Red Faction: Guerrilla è stata sicuramente la sorpresa dell'evento THQ per una serie di motivi che non afferiscono solamente all'ottimo comparto grafico. Il Geo Mod, ovvero quel motore fisico che permetteva nei primi due capitoli di distruggere tutta (o quasi) l'ambientazione di gioco, ha subito ora un processo di cambiamento così radicale e raffinato che dire semplicemente "si rompe tutto" o "si spacca tutto", è fin troppo riduttivo. Alla stessa maniera il gameplay ha subito un cambiamento così forte che quasi si stenta a credere di avere per le mani la terza iterazione della serie creata da Volition. 50 anni dopo gli avvenimenti narrati nel primo titolo è tempo di riaccendere il fuoco della rivoluzione, di combattere gli oppressori della Earth Defence Force: due sono le cose che saltano subito all'occhio, la prima e più ovvia è il passaggio dalla visuale in prima persona, a una in terza più consona agli action adventure di questi tempi. Alla stessa maniera la struttura lineare dei primi due capitoli ha ceduto il passo a meccaniche da open world, in cui Marte è esplorabile sin da subito in tutta la sua interezza.
L'allegro chirurgo
In pratica non si ha per le mani uno sparatutto in prima persona, ma un titolo più assimilabile alla schiera dei giochi free roaming, in cui è data massima libertà di scelta al giocatore. Se queste due caratteristiche sono sufficienti per distanziare questo terzo capitolo dai precedenti titoli, è il Geo Mod che fa fare un balzo deciso al gioco. Red Faction sembra spingere al massimo il concetto di fisica applicata all'ingegneria civile. Banalmente è possibile fare un bel buco sul muro e sparare all'interno, così come è possibile sbriciolare le coperture dei nemici. La cosa sbalorditiva non è tanto avere la possibilità di "piallare" intere zone a colpi di granate, lanciarazzi o martellate, ma come lo si fa. Niente è scriptato, tutto reagisce in maniera credibile alle sollecitazioni del giocatore. Abbiamo provato a radere al suolo un palazzo, sia "creando" un box auto dal nulla dopo aver rubato un camion, sia piazzando cariche esplosive sui muri. Le pareti venivano giù, rompendosi in maniera ogni volta diversa, ma il palazzo rimaneva in piedi. Fino a quando casualmente non abbiamo centrato col lanciarazzi un paio di muri portanti, il palazzo, o quello che ne rimaneva in piedi, ha iniziato a cedere fino a collassare completamente, portandosi appresso i nemici asserragliati all'ultimo piano. Questo è il cuore del lavoro di Volition, e da quello che sembra è decisamente avanti a titoli seppur diversi ma con caratteristiche simili come Fracture e Battlefield: Bad Company. Stupisce insomma il grande numero di possibilità tattiche offerte al giocatore: un palazzo, un ponte, un veicolo, una serie di trincee, possono diventano quasi morbida creta nelle mani del giocatore più smaliziato, potendo scegliere, se la situazione lo permette, di sbizzarrirsi in ogni maniera su strutture e oggetti presenti. Sempre parlando di mezzi, molti e vari, è stato possibile vedere, oltre al già citato camion, anche jeep, blindati e semplici vetture; particolare menzione va al mech minerario alla Aliens, grazie al quale si fanno passeggiate nei palazzi senza fare distinzione tra muri portanti e semplici pareti!
L'insostenibile leggerezza del lanciarazzi
L'impostazione in terza persona del gioco, scelta questa per rendere tangibili le caratteristiche del motore fisico, ci mostra come il sistema di combattimento paghi dazio a quanto visto in titoli recenti: come da prassi è possibile avvicinare la visuale per mirare meglio, così come andare automaticamente in copertura in presenza di un muro o di qualsiasi altra sporgenza, piccole cose che ormai non fanno più sensazione, ma che donano ulteriori possibilità tattiche alle meccaniche di gioco. Parlando di armi, quattro erano subito disponibili: la prima è il classico martello da minatore che, abbinato ai muscoli d'acciaio del nostro eroe guerrigliero, può uccidere sul colpo i nemici ma anche distruggere muri e quant'altro. Un comodo lanciarazzi da spalla, oggetto ormai irrinunciabile per l'insurgente da città e l'altrettanto immancabile fucile d'assalto, si sono fatti preferire per le situazioni più congestionate.
Per ultimo possiamo anche dare sfogo alle nostre manie devastatorie con delle granate appiccicose detonabili in un secondo momento, opzione questa che apre infinite possibilità di utilizzo, tipo appiccicarla addosso a un soldato della EDF o piazzarla su un camion, per poi allontanarsi e farla brillare a distanza di sicurezza.
Graficamente il gioco ha dato segnali decisamente positivi, anche se in alcuni casi con buoni margini di miglioramento. Di pregevolissima fattura è l'interazione con l'ambiente, che beneficia di un motore fisico che lascia a bocca aperta per la varietà di situazioni che si creano durante le demolizioni, così come i modelli dei molti mezzi pilotabili, ognuno con un suo stile di guida peculiare.
Il protagonista del gioco è dotato di buone animazioni e di un look molto particolare: la faccia cattiva e un pesante cappottone svolazzante lo fanno sembrare più un investigatore privato alla Deckard di Blade Runner che un minatore che ha deciso di prendere le armi, aumentando se possibile il suo carisma.
L'insostenibile leggerezza del lanciarazzi
Nota parzialmente negativa per il pianeta Marte: benchè pieno di bump mapping e altri effetti speciali, le superfici appaiono piuttosto spoglie, con pochi arbusti e vegetazione in generale, facendo sembrare la superficie terraformata del pianeta rosso, un vero deserto più di quello che, nella realtà della finzione, realmente è. L'esplorazione limitata dell'area non ha permesso di verificare altre ambientazioni, che si preannuniciano essere comunque molto varie e diversificate. In definitiva questa prima prova del titolo Volition è stata sinceramente positiva: le nuove meccaniche di gioco e il rigenerato sistema di fisica Geo Mod sembrano funzionare particolarmente bene, purtroppo non è stata ancora rivelata una data di uscita definitiva, ma prima del 2009 sarà impossibile calcare le sabbie di Marte.