Quando lo scorso anno abbiamo provato per la prima volta Stalker 2: Heart of Chornobyl (stilizzato in S.T.A.L.K.E.R. 2), era evidente che il progetto sarebbe stato rinviato di lì a poco. Delle condizioni in cui GSC Game World ha portato avanti lo sviluppo del gioco in periodo di guerra se n'è parlato in diverse occasioni, ma nonostante gli sforzi del team ucraino Stalker 2 era ancora troppo indietro, troppo claudicante, troppo instabile per poter essere pubblicato.
Per fortuna si è deciso di concedere al progetto un anno aggiuntivo e con l'uscita ora fissata al prossimo settembre c'è stata occasione di provare una nuova demo del gioco in occasione della Summer Game Fest di Los Angeles. È ancora pieno di bug? Ovviamente sì ("è pur sempre Stalker", aggiungerebbe chi ha esperienza con la serie), ma almeno stavolta era più che degno di essere presentato a un evento stampa, a dimostrazione che ritardare l'uscita del gioco è stata la scelta migliore.
Ritorno nella Zona
La versione di Stalker 2 giocabile alla Summer Game Fest ha permesso di provare la primissima mezz'ora dello sparatutto di GSC Game World, troppo poco per farsi un'idea chiara delle sorprese che nasconde la mappa open world del gioco.
In compenso, la scena d'intermezzo iniziale sembra suggerire una maggiore attenzione verso la parte narrativa dell'esperienza: alla guida di un furgone scassato, un individuo conduce il protagonista Skif verso i confini di Chernobyl, si ferma accanto a un alto muro e dopo un confronto molto acceso saluta e se ne va, mentre il nostro alter ego scavalca la parete e salta dall'altro lato. Eccoci, siamo tornati nella Zona.
La Zona radioattiva di Stalker 2 è esattamente come la ricordate: inospitale, desolata e pericolosa. Ma neanche il tempo di ammirare il paesaggio che una belva deforme ci vede da lontano e si lancia alla carica. Mezzo caricatore e un medikit dopo, il messaggio di benvenuto degli sviluppatori è arrivato forte e chiaro: qua nella Zona non si scherza per niente.
Se a qualcuno era venuto il dubbio che dopo tutti questi anni da Stalker: Call of Pripyat la serie si fosse ammorbidita per accogliere un pubblico nuovo, la demo provata suggerisce invece l'esatto opposto: Stalker 2 si preannuncia cattivo e difficile come gli episodi precedenti, raramente si esce illesi dagli scontri con predoni umani e bestie mutanti, senza contare che diventa fondamentale la gestione delle risorse e dell'inventario in un'ambientazione radioattiva dove tutto rappresenta un pericolo letale.
Spietato e buggato come lo ricordavamo
Qualche ammodernamento nel feeling dei controlli e nell'interfaccia per fortuna c'è e l'aggiunta di un menù radiale permette di imbracciare armi e oggetti in maniera più intuitiva. L'inventario resta però quello classico, col menù a griglia e la necessità di capire cosa portarsi dietro e cosa lasciare per strada. La bussola a schermo e gli indicatori sulla mappa suggeriscono gli obiettivi della missione principale, ma volendo si può anche decidere di ignorare momentaneamente l'incarico ed esplorare la Zona in cerca di risorse e luoghi d'interesse.
Un altro personaggio in collegamento radio indica la strada verso un bunker, in cerca di un oggetto contaminato. Che il posto fosse circondato da predoni armati bisognava immaginarlo: i nemici umani sono sicuramente meno feroci e forse più prevedibili rispetto alla fauna locale, ma si spostano in maniera organizzata e li si sente comunicare nel tentativo di fiancheggiarci.
Mentre indietreggiamo in cerca di copertura inciampiamo per sbaglio in una pozzanghera radioattiva, restando alla fine del combattimento con uno sputo di salute e senza medikit. Il contatto alla radio chiede a Skif di trovare un oggetto nascosto nei dintorni: usando un rilevatore di radiazioni finiamo per tornare davanti alla stessa pozza di fluido luminoso di prima. È in sequenze come questa che si notano ancora gli aspetti più ruvidi di Stalker 2: per trovare l'oggetto bisogna ascoltare le frequenze intermittenti del rilevatore, finché non ci si ferma su un punto del terreno estremamente preciso.
Questa caccia al tesoro è durata diversi minuti e fin troppi tentativi, ma alla fine l'antico artefatto è stato portato in salvo. La soddisfazione però dura solo pochi secondi, perché recuperando l'oggetto Skif finisce per attirare l'attenzione di una nuova bestia invisibile: l'infame si sposta continuamente tra gli alberi, e riuscire a individuare la sua posizione al buio è difficilissimo; con la coda dell'occhio notiamo qualcosa muoversi e iniziamo a sparare disperatamente in quella direzione. Ma la Zona è spietata e il mostro ci fiancheggia e ci fa fuori, portando a conclusione questa breve sessione di gioco.
La mezzora passata con Stalker 2 ha rappresentato solo un antipasto cupo e brutale di quello che ci aspetta nel gioco completo. Graficamente impressionante, il gioco traballa ancora dal punto di vista tecnico e, nonostante i passi avanti fatti nell'ultimo anno, ci si domanda quanto gli sviluppatori riusciranno a limare l'esperienza nel poco tempo a disposizione. Una cosa è certa: la Zona di Stalker 2 si preannuncia spietata e strapiena di pericoli esattamente come ce la si ricordava e nonostante le mille difficoltà che hanno attraversato negli ultimi anni, gli sviluppatori potrebbero riuscire nell'impresa incredibile di dare vita a quell'ambizioso seguito che gli appassionati, ma loro in primis, hanno sempre voluto.
CERTEZZE
- La Zona ci riserverà una sfida impegnativa
- Paesaggi desolati e belve raccapriccianti
- Visivamente molto d'impatto
DUBBI
- Ancora molti bug da correggere
- Quanto presenti (e intrusive) saranno le sequenze d'intermezzo?