Dagli albori ad oggi...
Il primo scoglio che si affronta avvicinandosi ad un titolo sui Pinball è di certo quello di riuscire a superare la barriera mentale che lega ciò che stiamo per giocare all’esperienza reale vissuta in sala giochi di fronte ad un flipper reale. Il flipper non è solo il padre di ogni videogioco, è la fusione di due concetti ben distinti che in esso trovano un’ottima coesione. Da un lato vi si trova il concetto che sta alla base dei giochi basati sulle palle, tipici dell’ambiente della sala da gioco. La carambola, la stecca e tanti altri tipici passatempi da Bar sono da considerare per molti versi i progenitori del Pinball. A questo si aggiunse ben presto la volontà di integrare l’elettronica e di trasformare il tavolo da flipper non solo in un gioco divertente ma anche in una spettacolare attrazione. Quelle che sto citando sono esperienze che non appartengono totalmente alla generazione di chi vi scrive ma a quella immediatamente precedente, a quella di quei genitori che, ragazzi negli anni settanta, si affollavano per le prime volte attorno a queste macchinette spettacolari a veder roteare per ore le palline spinte dagli inquieti scatti delle spazzole. Il gioco, che inizialmente assomigliava più ad un tiro al bersaglio, o ad un bowling in miniatura, subì presto una micidiale evoluzione. Dapprima vennero introdotti numerosi bersagli, di diversa forma e dimensione, poi piani rialzati, levette, tunnel sospesi, trabocchetti; poi vennero aggiunte altre spazzole al campo da gioco in modo da permettere al giocatore di interagire parzialmente non solo sulla parte finale del percorso ma anche in aree superiori, rimaste fino a quel momento “terra di nessuno”. Quello che tuttora i più vecchi lamentano però è proprio il fatto che l’eccessivo impiego di questi, pur sempre spettacolari, dispositivi finì per snaturare il gioco stesso. Il giocatore vide perdere costantemente il proprio potere di interazione per lasciare spazio alla spettacolarità in sé del flipper. Non sta a noi decidere se sia stata questa una cosa giusta o sbagliata, fatto sta che i giocatori di nuova generazione, sempre più esigenti ed incontentabili, com’era lecito aspettarsi, non hanno seguito le orme dei padri e hanno gradualmente condannato il flipper a regredire fino allo stato di sopramobile.
Pochi spunti, un vero peccato
Partendo dal presupposto che, a causa della loro natura, i simulatori di flipper partano sicuramente svantaggiati sul mercato PC, notoriamente invaso da ben altri generi, facciamo la conoscenza di Pure Pinball. Si tratta di un puro e semplice simulatore, che tenta di riprodurre in tutto e per tutto la tipica situazione della partita a flipper. Il modello del tavolo e dell’ambiente circostante è finemente realizzato. Sfruttando una grafica particolarmente raffinata si ha veramente l’impressione di trovarsi di fronte ad un flipper reale. Attivate tutte le opzioni, aggiunte le ombre e elevato al massimo il livello dei riflessi, il risultato è tutt’altro che lontano dalla rappresentazione reale di ciò che verosimilmente può trovarsi di fronte ad un giocatore in una vera sala giochi. L’interfaccia, nel più classico dei concetti prevede di utilizzare la tastiera come pulsantiera del flipper. Un’unica configurazione di tasti vede posizionati su entrambe gli shift il comando di attivazione delle spazzole, mentre il lancio della biglia è affidato al tasto Enter. Spazio, come era ovvio aspettarsi, riproduce il Tilt! ovvero la spinta data al tavolo per sbloccare la pallina in caso di stallo. Tutto sembrerebbe volgere al meglio, nel limite delle ambizioni di un titolo di questo genere, e invece non tardano ad arrivare le note dolenti. Innanzitutto la disponibilità dei tavoli è assolutamente limitata. Sembra veramente ridicolo poter disporre di soli tre flipper, che pur essendo maniacalmente raffinati e complessi non possono certo esaurire la sete del videogiocatore più esigente. La modalità multiplayer esiste, ma prevede, come è ovvio in questi casi, di far giocare più giocatori sullo stesso tavolo a turni, proprio come si faceva una volta al bar. La fisica del gioco è precisa e non lascia spazio ad ulteriori critiche, del resto però la limitatezza generale delle offerte a livello di modalità di gioco è davvero disarmante. Pensare che l’unica varietà del gioco è rappresentata dalla gamma di tavoli disponibile lascia spazio solo a commenti negativi. In sostanza, è triste dirlo, si riduce tutto a questo. Tre tavoli (ben realizzati, non sono certo qui a contestare questo), una buona fisica, una colonna sonora decisamente da dimenticare e poche pochissime opzioni (basti pensare che non è neanche possibile cambiare impostazione dei tasti). Apprezzabile d’altra parte i sotto giochi proposti dal flipper, sbloccabili attraverso speciali combo, che donano una leggera speziatura alla più magra desolazione del gioco in sé. Che dire? Specificando che è tristemente tutto qui quel che c’è da dire non possiamo far altro che consigliare questo titolo a chi proprio non può vivere senza flipper, neanche quando vorrebbe dedicare qualche minuto della propria vita unicamente al computer. Nulla da obiettare, lo ripetiamo, sulla raffinatezza della realizzazione, ma non pare proprio giustificabile una così scarsa offerta in materia di varietà. Peccato.
A volte ritornano, è proprio il caso di dirlo. Di giochi che riproducessero e simulassero su PC il vetusto e sempre amato flipper da sala giochi (conosciuto anche come Pinball) se ne sono visti tanti. Viene naturale chiedersi come si possa lontanamente pensare di poter trasportare al 100% l’esperienza dal vivo mediante lo schermo del computer… Un’impresa disperata. Eppure addirittura Windows 98 affiancava ai ben più storici giochi di carte un suo personalissimo Pinball. E’ chiaro dunque che c’è qualcuno che gradisce ancora la possibilità di provare l’ebbrezza di far sfrecciare le lucide sferette d’acciaio sulle piste multicolori (virtuali o reali che esse siano).