Metroid Prime è uno dei capolavori di questa generazione a 128bit. E’ un dato di fatto e, molto democraticamente, non si accettano obiezioni (anche perché è pressochè impossibile muoverne). Premesso ciò, non ci vuole molto per realizzare come Metroid Prime 2: Echoes, in uscita a novembre, sia uno dei più attesi giochi per GameCube, eppure… eppure a quest’E3, nonostante fosse presente in forma giocabile, il nuovo Metroid è passato quasi in sordina, adombrato nel suo status di sequel dalle tante novità. Ed è un vero peccato: perché per quanto il gioco sia effettivamente un seguito, porta non poche novità, con due dimensioni parallele da esplorare e un’inedità modalità a quattro giocatori…
Meglio soli…
Echoes, sequel diretto di Prime, ci mette nuovamente nei panni bionici di Samus Aran, la cacciatrice di taglie più forte dell’universo, chiamata questa volta a esplorare Aether, un pianeta colpito da una meteora di Phazon. Il risultato di un impatto simile? Semplice: Aether è ora composto da due dimensioni parallele, una luminosa e una oscura, che Samus dovrà esplorare e sfruttare a proprio vantaggio per proseguire nel gioco. Presente il Dark World in Zelda? Ecco, stessa cosa. E sempre rimanendo in tema di luce e buio Samus sarà dotata di due nuove armi, un raggio di luce e un raggio di oscurità, così come anche i nemici saranno (indovinate un po’?) divisi in due categorie, luce e buio, e colpendoli con il raggio a loro opposto si causeranno danni maggiori. Presente Ikaruga? Bravi, stessa cosa. Le due nuove armi, oltre ad avere colpi limitati, produrranno diversi effetti quando caricate: l’arma di luce rilascia un colpo a raggiera stile fucile a pompa, mentre l’arma oscura spara un raggio in grado di paralizzare i nemici. Inutile dire che nel gameplay sfrutterà a fondo il dualismo luce-buio, così come la presenza di due dimensioni parallele. Prima di passare alla prova vera e propria, un’ultima nota che non mancherà di toccare il cuore dei nostalgici: nel gioco sarà possibile eseguire nuovamente lo Screw Attack, un attacco in salto, non presente nel primo Prime.
La demo dell’E3, interamente giocabile, consentiva di attraversare quello che pare essere il primo livello del gioco. A livello di gameplay, Echoes non si discosta molto dal prequel: torna il lock-on sui nemici, il sistema di controllo è sempre superbo e consente di destreggiarsi con una scioltezza disarmante nei complessi scenari tridimensionali e Samus, oltre che trasformarsi in morph ball, può ancora una volta scannerizzare nemici e oggetti alla ricerca di indizi. Insomma, il classico Metroid, con in più il twist, interessante, delle due dimensioni parallele. Nella demo dell’E3 era possibile utilizzare un portale per passare alla dimensione oscura ed attraversare una porta altrimenti bloccata, mentre nel gioco finito sarà possibile aprire ovunque squarci verso la dimensione parallela attraverso una particolare combo raggio oscuro più missili. Samus, finchè non troverà la tuta adatta, dovrà prestare molta cautela nella dimensione oscura, spostandosi solo all’interno di determinate ‘bolle di luce’: al di fuori di esse infatti subirà ingenti danni dalla materia oscura. Davvero impressionante a livello grafico la dimensione oscura: dall’interno delle bolle di luce l’intero paesaggio appare distorto e avvolto in un buio opprimente, squarciato solo dalle altre bolle di luce. All’interno del buio poi si muovono enormi ragni formati di bolle di nebbia, che attaccano Samus e si fondono con il pavimento e i muri. Davvero impressionante. La demo, ambientata in un livello che alterna scene all’aperto e combattimenti in aree tecnologiche, che ricordano le Phazon Mines, offre per il resto tutto ciò che ha reso grande il primo Metroid a 128bit: scontri con gli immancabili pirati spaziali, qualche puzzle, esplorazione e sezioni 2D da attraversare sotto forma di morph ball. La degna conclusione della demo è lo scontro con Dark Samus, un clone oscuro della nostra eroina. Scontro divertente grazie ai diversi pattern di attacco adottati, per quanto non molto impegnativo. La conclusione? Nella demo rimane nebulosa: per quanto Dark Samus venga (ovviamente!) sconfitta, siamo sicuri che ce la ritroveremo tra i piedi più volte nel corso del gioco…
A livello puramente tecnico i progressi rispetto a Metroid Prime si vedono, anche se, sfruttando già a fondo la console con il primo capitolo, non sono marcatissimi. La prima cosa che salta all’occhio è la dimensione degli stage, ulteriormente aumentata: alcune stanze sono davvero enormi e ricchissime di dettagli. Lievemente superiore il dettaglio delle texture, così come il numero di nemici presente in ogni stanza: c’è più casino su schermo, e si vede. Davvero impressionanti gli effetti grafici: la dimensione oscura è semplicemente incredibile, così come meravigliosi sono i riflessi sull’armatura di Samus, gli effetti delle armi e le distorsioni dell’immagine vicino ai portali. Il frame rate? Sempre inchiodato a 60FPS, anche nelle situazioni più caotiche.
…che mal accompagnati!
La vera, grande novità introdotta da Echoes è la modalità multigiocatore. All’E3 era possibile provare una sola mappa da due a quattro giocatori e due diverse modalità di gioco, il classico Deathmatch e la modalità Bounty, dove vince chi raccoglie più monete, che vengono lasciate sullo schermo dopo aver ucciso un avversario. Il sistema di gioco è in tutto e per tutto simile alla modalità single player, lock-on compreso, mentre si trovano sparsi per l’area di gioco diversi bonus: armi speciali con colpi limitati, super missili, super bombe, invulnerabilità, ricariche di energia e perfino la terribile Death Ball, che rende la morph ball davvero letale e pericolosissima. Sono inoltre presenti catapulte che ‘lanciano’ Samus tramutato in morph ball nell’aria, verso nuove zone del livello altrimenti inaccessibili. La modalità multiplayer, visto il particolare sistema di gioco di Metroid Prime, che sfrutta intensivamente il lock-on sui nemici, si discosta marcatamente da quanto visto negli FPS classici, avvicinandosi maggiormente a un action game classico e ponendo meno l’accento sulle pure capacità di mira del giocatore. Ciò detto, il multiplayer di Echoes non può non lasciare perplesso chi si aspetta le sensazioni da classico FPS. Dopo aver fatto alcune partite con altri giocatori, sono rimasto piuttosto perplesso anch’io. Il multiplayer è divertente, e offre tutte le chicche della saga, ma non quanto i maggiori esponenti del genere sparatutto. La sensazione è che molto dipenderà dal level design e dalle modalità di gioco che i Retro Studios saranno in grado di implementar: il livello mostrato all’E3 era un po’ scialbetto rispetto al resto della produzione e in campo aperto gli scontri si trasformano in frenetici pigia pigia all’ultimo missile. Ovviamente attendiamo il gioco finito, e qualche ora di multiplayer assatanato, prima di dare un parere definitivo.
Insomma, Metroid Prime 2: Echoes, promette faville. Pur senza rivoluzionare la formula (ottima) del predecessore, Echoes porta interessanti novità che, se ben sfruttate, sapranno dare nuovo sapore alla serie, senza snaturarne le radici. Giudizio ancora sospeso sul multiplayer, che al momento sembra un superfluo ‘di più’, divertente ma non in grado di sostenere il confronto con i colossi del genere.