L'Intel Core i9-9900KS è stato l'unico processore desktop presentato dalla compagnia durante il Computex. Questo perché la nuova famiglia di processori Ice Lake, la prima basata sui transistor a 10 nanometri di Intel, è scesa in campo solo nella versione mobile, puntando su una GPU integrata di nuova generazione per conquistare uno spazio importante nel settore degli ultra portatili e degli ultra compatti. Intel ha però tirato fuori dal cappello una CPU di lusso che non porta nulla di nuovo rispetto al Core i9-9900K, ma raggiunge i 5.0GHz di frequenza su tutti i core, garantendo prestazioni spinte al limite e costanti.
Otto core a massima velocità
Il Core i9-9900KS, dicevamo, è una nuova versione del Core i9-9900K pensata per lavorare sempre a 5.0GHz con tutti gli otto core, senza per questo rinunciare a margini di overclock. Non si tratta, è chiaro, di una novità, ma di un processore di lusso, basato su chip selezionati, come abbiamo già visto fare con il Core i7-8086K, e pensato per giocare in un altro campo, anche in termini di prezzo, rispetto ai processori standard. Ma ci sembra ovvio che il motivo della creazione di un chip del genere abbia comunque a che fare con in nuovi Ryzen a 7 nanometri, capaci di combinare un aumento prestazionale sensibile con prezzi concorrenziali e consumi contenuti, persino per la nuova testa di serie, il Ryzen R9 3900X, che alza la conta dei core a 12. E tutto questo ben di dio ha inevitabilmente suscitato un certo entusiasmo costringendo così Intel a pensare a qualcosa con cui attirare l'attenzione nel settore delle CPU desktop. Ed eccoci quindi di fronte a un processore, ovviamente con HIS saldato, dal quale ci aspettiamo probabilmente qualche frame in più della concorrenza in 1080p, nonostante una potenza complessiva inevitabilmente inferiore a quella di un Ryzen 9 3900X, ma che difficilmente sarà venduto a un prezzo commisurato a un guadagno che ci aspettiamo risicato, forse nell'ordine del cinque percento. Il tutto partendo dai consumi del 9900K, capaci di arrivare in zona 180W con la CPU sotto carico, che ci portano a sospettare che questa versione spinta all'estremo della CPU Intel possa superare quota 200W. Chi guarda alle frequenze e al collezionismo, comunque, potrà contare su un processore distintivo, senza dubbio capace di prestazioni eccellenti nonostante il processo produttivo a 14 nanometri e un'architettura tutt'altro che nuova, priva di interfaccia PCIe 4.0 e frutto di un ennesimo refresh.
Aspettando i 10nm su desktop
Un Core i9-9900KS, lo abbiamo detto, è un processore particolare, ma non è un esperimento da raffreddare con sistemi non convenzionali, come il processore a 28 core mostrato da Intel lo scorso anno. La nuova CPU Intel è un prodotto pensato per la grande distribuzione, cosa messa in chiaro da una configurazione dimostrativa tenuta al fresco da un AIO ASUS ROG Ryujin 240, un dissipatore di fascia alta ma comunemente reperibile nel mercato consumer. E questo perché l'obiettivo è quello di dare qualcosa in pasto ai fan Intel in attesa delle controparti desktop delle CPU a 10 nanometri Ice Lake, con un processore che potrebbe mantenere il vantaggio con parecchi giochi rivelandosi decisamente performante con quelle applicazioni che non sono pensate per utilizzare più di otto core ma sfruttano, invece, frequenze elevate. Ma, lo ripetiamo, ci aspettiamo prezzi elevati di fronte a prestazioni relativamente superiori a quelle di un Core i9-9900K che tra l'altro, come gli altri processori della serie Intel 9000K, beneficerà del software Intel Performance Maximizer, guadagnando presumibilmente qualcosa in termini di prestazioni. Inoltre parliamo di un'uscita a fine anno, cosa che ci fa supporre che nel frattempo non vedremo arrivare le soluzioni desktop Ice Lake. D'altronde l'arrivo delle nuove CPU intel vanificherebbe il senso di un processore del genere, vista la promessa di un aumento sostanziale delle prestazioni. Ma, nonostante nei prossimi mesi sia probabile un ulteriore aumento nelle vendite delle CPU della concorrenza, restiamo comunque impressionanti dal lavoro di Intel che, in attesa di una linea completa a 10 nanometri, è riuscita a spingere i transistor a 14 nanometri fino all'estremo.