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Quello Spirto Guerrier ch'entro mi rugge...

Il Principe di Persia è in arrivo su tutti i sistemi casalinghi, con un appeal più macho del suo predecessore. Abbiamo provato una versione quasi definitiva per voi!

ANTEPRIMA di La Redazione   —   05/11/2004
Prince of Persia: Spirito Guerriero
Prince of Persia: Spirito Guerriero
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Principe delle tenebre

I primi minuti in compagnia di Prince of Persia: Spirito Guerriero saranno a base di adrenalina e FMV. Difficile negare che sono stati emozionanti i fotogrammi d’apertura, e giusto per non lasciarvi a bocca asciutta, ma al medesimo tempo con la volontà di non rovinarvi alcuna sorpresa, vi daremo solo qualche dettaglio riguardante trama e sequenze d’intermezzo. L’introduzione vede il famoso principe, incappucciato per l’occasione, scappare da qualcosa d’indefinito che poco ha di raccomandabile e umano, ma con la certezza che la sua potenza è semplicemente devastante. A seguito un primo piano farà notare la maturazione avvenuta sul volto del protagonista, che ora sembra più cupo e risoluto. Poi un vascello zeppo di marinai, in cui saremo catapultati al fine di muovere i primi passi nel gioco con il consueto tutorial. Verremo, difatti, attaccati da un galeone nemico capeggiato da una gentil donzella, (s)vestita di pochi lembi di pelle nera e dalle natiche scolpite. In tal senso l’inquadratura dedicata è da cardiopalma, ma tant’è. Ci ritroveremo quindi sul pontile della nostra imbarcazione assediata, a menar fendenti contro nemici non morti col fine di farci strada per arrivare al cospetto dell’affascinante dark lady. La prima novità proposta dal gioco Ubisoft risiede nella possibilità di avvinghiarsi ad una colonna in pieno combattimento, per poi roteare in stile ventola e fare piazza pulita dei malcapitati nelle zone adiacenti.

...un primo piano farà notare la maturazione avvenuta sul volto del protagonista, che ora sembra più cupo e risoluto.

Principe delle tenebre

Il feeling col pad sembra decisamente non essersi mai smorzato, e non ci vorrà molto per ricordare tutte le evoluzioni che contraddistinguevano il predecessore. Anche le novità inserite risulteranno ben presto naturali nell’esecuzione. Il frutto dello studio fatto dalla casa canadese si materializza, infatti, in tutta una serie di nuove mosse disponibili col solito, importante fine di unire in matrimonio la spettacolarità dei combattimenti con la profondità degli stessi. Avremo la possibilità di saltare in groppa all’avversario, per poi scaraventarlo a qualche miglio di distanza con un calcio nella schiena, oppure, a seconda dell’inclinazione a cui sottoporremo lo stick analogico, buttandocelo alle spalle con una mossa tipicamente ‘da strada’. Queste feature saranno utili in più di un’occasione quando dovremo vedercela con un gran numero di nemici, potendone così scansarne qualcuno o, in caso di burroni nelle vicinanze, letteralmente sbarazzarcene. Sempre con lo stesso tasto designato potremo anche prendere alle spalle il nemico, immobilizzarlo e, magari, fregargli l’arma. Come avrete ben capito, il principino avrà l’opportunità di dare una compagna alla sua arma principale, potendo così avvalersi di una seconda scelta, utile per colpire a distanza e per il combattimento corpo a corpo. Se si sceglierà di combattere con due armi, ecco che la configurazione del pad muterà lievemente, destinando un tasto specifico all’artiglieria opzionale in maniera da esibirsi in efferate combo non molto dissimili ad una danza tribale. Oltre a tutto sto popò di roba entra in scena anche la possibilità di utilizzare in combattimento l’ambientazione circostante, potendo così esibirci in ulteriori evoluzioni. La corsa sul muro si potrà così evolvere, ad esempio, in un tuffo plastico a ritroso che terminerà con una sciabolata alle spalle del malcapitato di turno. Oppure, sempre sulla scia degli aneddoti, avvalerci di una parete, usarla da sponda, per poi lanciarci ‘a pesce’ infilzando così il nemico. Lasciamo, per finire, un alone di mistero sui poteri del protagonista di gestire a piacere il tempo, le novità le lasceremo scoprire a voi...

Quello Spirto Guerrier ch'entro mi rugge...
Quello Spirto Guerrier ch'entro mi rugge...

L’inevitabilità dell’evoluzione

Il principe di Persia è dunque maturato, mutando sia nell’aspetto, ora molto più aggressivo, sia nel carattere. Con la logica evoluzione delle tecniche di combattimento, che ora più che mai risultano efficaci nella loro vena quasi circense. Questa baraonda di innovazioni non potrebbero però esistere, e coesistere, se non fosse stato apportato un degno contributo in termini di progresso anche al background. Prince of Persia: Spirito Guerriero accantona, almeno in parte, le oniriche e sfarzose ambientazioni del predecessore, prediligendo ad esse l’oscurità delle tenebre. Gli ambienti di gioco mostreranno l’anima più cupa ed introversa di questo titolo Ubisoft, che in taluni casi sembra quasi voler spaventare il giocatore. Dove prima c’erano colonne e pavimenti dorati, ora il tutto assume un grigiore molto meno accogliente. Congeniale, comunque, l’idea di tenere un’ancora legata al passato con dei warp zone che riporteranno il nostro eroe indietro nel tempo, quando tutto era ancora splendente. Lo stacco fra le due epoche, che in ogni caso si distaccheranno di una manciata di anni, si sentirà sia in termini di resa grafica e palette cromatica, sia in termini prettamente ludici. Il level design, costituito anche stavolta di trappole e puzzle di ogni sorta, si avvarrà anche di questi salti nel tempo, che in perfetto stile con il sempreverde Soul Reaver incideranno non poco sull’intera esperienza. Così come le orde nemiche, che oltre ad adeguarsi allo stile più dark dell’intera produzione, aggiungeranno profondità ai combattimenti.

Quello Spirto Guerrier ch'entro mi rugge...

Troveremo creature d’ogni tipo, caratterizzate ognuna per animazioni, shortcut vocali e pattern d’attacco. Più spaventose per movenze ed aspetto rispetto al prequel, e dotate di versi a dir poco raccapriccianti, le orde nemiche saranno più variegate sotto il profilo dell’approccio alla battaglia. Troveremo, fra i tanti, una sottospecie di sacerdoti-ombra che attaccheranno a distanza, i classici non morti da mischia e spadaccine dark dall’agilità talmente elevata da permettersi di schivare buona parte dei nostri, altrettanto agili, attacchi. Comparto tecnico che offre qualche poligono in più, texture leggermente più definite ed un frame rate ancorato sui 30 fotogrammi al secondo, salvo qualche circostanza in cui sembra non sopportare il peso di tanta beltà grafica. Notevolmente cambiata invece la soundtrack, che ora accompagna il gioco con motivi metal incentrati su chitarre distorte e tempi sincopati, se pur con qualche vago richiamo alle melodie mediorientali. Infine, notizia dell’ultima ora, entra nella lunga lista dei credit anche quella gran figliola di Monica Bellucci in qualità di doppiatrice destinata alla versione inglese.

Congeniale, comunque, l’idea di tenere un’ancora legata al passato con dei warp zone che riporteranno il nostro eroe indietro nel tempo, quando tutto era ancora splendente.

È appagante, come videogiocatori, sentirsi ascoltati. Ubisoft sembra realmente essersi armata di taccuino e penna, ed aver preso nota di ogni appunto fatto al suo campione d’incassi 2003. Questa nuova produzione legata al principe di Persia pare aver realmente tirato fuori il meglio dal meglio, soppiantando le lacune del predecessore con modifiche più che mirate. Le stesso stile adottato, la maturazione che ha investito il protagonista e le sonorità molto più aggressive sono sintomo ineluttabile di una svolta, che per quanto abbiamo potuto provare, sembrerebbe essere la degna evoluzione di un franchise dalle radici così antiche. Ampiamente soddisfacente, dunque, la nostra prova su strada, tanto da candidare questo Prince of Persia: Spirito Guerriero per l’ambito e conteso podio del miglior titolo del Natale alla porte. Non resta quindi che rimandarvi alla nostra recensione, che come da tradizione uscirà in contemporanea col gioco in questione.

Il tempo passa svelto, troppo svelto. Sembra ieri ma è già passato un anno da quel fatidico ricongiungimento con il principe di Persia. Resuscitato grazie ad una coda di fenice, più comunemente chiamata Ubisoft, questo gioco dall’illustre passato riuscì a sorprendere un po’ tutti, perfino i più scettici. Fu una sorpresa, non se ne può far mistero. Ora la domanda viene spontanea: considerando tutti i rischi che una riconferma di questo spessore può comportare, cosa ha spinto la softco canadese a proporre un sequel di tal gioiello a solo un anno di distanza? Depennando a priori il discorso prettamente economico, sempre molto importante in ogni operazione commerciale, il motivo principale risiede proprio in quel successo di critica e pubblico che fu Prince of Persia: Le Sabbie del Tempo. Un gran gioco, non c’è che dire, stracolmo di fascino e dal gameplay sopra le righe, ma con pecche tali da spingere Ubisoft a rimontare in sella al suo purosangue, ascoltare i feedback dei giocatori, e mettere una taglia su tutte le lacune evidenziate. Abbiamo avuto la possibilità di provare la versione semi definitiva di Prince of Persia: Spirito Guerriero, di seguito le nostre impressioni.