Ennesima sorpresa della conferenza Xbox Bethesda di giugno, di The Last Case of Benedict Fox non si sono mai davvero perse le tracce nei mesi estivi, considerata la precisa e scadenzata distribuzione di estratti dal gameplay che ci hanno permesso di arrivare a questa Gamescom 2022 con le idee più chiare su cosa aspettarci dal gioco. Ciononostante, una volta preso in mano il pad Xbox, ci siamo subito resi conto che l'opera d'esordio di Plot Twist è particolarmente intensa e difficile, probabilmente più di quello che il titolo lasciava presagire nel suo originale reveal.
Andiamo con ordine: il provato di The Last Case of Benedict Fox mette in luce, innanzitutto, un action adventure con un'interessante impronta narrativa e una componente di combattimento molto sviluppata. Inizialmente potrebbe essere scambiato per un erede di Limbo o di altre avventure più guidate e lineari dove magari ci si deve limitare a risolvere puzzle ambientali mentre si sfugge da un nemico immortale. In realtà qui siamo davanti a un metroidvania a tutti gli effetti, per quanto arricchito con commistioni provenienti da altri generi.
C'è il classico elemento esplorativo a "zone" dove la nostra libertà di movimento viene rallentata o completamente bloccata dalla necessità di acquisire abilità o specifiche chiavi per aprire porte e portoni, ma c'è anche uno strato narrativo che vede Benedict Fox, il protagonista, doversi districare attraverso due diversi mondi, uno sovrapposto sull'altro, per cercare di risolvere l'ultimo caso: trovare chi ha ucciso suo padre all'interno dell'enorme maniero di famiglia. Nel corso del gioco ci troveremo quindi a passare continuamente dallo scenario "reale" costruito intorno a uno stile fortemente ispirato agli anni venti, comprese delle splendide tracce jazz che fungono da accompagnamento sonoro, a un mondo oscuro, organico, denominato limbo, dove tutta la componente horror lovecraftiana esplode dando vita a un immaginario angosciante e paranormale.
Proseguendo nell'esplorazione potremo attraversare dei portali che ci permetteranno di approfondire i ricordi di Benedict, del padre e di alcune figure collegate alla famiglia e che man mano diventeranno più chiare nella loro identità e nel legame con la morte del capofamiglia. A partire dall'entità demoniaca che alberga nell'animo di Fox e che, oltre a donargli le abilità paranormali, tenderà a sottolineare con costanti dialoghi e osservazioni, quanto scoperto e incontrato dal protagonista.
L'azione di un metroidvania
La componente d'azione, da quel poco che siamo riusciti a provare, sembra ruotare tutta intorno a tre possibilità: l'attacco ravvicinato con il piccolo pugnale del protagonista, la possibilità di fare fuoco con la rivoltella infilata nella cintura e che prevede un lungo cooldown per impedire qualsiasi forma di spam dalla distanza e una schivata all'indietro molto breve e che richiede un bel po' di pratica per essere gestita a dovere in termini di tempismo e spazio percorso.
Nella nostra prova siamo riusciti a incontrare alcuni nemici semplici capaci solo di difendersi dal combattimento ravvicinato, alcuni avversari in grado di attaccarci anche dalla distanza e un paio di ulteriori ostili che tendevano a coprirsi a vicenda, uno più agile, l'altro più corazzato, che si intravedono anche in uno dei trailer di gameplay distribuiti in queste settimane. A conclusione della demo c'era poi un boss in stile pesce lanterna, anche questo già mostrato, che però non abbiamo potuto affrontare visto che la demo si interrompeva un attimo prima dell'incontro.
Purtroppo non siamo potuti scendere nei dettagli del sistema di progressione del titolo, ma chiacchierando con lo sviluppatore e dando un'occhiata a un paio di menù presenti nel gioco ci è risultato abbastanza semplice comprendere come The Last Case of Benedict Fox cercherà di tenere a bada la progressione del giocatore nel corso del suo arco narrativo. Da un lato infatti c'è ovviamente l'armamentario che nel tempo si arricchirà di cure, grimaldelli, bombe fumogene e chissà cos'altro, dall'altro c'è invece un sistema di tatuaggi che servirà a far acquisire a Fox delle nuove abilità permanenti, come la possibilità di avere un effetto calamita in prossimità di sporgenze e muri, oppure di spaccare i pavimenti per scendere ai piani inferiori del limbo.
Da quanto siamo riusciti a vedere, la parte esplorativa avrà grandissimo risalto, anche in funzione della divulgazione della componente narrativa, mentre non abbiamo incontrato puzzle ambientali o asperità del terreno in grado di ucciderci in concomitanza di un salto riuscito male o per ostacoli posizionati con la consueta dose di cattiveria tipica dei metroidvania, ma è possibile che nel corso del gioco questi elementi diventino preponderanti.
Una componente artistica ispirata
Assolutamente eccellente il comparto artistico che prende chiaramente il sopravvento su quello tecnico, capace di farsi notare "solo" per l'estrema fluidità e per un'ottima gestione delle luci e dei movimenti della telecamera che, pur rimanendo sempre ancorata alla visuale laterale, di "profilo", è in grado di reagire molto rapidamente a salti, spostamenti e al passaggio attraverso porte e impedimenti di vario genere visto che The Last Case of Benedict Fox non presenta la classica struttura a "scene" dei metroidvania ma si basa su un movimento libero attraverso l'intero scenario, in stile Ori. Ovviamente con l'eccezione del passaggio dal limbo al maniero e in occasione del fast travel che è presente.
Tornando alle scelte stilistiche, abbiamo particolarmente apprezzato il taglio lovecraftiano che ben si amalgama con la palette cromatica scelta per colorare il limbo, ma che mantiene una sua coerenza stilistica anche nelle parti esplorative all'interno della villa di famiglia. Siamo assolutamente curiosi di vedere come i ragazzi di Plot Twist saranno in grado di mantenere alta la varietà degli scenari e dei nemici man mano che il nostro viaggio verso le profondità dei ricordi del padre di Fox proseguirà e, se vi fidate delle nostre parole, vi consigliamo di appuntarvi da qualche parte questo titolo perché siamo convinti che più a ridosso della sua uscita, attualmente prevista per la primavera del 2023 su PC e Xbox Series X|S (ovviamente al lancio sul Game Pass), ne sentiremo parlare in abbondanza con la possibilità che si riveli un'eccellente sorpresa.
Per quanto la demo provata ci abbia permesso di giocare solo per pochissimi minuti, siamo rimasti felicemente colpiti dalla fluidità, dalla coerenza e dalle ottime idee di The Last Case of Benedict Fox, un metroidvania arricchito con un'interessante componente narrativa e un'ambientazione ispirata all'horror di Lovecraft nel bel mezzo degli anni venti. Il sistema di combattimento ci è sembrato profondo e anche piacevolmente difficile da padroneggiare, mentre l'esplorazione ci ha mostrato diversi scenari molto caratteristici. Ci teniamo da parte solo qualche dubbio in merito ai nemici e alla loro varietà, soprattutto nell'ambito dei boss, e chiaramente siamo curiosi di scoprire dove la narrazione andrà a parare.
CERTEZZE
- Un metroidvania atipico e arricchito con diverse idee interessanti
- Il sistema di combattimento ci è sembrato complesso e profondo
- L'esplorazione è fluida e stimolante
DUBBI
- Rimane completamente da verificare la varietà dei nemici e dei poteri del protagonista
- Non è ben chiaro se anche l'ambiente proporrà un certo tasso di sfida