Questo speciale vuole focalizzare non solo sull'ultima fatica del musicista, ma soprattutto analizzare il suo percorso artistico, l'evoluzione dopo tanti anni spesi sui vetusti chip sonori delle console Nintendo e Sony. Una caratteristica che ha sempre distinto Nobuo dai colleghi è sempre stato il suo profondo eclettismo, la sua musica attinge da mondi profondamente antitetici per approdare ad una nuova, coesiva forma. Sono indubbie le radici sul genere prog rock celebre negli anni settanta, come le intuizioni geniali di Keith Emerson, storico tastierista molto apprezzato da Uematsu. E' impossibile non percepire lo spettro degli Emerson Lake & Palmer nei suoi complicati assoli di organo. Tuttavia Uematsu si spinge molto oltre, non solo in termini di pura creatività, ma grazie al fatto di essere passato attraverso tutta la rivoluzione elettronica degli anni novanta. Il suo tipico marchio di fabbrica consiste nel contaminare composizioni di stampo classico con escursioni sperimentali, talvolta bizzarre, ricche di sonorità all'avanguardia (senz'altro figlie delle influenze di gruppi come Gentle Giant o i primi Genesis, oltre che dei già citati ELP). Ogni suo brano è totalmente imprevedibile. Non mancano poi riferimenti folcloristici di ogni genere, orientali od occidentali poco importa, di Uematsu non si ferma davanti a nulla, giocando continuamente con l'ascoltatore. Ad ogni modo, nelle fondamenta permane una grande fascinazione (proprio come Emerson) per l'opera concettuale di ampio respiro sinfonico. Ecco come una saga di matrice fantastica come quella Square rappresentasse per l'artista nipponico un territorio ideale per esprimere la sua cratività.
Lungo gli anni della sua carriera, ci ha regalato opere memorabili come quella di Final Fantasy VI e VII, con il primo considerato all'unanimità il suo apice creativo. Non contento, il nostro Nobuo si è divertito a suonare dal vivo con un gruppo creato ad hoc per lui, i Black Mages, con i quali si è esibito in esaltanti cover dei suoi brani più famosi. Lo ammettiamo, la curiosità di fronte alla sua ultima fatica è stata davvero grande. Che cosa potevamo aspettarci da un uomo attempato che dalla vita ha avuto tutto? Stupore senza ombra di dubbio, nonostante una carriera scintillante Uematsu non sembra avere la minima intenzione di esaurire la vena creativa. Tutt'altro, il maggiore spazio offerto dal supporto Dvd gli ha permesso di utilizzare strumenti più realistici, dai fiati alle corde, con un risultato finale che lascia davvero poco spazio al desiderio e rende giustizia ad un genio in splendida forma. Nella pura tradizione, gli sforzi maggiori sono percepibili nella tracce dedicate alle battaglie, composizioni in cui l'artista ha sempre fatto scuola. Eternity non fa eccezione, spiazzando completamente l'ascoltatore grazie alla voce di Ian Gillan, leader dei Deep Purple, che interpreta un adrenalinico brano rock (arrivate al terzo minuto del brano su YouTube per ascoltarlo!). L'idea di un brano cantato per enfatizzare un combattimento concitato sarebbe stata considerata semplicemente folle, ma grazie alle sapienti mani del musicista il tutto risulta splendidamente coerente con ciò che accade su schermo, divertente, galvanizzante, in perfetta linea con lo stile cartoonesco di Toryama. Un autentico miracolo da parte di chi è disposto a mettersi in gioco, con ironia e voglia di sperimentare.
Ma la colonna sonora di Blue Dragon non si limita a questo, giammai. Tantissimi sono i brani che accompagnano le avventure dei protagonisti, ricchissimi di personalità, eclettici, figli indiscussi delle sonorità che abbiamo imparato ad apprezzare negli anni di Final Fantasy. At Zanarkand (Final Fantasy X). Ma Blue Dragon è anche tanta allegria, come dimostra il brio esibito in pezzi come Debbie, The Tribe of Dance Lovers, Trip! e Bad But Bat. Uematsu è ancora legato alle sonorità prog rock, con splendidi arabeschi di tastiere, come in Advance! Drill Machine, dove sembra quasi di sentire lo spettro dei Genesis dei primi anni 80. Non mancano i passaggi attraverso l'elettronica e la techno, come dimostra Mechabot Army Charges! Ma sopra a tutto permane la fascinazione sinfonica e rock, come in High Speed Flight e Ancient Stronghold, dominata da possenti chitarre elettriche. La qualità degli strumenti è elevatissima, molto più del passato, e ogni brano si distingue per una precisa personalità. Siamo lontani, lontanissimi dai sintetici suoni midi del passato, la composizione è sempre ispirata, anche se mancano i magici momenti seminali come nelle mitiche Jenova e One Winged Angel di FFVII. Quella di Blue Dragon rimane ad ogni modo un'ost di pregevolissima fattura che ci restituisce uno Uematsu incredibilmente abile ad alimentare il proprio mito, uno splendido accompagnamento sonoro per un titolo che aspettiamo con una certa trepidazione proprio per la passione che ci lega all'opera di questa figura unica nel panorama dei compositori che si muovono nel mondo dei videogiochi.
Nel complicato universo videoludico è molto difficile che un musicista si ritagli una sua precisa personalità, tanto da diventare un riferimento per gli appassionati, se non addirittura una discriminante nell'acquisto di un prodotto. Uno di questi è senz'altro Nobuo Uematsu, un nome che, nonostante le recenti migrazioni, rimarrà per sempre ricordato per l'interminabile saga di Final Fantasy. Erano i lontani anni ottanta quando il giovane musicista dedicò il suo indiscutibile talento a Square, dipingendo con idilliache sonorità i mondi fantastici rappresentati nelle loro mitica saga. Oggi un pò di cose sono cambiate, Nobuo lavora a pieno effetto nel team Mystwalker, al fianco di Sagakuchi, storico "papà" di Final Fantasy, e si è occupato della colonna sonora del loro primissimo progetto su Xbox 360, Blue Dragon in uscita anche in Italia a fine Agosto.