Tutto il Male vien per mangiare
Ma abbandoniamo i toni volutamente sarcastici, che una riproposizione di un gioco talmente importante ha sempre un suo perché. RE: DS, a differenza del remake su Cubo, è la riproposizione pari pari della prima edizione, con delle aggiunte relative alle peculiarità del portatile Nintendo che però potrete decidere anche di eliminare semplicemente scegliendo di giocare allo “Standard Mode” e non al “Rebirth Mode”, tra le modalità che il programma propone. Villa Spencer e Raccoon City sono quindi tornati alle origini, così come Chris Redfield e Jill Valentine che ripresentano, insieme a tutti gli altri protagonisti, il design del decennio scorso. Spariti anche i filmati e i dialoghi completamente rinnovati che avevano rimpiazzato nell’edizione GameCube gli originali, che tante volte, per via di tante ingenuità e di una recitazione oltremodo mediocre, avevano regalato momenti di involontaria comicità a tutti i pionieri della disinfestazione di zombie: era decisamente un’altra epoca e ai tempi RE meritava solo rispetto per la strada intrapresa, oggi come oggi però, e specialmente dopo i passi avanti fatti in questo senso dalla saga negli ultimi anni, la scelta di rivolgersi al materiale originale desta più di una perplessità. Le ragioni sono comunque chiare, questo Resident Evil si presenta come la celebrazione di una saga e di un gioco, nonché di un momento fondamentale nella vita di Capcom e di tutta l’industria: un lato sicuramente positivo c’è, e sta nella capacità della casa madre di rinchiudere in una piccola scheda DS le tonnellate di filmati, in CG e dal vivo (sì, il primo RE aveva anche riprese dal vivo) e di dialoghi dell’originale PlayStation. Non tutti i filmati saranno a pieno schermo, ma la fluidità è sempre garantita e questa è senz’altro una scelta da condividere.
Villa Spencer e Raccoon City sono quindi tornati alle origini, così come Chris Redfield e Jill Valentine
Stesso discorso per il gameplay: sparite tutte le modifiche al level design e agli script che caratterizzano l’apparizione e il comportamento delle creature ostili del Rebirth, ci ritroveremo a rivivere (sempre scegliendo lo Standard Mode) un’avventura in tutto e per tutto identica a quella del ’96, compresi controlli oramai ingiustificabili se si trattasse di un gioco nuovo, telecamere di grande atmosfera ma spesso sbilenche, “episodi” di spavento che dopo anni d’assuefazione faranno probabilmente solo sbadigliare. Ma, lo ripetiamo, il punto sta a monte, e cioè nella scelta di riproporre il vecchio gioco e non la sua nuova interpretazione; è una scelta “filologica” se vogliamo, che presenta pro e contro: tra i pro, sicuramente la possibilità di tornare indietro di dieci anni per chi non c’era e per chi ha nostalgia, l’importante è che al momento di sborsare il dovuto l’acquirente sappia a cosa va incontro. E Capcom è indubbiamente onesta e chiara: lo dimostra il fatto che, se volete usufruire delle novità dell’edizione DS, lo potrete fare solo in due modalità a parte, Rebirth (!) e Multiplayer (!!!)
Ma il Rebirth non era…?
A dir la verità qualche cambiamento anche nella struttura di base c’è, mutuato dalle successive incarnazioni ed episodi del gioco. Si può usufruire della svolta rapida a 180°, si può ricorrere al coltello di sopravvivenza senza passare per l’inventario, le munizioni e i nastri per il salvataggio sono più munificamente distribuiti lungo il corso del gioco (ma non sappiamo quanto possa essere positiva quest’ultima novità), e ovviamente i due schermi del DS e la sensibilità al tatto di quello inferiore permettono la visualizzazione della mappa e di tutte le altre informazioni grafiche sullo schermo superiore e una gestione dell’inventario molto più intuitiva e pratica. Inoltre, e qui siamo a una vera rivoluzione, non ci sono più caricamenti tra una stanza e l’altra! La famigerata sequenza della porta che si apre è stata mantenuta per questioni d’atmosfera, ma è ora skippabile quando si vuole: rivoluzione, dicevamo, peccato che in mezzo ci sia passato un certo Resident Evil 4…
Ma le vere novità appaiono, finalmente, selezionando il Rebirth Mode. Nuovi script per gli avversari, tanto per iniziare, con gli zombie che stavolta sono in grado di aprire le porte per inseguirvi in posti dove chi conosce la vecchia edizione pensa di essere al sicuro. Soprattutto l’uso del Touch Screen sembra sviluppato: alcuni puzzle interamente nuovi pensati per l’occasione, e una sorta di minigame all’interno dell’avventura principale, che di tanto in tanto passerà ad una visuale in prima persona e richiederà l’uso del pennino a mo’ di coltello per liberarvi delle creature che vi verranno incontro, tramite fendenti orizzontali, verticali e diagonali e attacchi di “punta”. Queste ultime sezioni sono state però aggiunte “di peso” alla struttura originaria, e una volta terminate non noterete modifiche nella disposizione dei nemici nella stanza dove vi trovate. Da citare poi l’utilizzo del microfono, per azioni quali respirazione bocca a bocca e espulsione di veleni: ovviamente state attenti a non immedesimarvi troppo nella cosa, che abbiamo il timore che la garanzia Nintendo non copra i danni da eccessiva presenza di saliva all’interno della macchina…
Ci potevano pensare prima…
Ultima, ma non per importanza, novità di RE: DS è il multiplayer, fino a quattro giocatori con quattro cartucce. Competitivo innanzitutto: semplicemente chi riesce per primo ad uscire dalla zona di pericolo, magari (ri)ammazzando più zombie e creaturame assortito della concorrenza, vince. Occhio al fatto che armi e munizioni sono in comune: se un giocatore spazzola tutto, agli altri non resta niente!
Ma le vere novità appaiono, finalmente, selezionando il Rebirth Mode.
Ci potevano pensare prima…
E poi cooperativo, che in effetti è sempre stata un’idea stupida quella di Chris e di Jill di avventurarsi soli soletti in una magione tanto tetra dopo l’attacco dei cani-zombie, quando in realtà nella casa c’erano entrati in quattro… Tant’è, dopo dieci anni finalmente capiscono che ci si possono risparmiare un po’ di patemi affrontando l’ignoto tutti insieme: oltre ad armi a munizioni, in questa modalità anche l’energia sarà in comune, a sottolineare il fatto che siete un team. E allora non si capisce perché i nostri compagni non vengono raffigurati sulla nostra console se non con una strana icona volante, e perché a sbirciare i DS degli altri giocatori si possa spesso e volentieri vedere uno zombie fare una cosa completamente diversa da quella che lo stesso non-morto sta facendo sulla nostra. Misteri della fede, o dell’implementazione frettolosa di una modalità che giustifichi la nuova edizione? Alla fine ciò che conterà sarà il divertimento, come sempre accade, e ci conforta il fatto che il gioco, già disponibile in Giappone e America, abbia ricevuto in questi Paesi critiche che vanno dal buono al decisamente lusinghiero.
In attesa dell’uscita europea, fissata al momento al 31 Marzo, e del conseguente nostro verdetto definitivo, restano in noi alcune perplessità, relative alla decisione di riproporre in tutto e per tutto schema e tecnologia di un decennio fa, all’implementazione poco concertata col resto delle novità e a quanto possa spaventare un Survival Horror su un portatile, privo di schermo da 40 pollici e impianto surround. Ma la domanda che ci fa davvero paura è un’altra: sarà veramente l’ultima volta che entriamo a Villa Spencer? Brrr…
Negli ultimi anni ci stavamo quasi abituando a vedere una Capcom molto più spregiudicata e coraggiosa che non nel passato più recente: supporto alle macchine sfavorite dalle congiunture, creazione di numerosi franchise nuovi, stili di gioco e di design con più di una differenza rispetto ai trend più in voga. Ma un bel gioco dura poco e, vuoi perché i risultati ai botteghini non sempre hanno soddisfatto le attese, vuoi perché… no, probabilmente la causa è solo quella, fatto sta che la casa di Street Fighter sembra essere tornata, e alla grande, ai tempi in cui riusciva magistralmente a stillare fino all’ultima goccia di vita dai suoi successi. Ora poi che è anche il decimo anniversario del primo, storico Resident Evil (1996 su PlayStation), quale migliore occasione per riproporre, ovviamente sulla macchina più di successo del momento, quel seminale primo capitolo? Nessuna, e dopo tutte le conversioni, il Director’s Cut su PSOne e il Rebirth su GameCube, ora ci tocca pure il Deadly Silence su DS…