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Tales of the Shire, abbiamo provato il simulatore di vita degli Hobbit e della Contea del Signore degli Anelli

Abbiamo provato Tales of the Shire di Wta Workshop: il nuovo gioco de Il Signore degli Anelli è un simulatore di vita ambientato nella Contea.

PROVATO di Lorenzo Mancosu   —   28/06/2024
Gli Hobbit di Tales of the Shire
Tales of the Shire
Tales of the Shire
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Di tutti luoghi di fantasia che sono emersi nella storia della letteratura, probabilmente la Contea che ha colorato le opere di J. R. R. Tolkien si posiziona in vetta alle classifiche delle oasi di pace più rilassanti mai immaginate. Era solo questione di tempo prima che qualcuno, nel caso specifico lo studio Weta Workshop, che è noto proprio per avere curato gli effetti speciali della serie di film, trovasse la cornice adatta per trasformare le terre degli Hobbit nei fondali di un videogioco: si trattava semplicemente di individuare la formula corretta.

Questo è Tales of the Shire, un classico simulatore di vita ambientato proprio in mezzo alle verdeggianti colline punteggiate di salotti all'inglese che hanno dato i natali a personaggi celebri come Bilbo e Frodo Baggins. Abbiamo trascorso un po' di tempo in compagnia degli sviluppatori di Weta Workshop e abbiamo provato Tales of the Shire: esattamente come nel caso di Animal Crossing, sotto la patina del titolo rilassante - un cosiddetto cozy game - si nasconde un'esperienza da collezionisti hardcore.

Vita da Hobbit

L'avventura ha inizio con l'ottenimento della prima dimora da parte del piccolo Hobbit creato per l'occasione, che da ultimo arrivato in questa regione della Contea dovrà trovare il modo di integrarsi nelle dinamiche che regolano Lungacque, piccolo villaggio vicino Hobbiville.

Non è stata assolutamente una sorpresa scoprire che Tales of the Shire rappresenta semplicemente una variante in salsa Terra di Mezzo della formula resa celebre da Animal Crossing: ci sono giusto due elementi principali con cui è necessario interfacciarsi nel corso dell'esperienza, ovvero gli altri abitanti della cittadina e ovviamente tutto quello che queste terre sono in grado di offrire in termini di flora, di fauna e di risorse locali.

Lo scopo dell'esperienza è dunque uno e uno soltanto: trascorrere nel modo più felice e spensierato possibile non solo le proprie giornate, ma quelle che si riveleranno intere stagioni. Ciò significa che sarà necessario stringere amicizie con gli altri abitanti del villaggio, assecondare le loro richieste, diventare membri attivi della comunità, ma soprattutto imparare tutto quel che c'è da sapere sui frutti di questo territorio e di come possono essere impiegati per regalare un sorriso agli sconosciuti e ovviamente personalizzare il proprio stile di vita, magari attraverso dozzine di pezzi d'arredamento unici.

Benvenuti a Lungacque
Benvenuti a Lungacque

Tales of the Shire nasce legato a un sistema che scandisce lo scorrere delle singole giornate - c'è voluta circa mezz'ora per vedere calare il sole la prima volta - e si sviluppa lungo un intero ciclo di stagioni, durante le quali diventano via via disponibili nuovi ingredienti da reperire, nuove coltivazioni da curare, nuovi pesci da catturare e persino nuovi abitanti con cui stringere un rapporto. A tal proposito, il semplice sistema sociale alla base della superficie dell'esperienza si sviluppa in una serie di enormi compendi di oggetti da collezione che sembrano richiedere tantissimo tempo per essere completati, specialmente in ragione della natura rilassante e compassata dell'esperienza. Le principali attività che ci si trova a svolgere in concreto sono dunque quella del pescatore, del contadino, del raccoglitore ma soprattutto del cuoco: il metodo migliore per stringere nuove amicizie, del resto, è proprio preparare a ciascun vicino di casa i manicaretti che più apprezza, e sarà proprio questa l'attività principale che consentirà al nostro Hobbit di crescere all'interno del villaggio.

Gameplay da Hobbit

È evidente che sul fronte del gameplay non si tratterà di un'esperienza particolarmente carica: la sezione che abbiamo potuto provare - che coincideva con l'inizio dell'avventura - consisteva anzitutto di un tutorial che spiegava grosso modo il funzionamento degli ingredienti, ma soprattutto quello del sistema di cucina e come questo s'interseca con gli altri abitanti di Lungacque.

Il sistema di cucina è la principale meccanica di gioco attiva
Il sistema di cucina è la principale meccanica di gioco attiva

I piatti che si possono realizzare sono dotati di note di sapore uniche che possono soddisfare o meno il palato dei commensali, e la preparazione gioca un ruolo determinante per la buona riuscita del pasto: queste fasi sono caratterizzate da una serie di semplicissimi minigiochi che regolano il taglio, la cottura, la frittura e tutte le altre lavorazioni principali, piccole prove di abilità che determinano la qualità del lavoro svolto incrementando di conseguenza il nostro rapporto con l'Hobbit a cui presentiamo il piatto.

Ed è proprio tale sistema di rapporti a regolare la progressione di questa piccola avventura: ciascun abitante di Lungacque ha un indicatore della relazione che è necessario riempire fino a determinate pietre miliari per sbloccare l'accesso a nuove ricette o nuovi strumenti, e per aumentarla bisogna anche intraprendere delle piccole missioni. Quella che abbiamo potuto affrontare coinvolgeva la locandiera del villaggio e i suoi tentativi di attrarre nuovi clienti attraverso un piatto esclusivo ma soprattutto il racconto di una storia da accompagnare al pasto... ovvero quella del leggendario Bilbo e della sua "Andata e Ritorno".

Ovviamente i rapporti con gli altri abitanti di Lungacque svolgono un ruolo determinante
Ovviamente i rapporti con gli altri abitanti di Lungacque svolgono un ruolo determinante

L'intera esperienza si sviluppa attorno a questi elementi fondamentali, consentendo all'Hobbit protagonista di organizzare grandi pic-nic - o magari delle seconde colazioni - all'aria aperta in speciali luoghi da scoprire, coinvolgendo diversi personaggi e portando all'avanzamento parallelo delle loro vicende. Come in ogni life-sim che si rispetti, ci sarà chi sarà spinto dal semplice altruismo e chi, invece, dalla smania del collezionismo.

Il cozy game degli Hobbit

Non c'è molto altro da aggiungere riguardo il primo contatto con Tales of the Shire: abbiamo trascorso gli ultimi attimi della demo semplicemente girovagano per Lungacque, entrando nelle case degli abitanti e cercando qualche piccolo segreto celato nei boschi, magari all'ombra di antiche rovine di Numenor che per i coloni della contea non rappresentano nient'altro che delle belle rocce, ideali per fare un bel pic-nic.

Le stagioni si susseguono una dopo l'altra nella Contea
Le stagioni si susseguono una dopo l'altra nella Contea

Si tratta di un'esperienza semplice, asciutta, rilassante, dedicata a chi apprezza la Contea e soprattutto i life-simulator ma decisamente meno ricca e ambiziosa rispetto alla fitta concorrenza del mercato indie, che ormai da anni sta prendendo le misure con questi sistemi. Ormai c'è l'imbarazzo della scelta quando si tratta di luoghi ameni in cui trascorrere giornate parallele dedicandosi alla pesca, alla coltivazione e alla cucina: gli Hobbit e le loro casupole saranno sufficienti per fare la differenza?

Tales of the Shire è semplicemente un piccolissimo Animal Crossing ambientato a Lungacque, nella Contea, una perla verde nella Terra di Mezzo de Il Signore degli Anelli. In quanto simulatore di vita, lo scopo principale dell'esperienza è quello di trascorrere giornate spensierate, facendo amicizia con gli abitanti del villaggio e rispondendo alle loro richieste, ma anche pescando, dedicandosi alla cura delle coltivazioni e soprattutto alla cucina, che rappresenta la chiave di volta del gameplay. Si tratta di un progetto estremamente asciutto - forse anche troppo - che mira a posizionarsi nel filone dei "cozy games", ma sembra trovare il suo unico punto di differenziazione proprio nella presenza degli Hobbit.

CERTEZZE

  • È il simulatore di vita degli Hobbit
  • Tantissime risorse da collezionare con il sistema stagionale
  • Beh, è ambientato nella Contea...

DUBBI

  • L'offerta è molto semplice, forse anche troppo
  • Gli Hobbit sembrano l'unico vero elemento distintivo del gioco