, data la sua iconicità e riconoscibilità, specialmente per il pubblico americano) a prendere la scena e concluderla, dato che la presentazione termina su questo cambio totale di registro visivo, molto più cupo e tenebroso, sullo sfondo della San Francisco del futuro. Anche le "cartoline" mostrate prima dell'evento, durante il countdown, suggerivano una grande profondità ambientale, con panorami che si stagliano a perdita d'occhio, tra effetti atmosferici sbalorditivi e un sistema d'illuminazione di forte impatto (sul quale torneremo tra poco). Non sappiamo quanto di quello che abbiamo visto su schermo sia possibile raggiungere e quali siano le limitazioni ambientali, ma ciò che è stato mostrato restituisce un colpo d'occhio ben più d'impatto rispetto all'episodio originale.
Sin dai primi istanti del gameplay, viene poi mostrata un'attenzione molto marcata per l'illuminazione, tra i raggi di sole che filtrano attraverso il fogliame, e le luci artificiali emanate dalle macchine che popolano il mondo di gioco. Durante le scene d'intermezzo qualcosa sembrava stridere un po' sotto questo punto di vista, con dei punti luce che non risultavano esattamente raccordati tra un'inquadratura e l'altra, ma sono veramente sottigliezze che bisogna andare a cercare con il lumino e sulle quali bisognerà valutare il gioco una volta nei negozi. Ci hanno impressionato, invece, proprio le fonti di luce provenienti dalle macchine, che sembrano propagarsi in modo realistico a seconda della superfice che incontrano (cosa presente anche nel primo capitolo, ma qui portata ovviamente su un altro livello). Sicuramente saranno proprio queste ultime a definire la complessità artistica dei vari ambienti e ad aggiungere quel tocco in più che li differenzierà e, al contempo, li legherà tra loro.
La spettacolarità degli scontri
Se già il primo Horizon aveva i suoi momenti esaltanti con combattimenti contro macchine enormi, Forbidden West sembra aver alzato ulteriormente l'asticella, mettendoci contro a creature ancora più possenti e, per giunta, controllate e "personalizzate" dagli umani. Il protagonista assoluto, sotto questo aspetto, è stato senz'altro il Tremorzanna, questo gigantesco mammut con una struttura lignea sulla quale sono posizionati diversi nemici che attaccano Aloy senza alcuna tregua. Il combattimento ha mostrato come sia presente anche un minimo di distruttibilità ambientale, tra le rovine che vengono demolite dall'immensa macchina e la "sella" della creatura che finisce nel giro di poco tempo in mille pezzi. Di sicuro il Tremorzanna non sarà l'unico automa di queste dimensioni che incontreremo, tant'è che già con il primo trailer e alcune immagini abbiamo potuto ammirare un certo numero di creature dalle dimensioni relativamente imponenti, come quella grande tartaruga che emerge da un pantano.
Ma non solo spettacolarità in relazione alla grandezza. Anche a livello di sistema di combattimento sembra si sia raggiunto un ulteriore traguardo, con addirittura delle abilità speciali (chiamate "impeti valorosi") dall'alto tasso adrenalinico ed enfatico, raggiunto grazie all'utilizzo di animazioni e dinamismo registico che infondono un tono "epico" alla scena.
La rivincita dei gadget
Senza dubbio, la mobilità all'interno della mappa ha colto un po' tutti di sorpresa. Mentre il primo si affidava principalmente agli arti di Aloy per farci esplorare le varie aree di gioco in modo verticale, in questo caso il nuovo Horizon si allinea ad altri open world visti negli ultimi anni e introduce due gadget ben noti agli appassionati di videogiochi, il rampino e il "paracadute". Il primo sembra essere molto classico, con la "linearità" di un Just Cause, ma senza la possibilità di aggrapparsi ovunque. Non sappiamo se potrà essere gestito con una fisicità simile a quella vista in giochi come Uncharted 4, ma, se questo gameplay è un indizio di quello che ci aspetta, verrebbe da dire che vivrà di un utilizzo molto "meccanico", con i suoi appigli e poca possibilità di movimento all'infuori dello slancio in avanti. La questione cambia, tuttavia, quando lo si accosta a un gadget come l'alascudo, quella sorta di paracadute olografico, che abbiamo visto in diverse occasioni nel video: i due elementi associati possono rivelarsi molto utili, specialmente in casi di accerchiamento. Siamo curiosi di scoprire se si riveleranno fondamentali per la dinamicità del gameplay e dello spostamento, o se saranno delle aggiunte gradevoli e niente più.
Attenzione per i dettagli
Altro elemento che ci ha fatto quasi sobbalzare sulla sedia dall'eccitazione è stato il modo in cui l'ambiente circostante reagisce al passaggio di personaggi e macchine. L'esempio più eclatante lo si ha nel momento in cui l'elefante meccanico inizia a sparare impulsi violastri contro Aloy. Se ci si fa caso, i colpi creano un solco nella sabbia, che spesso si propaga anche nell'acqua, muovendola in modo molto realistico. Possiamo solo immaginare cos'altro ci aspetterà in biomi anche molto differenti da quelli sabbiosi (anche in quello subacqueo, tanto per citarne uno che abbiamo visto con sguardo più ravvicinato).
Per concludere, ci focalizziamo sulle piccolezze che di solito non si notano, ma che, quando ti ci soffermi con lo sguardo, non puoi più fare a meno di ammirare. Parliamo, in questo caso, della qualità dell'attrezzatura e degli accessori, non solo di Aloy, ma anche dei nemici che abitano il mondo di gioco. Già quella borraccia all'inizio del video, creata artigianalmente con ciò che la natura può offrire nell'universo di Horizon, è esemplificativa di un'attenzione ai materiali che potrebbe veramente sorprendere durante l'avventura nell'ovest proibito. Poi il focus si sposta sull'equipaggiamento di Aloy, dall'armatura "vegetale" alla lancia con la quale si difende nel corpo a corpo ed è in grado di compiere gli override delle macchine. Piccoli dettagli che, anche da un video compresso pubblicato online, dimostrano un'attenzione al dettaglio morbosa, nonostante poi, durante il gameplay effettivo, la nostra attenzione si focalizzerà sicuramente su altro.
Insomma, questi sono alcuni elementi che ci hanno particolarmente sorpreso durante la presentazione di Horizon Forbidden West. Alcuni sono più canonici, altri meno, ma in generale l'impressione è quella di trovarsi davanti un blockbuster ambizioso, autentico al DNA dell'episodio precedente ma in grado di affinare il feeling di gioco, segnare nuovi standard tecnici su PlayStation 5 e lasciare nuovamente il segno nel genere degli action open world.