Possiamo immaginare che sia andata così per le strade di Tokyo. Del resto tutto il mondo è paese. Oppure no, l'importante è considerare che nella nazione che più di tutte consuma videogiochi, rigorosamente per console, sono apparse solamente 100000 pezzi di PlayStation3. Un'inezia. Nonostante le critiche, i ritardi, i problemi di progettazione, le cancellazioni di giochi, la mancanza di un gioco spaccatutto al lancio, nonostante tutto e tutti insomma, la PlayStation è sempre la PlayStation e ci vorranno ancora anni a Microsoft per cancellare dalla testa dei consumatori di mezzo pianeta che il sinonimo di videogioco non deve essere per forza la Playstation. Eppure quel sottile fascino...
E' dunque questo il momento di ricordare quel cliente entrato in quel negozio chiedendo la "Pleistescion di Microsoft". Sono questi i fatti che mi fanno continuare a credere che il mito di PlayStation si perpetuerà anche questa terza volta. Per ora a noi italiani non resta che guardare le immagini di giapponesi e americani in fila gaudenti. A noi toccherà a primavera, insieme alle rondini.
Era da pochi secondi scattata la mezzanotte per le strade di Akihabara, storico quartiere commerciale tecnologico di Tokyo. Per il solito turista curioso niente sembrava diverso rispetto a pochi minuti prima se non fosse stato per quei 1500 otaku in fila alla cassa del Yodobashi Camera, il più grande negozio di elettronica della capitale nipponica.
La domanda corre leggera: distribuiscono yen gratuitamente? Ci sono ragazze procaci, vogliose e disponibili? Acqua! Un passante con il fare tipo so-tutto-io avrebbe detto ai turisti incuriositi che niente di tutto ciò corrispondeva al vero: per una volta non era il sesso ad attirare tanta gente, ma un videogioco. Fuochino!
Un nugolo di beninformati si raduna e la notizia viene ulteriormente rifinita. Non è esattamente un videogioco, si insomma, anche quello, ma non solo. Servirà anche a guardare le foto e guardare film in alta risoluzione. Pare che si chiami Pleistescion3. Fuoco!