Mancano solo le ali
Verticalità e vertigine sono le due v alla base del titolo: le strade si inerpicano in salita verso la cima delle montagne, su picchi altissimi in mezzo ad una natura fitta e rigogliosa, qui i quad potranno spiccare, in barba a Isacco Newton e alla legge della gravità, balzi che hanno del prodigioso, roba da far impallidire quei pazzi che saltano 20 macchine, un cerchio infuocato e quant'altro con una moto. Non semplici salti, ma vere e proprie passeggiate in aria, tra una montagna e l'altra, dove il pilota ha tutto il tempo per eseguire quei numeri, che sono il vero piatto forte della produzione Black Rock. Più della corsa, delle traiettorie pulite, delle curve pennellate, conta eseguire le figure aeree più bizzarre possibili, e contemporaneamente tornare a terra evitando rovinose cadute. L'esperto sviluppatore che ha mostrato il gioco ha eseguito numeri circensi degni delle migliori esibizioni dei bulgari di Mai dire Goal, in pratica avere il sedere sulla sella è necessario solo al momento di tornare sulla strada.
Grazie a delle ottime animazioni i piloti iniziano a contorcersi come se fossero in preda a convulsioni, esibendosi come tarantolati in diverse pose e figure, molte delle quali esclusive per ogni singolo pilota, chiamate signature tricks. Ecco quindi i corridori esibirsi in carpiati, preghiere a mani giunte, saluti al pubblico, capriole e tutto quello che che farebbe scrivere se fossimo in una puntata di Jackass don't try this at home !
Il concetto alla base del gioco è semplice e immediato, più trick si fanno più velocemente si attiverà la barra del turbo, boost o nitro che dir si voglia. Più velocemente si andrà, maggiore sarà la possibilità di arrivare primi. Punto e basta, piuttosto semplice e diretto, la filosofia arcade al suo massimo splendore quindi. Più che i tasti per l'acceleratore e il freno in Pure verrà fatto abuso di 3 tasti in particolare, oltre ovviamente allo stick direzionale: a-b-y per Xbox 360 e x-cerchio-triangolo per PlayStation 3. Il sistema congegnato da Black Rock per eseguire i numeri è tanto efficace quanto originale: si inizia con i trick più facili da eseguire (tasto a, tasto x), poi si sale di livello sbloccando il secondo tasto (b-cerchio). Dopo aver eseguito un certo numero di performance aeree si libera il terzo livello (tasto y, tasto triangolo) dandoci la possibilità di azionare il turbo. Per rendere complicato e un filo "strategico" l'utilizzo del boost, quei maligni di Black Rock hanno convenuto che l'uso del turbo rimanda a zero progressivamente i livelli di trick realizzabili. Di conseguenza scegliere oculatamente dove e quando utilizzarlo diventa l'imperativo categorico per ottenere le vittorie necessarie per progredire nel gioco.
Inoltre realizzare numeri più semplici significa guadagnare un punteggio più basso: questo per i maniaci delle classifiche mondiali potrebbe rappresentare un problema piuttosto rilevante.
Italia, meccanici e rovine greche
Se Black Rock da una parte ha spinto per una attitudine arcade decisamente forte e connotata, dall'altra ha introdotto una complessa gestione della customizzazione della macchina, pardon, del quad. E' possibile, vincendo le gare, comprare parti di ricambio, sia estetiche che di telaio e motore per il proprio mezzo, che ovviamente andranno a modificare le prestazioni dei mezzi, anche alla luce delle 5 classi di motorizzazione presenti. Inoltre come nella serie di Gran Turismo, ogni pezzo è disponibile in varianti più o meno potenti, acquistabili a seconda del proprio conto in banca. Gli amanti dell'elaborazione potranno sbizzarrirsi un pò su tutte i componenti dei quad: nella presentazione abbiamo visto parti di ricambio per ruote, ammortizzatori, telaio, freni, cerchi e addirittura manubri. Ognuna di queste può essere comprata scegliendo il colore, col risultato di ritrovarsi, se si abusa dell'editor, a guidare più un Arlecchino su quattro ruote che un serio e aggressivo veicolo off road. Sul fronte prettamente numerico, ovvero numero di tracciati, modalità, personaggi selezionabili e giocatori sul versante on line, Pure sembra essere piuttosto vario e ben congegnato. Durante l'evento abbiamo potuto vedere tre tracciati, due dei quali già presentati alla GDC di febbraio, ovvero l'ambientazione italiana, un frullato di rovine greche e romane, costiera amalfitana e lago di Como. Avessero incluso il Colosseo e qualche chiesa qua e là, i Black Rock avrebbero vinto l'Oscar per il miglior stereotipo/luogo comune.
La seconda vista è stata il Wyoming, per ultimo l'inedito New Mexico ha fatto da sfondo alla bravura dello sviluppatore che giocava il titolo. Non è stato detto nulla riguardo le altre ambientazioni presenti (sette in totale), ma grazie a dei bei poster appesi improvvidamente nella saletta deputata alla presentazione, abbiamo potuto sapere che la Thailandia e la Nuova Zelanda faranno parte del gioco. Sei i corridori inizialmente presenti, ognuno con un proprio stile di guida e animazioni peculiari, più uno segreto di cui nessuno del team di sviluppo ha voluto dire nulla. Oltre la caratterizzazione dei personaggi, un plauso va alle ottime animazioni degli stessi, sia su strada mentre guidano, che in aria durante i tricks: ognuno di essi è diverso dall'altro, ben riconoscibili anche dal modo in cui impugnano il manubrio del quad.
In 16 contro la gravità
Per le modalità di gioco, sia on che off line, non sono state spese molte parole, visto che tutto ruotava sull'adrenalina dei grandi salti e sul fattore divertimento, senza se e senza ma. Cinquanta eventi, inclusi in 10 tour sono il piatto principale del single player: oltre alle modalità race e sprint, incentrate sulla gara vera e propria, quella denominata freestyle, come dice il nome stesso, ci permette di apprendere e provare liberamente senza troppi patemi da traguardo, i molti numeri a disposizione. Riguardo all'online, come già scritto precedentemente, non è stato detto praticamente nulla. Quel poco che i ragazzi di Black Rock hanno lasciato trapelare va solamente a incastrarsi nel concetto principe del gioco, e cioè divertimento, casino e velocità senza eguali. Fino a 16 potranno sfidarsi in rete, in che modo non è dato sapere, ma facendo quattro chiacchiere con Jason Avent e Jonathan Gibson, rispettivamente game director e design manager di Black Rock, è stato possibile sapere sin da subito alcune interessanti notizie e che cioè non si potranno comprare quad da altri giocatori, né tantomeno scaricare ghost di altri utenti. Tutto quindi è focalizzato sul punteggio, nello scalare posizioni nella classifica mondiale. Tecnicamente Pure, mostrato sulle pressoché indistinguibili Xbox 360 e PlayStation 3, vanta un ottimo comparto grafico.
La cosa che più ha colpito i giornalisti convenuti è stato il colpo d'occhio generale, che, complici le grandi altezze da cui si spiccano i salti, ha regalato vastissimi panorami mozzafiato, estesi per circa 20 chilometri quadrati, pieni di scorciatoie e strade secondarie dove cercare fortuna lontano dalla bagarre delle piste più battute. Raffinate e dettagliate texture disegnano fitte trame su quad e piloti, mentre una buona erba poligonale ricopre il terreno, per un design totale delle ambientazioni che beneficia anche di bump mapping a profusione e di ottimi effetti particellari e di luce. Piacevole è l'effetto associato ai grandi salti in cui viene resa quasi palpabile la gravità che attira (finalmente!) a terra il veicolo. Tutto questo ha comunque un prezzo visto che, complice forse la giovinezza della build, la velocità esagerata di gioco è stata qualche volta vittima di piccoli scatti e rallentamenti.
Fisica e grafica, nei giochi off road di questi ultimi tempi, hanno sempre qualcosa in comune, o meglio sono l'una diretta emanazione dell'altra. I quad ovviamente hanno una diversa tenuta di strada a seconda della superficie del tracciato, non esiste però una deformazione progressiva del terreno che influenza i mezzi, sobbalzi e saltelli sono ovviamente presenti, ma non è stato implementato, come in Sega Rally, un disfacimento della superficie stradale col progredire della gara. Gli unici momenti in cui viene fatto un minimo di attenzione alle leggi della natura è nelle fasi di caduta dopo i lunghi salti, che esigono un perfetto atterraggio sulle quattro ruote tramite un uso intensivo dello stick destro atto a riequilibrare il quad, pena la perdita di numerosi secondi. Gli sviluppatori hanno poi speso molte parole sul comparto audio del gioco, focalizzandosi sul rombo del motore diverso a seconda del terreno, sterrato e desertico che sia, ma la cosa che ha colpito maggiormente l'attenzione dei presenti è stata la colonna sonora, pieni di pezzi rock di artisti famosi, tra i quali Foo Fighters e Beck, con la probabile possibilità, non negata ma nemmeno assicurata al cento per cento dagli sviluppatori, di potere inserire le proprie canzoni preferite.
Ma alla fine si corre o si salta?
Non avendo potuto provare il gioco, è difficile stabilire se le promesse fatte dagli sviluppatori in sede di presentazione verranno mantenute, se insomma tutto funzionerà egregiamente nella versione finale. L'impressione generale avuta è che Pure sia cosmeticamente decisamente ben fatto, con momenti di sincero stupore durante i salti tra una vallata e l'altra, ma che qualche dubbio, immagino subito fugato al momento di prendere il mano il pad, rimanga sul bilanciamento tra trick e gara, se insomma la corsa vera e propria tra 16 piloti venga messa in secondo piano dall'esibizione continua di numeri e figure aeree.
Il tuning dei mezzi e il sistema a livelli dei trick non ci danno un aiuto in merito a questa questione, con il primo che privilegia un'impostazione più "simulativa" e "celebrale" della gara, mentre il secondo ci invita invece a tenere il gas a tavoletta e a dare spettacolo.
Non ci resta quindi che aspettare settembre, per accendere i motori e poter fare finalmente quattro salti con i quad di Black Rock.