L'abbiamo urlato a gran voce negli ultimi giorni, sia a video che a mezzo scritto soprattutto attraverso la recensione: Immortals Fenyx Rising è prima di tutto una dichiarazione d'amore. Ubisoft Quebec non ha mai nascosto la vicinanza, per mezzo del proprio director, ad una mitologia importante e significativa come quella greca. Non è un caso che buona parte di quella riverenza si era respirata con grande forza un paio di anni fa all'uscita di Assassin's Creed Odyssey.
In tempo record e con grande maestria, il team canadese è riuscito a tornare alla ribalta, realizzando il più armonioso, interessante e fresco progetto del colosso francese negli ultimi anni. Immortals ha convinto quasi tutti, ben oltre quelle che potevano essere le più rosee aspettative. Non fortunatissimo nel suo piazzamento di mercato, ha comunque avuto modo di mettere in chiaro le sue grandi qualità, sulle quali spicca un'ironia straordinaria.
La paura della demo
Quando qualche settimana fa la demo di Stadia ci aveva permesso di mettere mano ad una versione in miniatura pensata specificatamente per quella sessione, non fatichiamo a dire che la paura si era fatta strada nei nostri sentimenti. L'incapacità di amalgamare le vicende e la slegatura percepibile nei dialoghi, nelle battute e nelle interazioni tra un personaggio e l'altro, lasciavano adito a dubbi riguardo alla qualità di scrittura dell'opera finale. Fortunatamente questo rischio è stato poi scongiurato da un livello narrativo degno di nota, così ben pensato da giocare con la mitologia, i suoi protagonisti e le sue morali storiche importanti. Nel corso della campagna di Immortals sarà facile farsi scappare più di un sorriso, affezionandosi all'impertinente bimba Atena, al gallo Ares o allo smemorato Efesto. Sono però Zeus e Prometeo i veri mattatori: narratori della vicenda, amici-nemici per l'eternità, uniti nella sventura e costanti giocatori di una partita a scacchi che ha a che vedere con l'intera umanità. Nonostante questo e sempre mantenendo saldi i propri principi, uniranno comunque le proprie capacità da cantastorie per mettere fine alla supremazia di Tifone, il più cattivo e devastante dei titani.
La coppia che scoppia: Zeus e Prometeo
Chiunque abbia aperto un libro, un racconto o semplicemente abbia un minimo di cultura e curiosità conosce la storia di Prometeo ed il suo rapporto con Zeus. Il titano Prometeo fu colui che, in un impeto di fratellanza e vicinanza all'essere umano, decise di rubare il fuoco agli dei per darlo agli uomini. Di fatto questa mossa liberò tutti noi da una dipendenza dagli dei altrimenti incontrovertibile, rendendoci autosufficienti, coscienti e capaci di crescere e prosperare per conto nostro.
Inutile dire che il burbero re dell'Olimpo non si rivelò contento della mossa del suo lontano parente, condannandolo a rimanere incatenato ad una roccia del Tartaro e a scontare la sua pena per l'eternità, mentre un'aquila ogni giorno mangia il suo fegato che si rigenera nel corso della notte seguente. Non esattamente una sorte auspicabile, ci verrebbe da dire.
Proprio sulla base di questo rapporto si apre la narrazione di Immortals Fenyx Rising, dando da subito l'impressione di voler giocare con i suoi riferimenti, ma non per questo deridendoli. Il pretesto per il quale i due protagonisti si scontrano, non fa che dare adito alla storia di Prometeo e, di conseguenza, all'esistenza stessa di Fenyx. Prometeo è in tutto e per tutto lo psicanalista di Zeus, che tenta di aiutare un paziente schivo e diffidente a rendersi conto dei propri sbagli, anche lì dove i suoi comportamenti lo stanno condannando alla dannazione eterna. La pazienza del titano nei confronti del re dell'Olimpo è quasi difficile da credere. Forse allo stesso tempo è figlia di una saggezza non voluta ma ereditata, che spinge il ladro del fuoco a dare un senso alla storia e a sperare nel lieto fine, sfruttando gli eventi per cambiare la psicologia del più potente degli dei e del più testardo tra tutti.
I figli trascurati
Arriviamo quindi al fulcro della discussione: i figli di Zeus. I quattro dei al centro della narrazione di Immortals, sono anche i quattro centri dell'attenzione di una storia che vuol far sorridere, ma con l'intento importante di portare anche alla riflessione. Non è un caso che Hermes, il dio che ben presto si incontra nell'avventura e che non fa parte dei quattro da liberare, sia in realtà comunque un personaggio controverso e schivo. Presentato da subito come un ladro, diventerà ben presto un alleato di Fenyx, ma solo allo scopo di tornare alla propria posizione agiata di olimpico, non certo per un particolare amore nei confronti dei suoi fratelli e sorelle. In questo senso la sua figura serve ad introdurre da subito l'aura negativa e interessata che contorna tutto il mondo degli dei - che potremmo avvicinare in senso lato ai potenti della nostra società - e che trasforma Fenyx nella creatura sacrificabile, sfruttata da tutti, addirittura dal fratello, dimenticando la grandezza delle sue gesta. Solo Prometeo continua a tesserne le lodi, amico dell'umanità e grande deus ex machina di tutta la storia.
Afrodite, Efesto, Ares e Atena vivono ognuno, loro malgrado, una sorte indotta dal demone Tifone che in qualche modo sembra ricordare una sorta di contrappasso Dantesco. La prima, donna splendida, si trasforma in albero, incapace di mostrare le sue grazie e, anzi, tramutata solo in una bisbetica zitella. Efesto, dio del fuoco e delle fucine, ha perso la memoria, dimenticando il trattamento indecente ricevuto dalla sua famiglia, ma tramutandosi in un automa con poca coscienza ed intelligenza. Ares, grande dio della guerra, ha perso ogni velleità da combattente, tramutandosi in un gallo codardo ormai ombra di sé stesso. E per concludere Atena, dea della saggezza, tornata ad essere una ragazzina viziata ed egoista.
È evidente che tutte le loro posizioni e i loro caratteri sono costruiti sull'idea ben chiara e delineata di far sorridere. Questo però non esclude che il sottotesto narrativo punti fortemente a far riflettere, a mettere in luce alcune problematiche importanti della nostra società: a partire dall'influenza che il contesto familiare e sociologico va a creare, fino alle conseguenze di azioni e traumi che possono cambiarci profondamente. È in questo senso che il racconto di Fenyx, messo in piedi da Prometeo, spinge pian piano il re degli dei a passare dalla certezza della sua posizione di padre impeccabile, a ricredere e riconsiderare le sue azioni, fino al conseguente tracollo e alla consapevolezza dei suoi errori.
In questo senso Immortals Fenyx Rising acquista un ulteriore piano di lettura, che abbiamo fortemente apprezzato e che fa il paio con una scrittura vivace ed esilarante, riuscendo lì dove la grande commedia vuol riuscire: insegnare facendo riflettere.