FIFA 2003
Ci sono i puristi delle simulazioni calcistiche, intransigenti nei confronti di qualunque digressione dal verbo-ISS. E ci sono i possibilisti, quelli che, per "clemenza" o per vasta passione e curiosità per il genere, amano affiancare delle alternative alla serie di Konami. FIFA 2003 rientra in questo discorso perché, come i suoi predecessori e il suo recente successore, fa parte della serie calcistica più longeva della storia - e più famosa presso il pubblico insieme a ISS. La maggior parte della fama di FIFA non deriva tanto dal gameplay, in genere a un grado di evoluzione e finezza del tutto inferiore alle produzioni Konami, quanto nel senso di realismo e nel valore del franchise che il titolo EA provvede ai fan calcistici attenti alla spettacolarità delle animazioni e degli intermezzi, al blasone dei nomi e dei marchi, ai loghi ufficiali e ai replay. FIFA 2003 è un titolo non certo perfetto, e il fatto di inserirsi in una saga che alterna migliorie promettenti a varianti discutibili non lo aiuta molto nel suo riproporsi a due anni di distanza: nuove alternative sono disponibili per il giocatore, sia da altre compagnie che all’interno della stessa saga. FIFA 2004, infatti, ultima incarnazione, sembra avere imboccato la giusta strada del gameplay per affrontare “sul campo del gioco” proprio l’inossidabile ISS, risultando per questo decisamente più appetibile della versione 2003 anche in virtù di una maggiore “freschezza” della componente su licenza che per molti – a torto o a ragione – è parte integrante dell’appetibilità del franchise. Ma anche FIFA 2002, il capitolo ancora precedente, potrebbe risultare maggiormente interessante per gli appassionati che, noncuranti del fattore aggiornamento, ricerchino invece delle varietà di gameplay, tra cui diversi moduli di controllo “per esperti” e sottigliezze nel controllo che FIFA 2003 ha messo temporaneamente da parte nei confronti del suo predecessore, concentrandosi su accessibilità e immediatezza non perfettamente trovate. FIFA 2003, insomma, è una discreta simulazione calcistica, ma anche a prezzo ridotto risente pesantemente del peso del tempo; e se il pubblico può trovare di più fresco e appetibile in commercio, anche gli appassionati potrebbero preferirgli addirittura il suo più datato predecessore.
voto: 6
This is football! 2004
Se il pubblico italiano è il pubblico calciofilo per eccellenza, se ne potrebbe concludere affrettatamente che la critica videoludica locale, nell’affrontare i titoli calcistici, prediliga la componente realistico-simulativa su quella arcade e immediata. La domanda è viziosa, visto che l’evoluzione del genere delle simulazioni calcistiche si è trovata costretta a diventare simulazione del gioco reale. E questo a discapito di componenti arcade che, dal canto loro, si trovano bene in evidenza in giochi calcistici dal sapore arcade immediato, dichiaratamente fantastici fin dalla copertina. Il grado di realismo, invece, inteso come verosimiglianza del controllo, della fisica del pallone, e del controllo sugli avatar videoludici sul campo, rimane e rimarrà il punto cruciale sul quale fondare il giudizio sul divertimento e la passione di ogni gioco prettamente calcistico che si rispetti. This is Football è una versione rinnovata, arricchita di opzioni più comprensive e texture più linde, di una serie che data indietro alla prima Playstation. Purtroppo, però, il team di Sony non è riuscita a produrre una simulazione calcistica capace di coinvolgere il giocatore con un gameplay solido: anche quest’ultima versione, attestandosi ad anni luce dall’onnipresente metro di paragone che è ISS, non riesce ad avvicinarsi al gameplay rifinito negli anni e all’appeal neppure della serie FIFA. Non certo per un tentativo dichiaratamente arcade. Non solo il titolo non mostra affatto una vocazione da titolo non simulativo, ma lo stesso sforzo nel tentare detto approccio simulativo rende ancora più evidente il momento in cui il gioco si arena in un sistema di controllo e in una fisica di gioco assolutamente lacunosi. Se c’è un punto di forza di This is Football! 2004, questo è costituito dal sistema di opzioni e customizzazioni, dall’editor sofisticato, dall’interfaccia completa ed esaustiva, dalla varietà di modalità di gioco e tornei, dalle routine di controllo delle opzioni per il gioco online. Manca però il gameplay, una volta scesi in campo. Sony, di fronte a un genere dominato da mostri sacri, dovrebbe forse rinunciare all’idea di pubblicare un capitolo annualmente, concentrandosi sulla sostanza del gioco e non sull’aggiornamento della cosmesi.
voto: 4,5
World Rally Championship 2 Extreme
Se ci sono dei generi in cui il gioco elettronico è riuscito a rendere la sensazione del mondo reale di “mordere la polvere”, questo è il caso delle simulazioni di rally. World Rally Championship 2 Extreme risente della concorrenza del suo seguito, ma è indubitabile come alla sua uscita sia riuscito a far fronte a tutte le critiche mosse al primo episodio della serie, colmando lacune e perfezionando la proposta della serie, imponendosi come lo stato dell'arte del rally digitale. I maggiori pregi di World Rally Championship risiedono e restano nella sua capacità di ricreare una sensazione di guida realistica, veloce, ruvida, con una proposta estetica dalla riuscita mimesi del mondo reale e un comparto audiovisivo egualmente immersivo. Il limite di World Rally Championship, nonostante il suo prezzo ridotto in edizione Platinum, è ormai la concorrenza con i seguiti della sua stessa serie, ma anche con concorrenti di altre compagnie che si situano in un’orizzonte più recente, in una storia di miglioramenti progressivi tipico dei videogiochi. Non sempre, va detto, la data più recente corrisponde a una maggiore cura per un episodio di una serie. E’ per esempio evidente come il seguito WRCIII fosse palesemente inferiore al rivale contemporaneo Colin McRae. Il presente WR2 Extreme,invece, rimane nettamente superiore al concorrente contemporaneo della saga di Colin McRae, targata Codemasters. Purtroppo, però, la saga di World Rally Championship è arrivata oggi al quarto episodio con una simulazione eccellente, capace non solo di surclassare Colin McRae 2005 ma anche e ovviamente di offuscare i precedenti capitoli della sua stessa saga. Con il risultato che, nonostante a un prezzo ridotto, il capitolo più perfezionato rimane decisamente più appetibile sia per i casual gamers che per gli amanti più radicali delle simulazioni rallystiche.
voto: 7,5
TOCA Race Driver
All’epoca di Playstation, la risposta a Gran Turismo era TOCA: con la sua vocazione simulativa, il titolo Codemasters era riuscito a conquistarsi una vasta fetta di appassionati, facendosi attendere con notevole attenzione al varco verso la generazione a 128bit. Toca Race Driver per PS2, però, è stato un passo magari non falso ma certamente non del tutto riuscito. La reazione varia e contraddittoria della critica è rivelatrice a proposito: se parte delle valutazioni insistono sulla dimensione arcade del controllo e sulle piacevoli aggiunte costituite dallo story mode e da una componente narrativa, altri critici hanno messo in evidenza l’abbandono della dimensione simulativa che aveva contraddistinto la saga nei suoi primi capitoli, puntando contemporaneamente il dito sull’inutilità della storia a fronte di un gameplay “deludente” e di una realizzazione tecnica “debole”. Il giudizio va completato riferendo l’intenzione di Codemasters di differenziare nettamente l’offerta dei propri titoli di corsa, ampliando le differenze nel gameplay tra TOCA e Colin McRae Rally e puntando interamente sul secondo in sede di realismo e simulazione. Se Colin McRae tiene testa a World Rally Championship, l’operazione di concorrenza a Gran Turismo è sicuramente riuscita di meno, o comunque molto meglio a quel TOCA 2 che è il seguito del titolo qui in esame: il seguito, con una realizzazione tecnica di maggiore spessore e un gameplay rifinito e capace finalmente di coniugare immediatezza al realismo, è considerabile una valida alternativa al pur superiore Gran Turismo nelle sue ultime incarnazioni. Questo primo TOCA su PS2, invece (che tra l’altro, significativamente, non riporta neppure questo nome sul mercato statunitense) procede oggi ulteriormente appesantito dagli effetti, videoludicamente nefasti, del tempo.
voto: 6,5
Ratchet and Clank
In principio era Mario 64. Un mondo nuovo. Poi vennero gli inevitabili e innumerevoli cloni, platform a vocazione 3D raramente in grado finanche di avvicinarsi alla maestosa realizzazione del classico Nintendo. Platform su platform tentarono di costruire una esperienza solida in 3D prendendo le mosse dall’esempio Nintendo mossero timidamente i propri passi. In casa Sony, tra questi, c’era il promettente Ratchet and Clank. Oggi la saga di Racthet and Clank è arrivata al terzo episodio, ponendosi come la più valida e complessa alternativa al gameplay platform dell’altra, illustre e riuscita saga di Jak and Daxter, rispetto alla quale R&C3 si propone forse come maggiormente versatile e con componenti strategiche/adventure più sviluppate (per non parlare del riuscito multiplayer). Come si sarà capito, Ratchet and Clank, il primo episodio della serie, è un'altra vittima esemplare dell’evoluzione e del perfezionamento delle tecniche e degli sforzi, nonchè della serialità tipica dei videogiochi di successo o di forte richiamo. Serialità che determina un destino corto e improbo ai primi capitoli, inevitabilmente soppiantati dai propri seguiti. Ratchet and Clank, intendiamoci, rimane un gran bel platform, solido nella meccanica, vario nelle situazioni di gioco, con un ottimo controllo, un game design coinvolgente e un’estensione “geografica” e di ore di gioco elevatissima. Ma nel suo seguito, complice la pressione del tentativo di sgominare (cosa poi riuscita) il rivale Jak & Daxter 2, i tipi di Insomiac hanno riversato una quantità di impegno almeno pari a quella dedicata al primo titolo. Con la conseguenza che Ratchet and Clank 2 è un titolo di gran lunga preferibile al primo capitolo. C’è poi un’ulteriore aggravante. Sia la saga di Ratchet and Clank che i concorrenti Jak and Daxter sono arrivati anche ai terzi, e ancora più validi, episodi. Con il risultato che anche gli appassionati e i completisti di platform, posti di fronte alla necessità di costruire (pur personali) classifiche di preferenza, si troverebbero, com'è naturale, a riservare a questo capostipite una posizione non più avanzata della quarta o della quinta tra i titoli di questo genere disponibili per PS2.
voto: 7,5
Eccoci all’ottavo volume dei nostri speciali dedicati alla serie economica Platinum per PS2. In questa puntata prendiamo in esame FIFA 2003, This is Football!, World Rally Championship 2, TOCA Race Driver 2 e Ratchet and Clank. Una delle indubbie caratteristiche dell'intrattenimento videoludico è la serialità, che unita all'azione del tempo, vede spesso giochi più che validi misurarsi contro i seguiti che essi stessi hanno generato. E tutti i titoli qui in esame hanno a che fare con questo...