Considerata la particolare natura di questa rubrica il voto assume un significato diverso rispetto a quello tradizionale: ogni mese saranno infatti proposti titoli considerati di per sé più che meritevoli. Per questo motivo il punteggio da 1 a 5 non rappresenta una scala di valore che parte dalla mediocrità più assoluta per giungere alll'eccellenza, perché ogni gioco trattato si pone già una spanna sopra la media. Si tratta invece di rendere conto di quel valore aggiunto che gli sviluppatori sono riusciti a infondere nella loro opera e fornisce al lettore uno strumento aggiuntivo per approfondire la valutazione. Per tutti i numeri precedenti della rubrica, seguite questo link.
Treasure Tower
Sviluppatore: David K Newton Software
Tipo di distribuzione: Freeware
Sito di riferimento: Sito Ufficiale del gioco
Download del file: Link
Da sapere per giocare al meglio: Niente di rilevante da segnalare.
Treasure Tower è un gioco semplice ma intrigante. Nei panni di un cavaliere con tanto di armatura vecchio stile, bisogna scalare una serie di torri di diversa altezza per arrivare ad acquisire degli oggetti magici. Ogni torre è divisa in un numero variabile di stanze, tutte contenute all’interno di una singola schermata e diverse in base al livello di difficoltà, e va scalata entro un certo limite di tempo, segnato da un orologio a lancette che corre molto velocemente. In effetti il gioco ruota tutto intorno al tempo: toccare nemici, cadere nei baratri o non riuscire ad arrivare in certe locazioni, sono tutte azioni che faranno passare il tempo più velocemente. Quando la lancetta avrà compiuto un giro completo dell’orologio, la partita avrà termine.
sotto la scorza di gioco dall’aspetto rozzo batte il cuore di una giocabilità rara
Treasure Tower
Guardando gli screenshot noterete subito la minimalità della grafica, ma non fatevi spaventare! Sotto la scorza di gioco dall’aspetto rozzo e poco curato, batte il cuore di una giocabilità rara capace di catturare anche solo per passare qualche minuto senza annoiarsi (consigliamo vivamente Treasure Tower come alternativa da ufficio al Solitario di Windows). Cosa renda intrigante l’ultima fatica di David K è presto detto: un mix tra la sfida a tempo al cardiopalma e l’ingegnosità del design delle stanze, oltre che una quantità di modalità di gioco veramente invidiabile (ce ne sono una decina, senza contare le sottomodalità attivabili superando le modalità base). Le singole stanze si attraversano in un soffio, ma tutto è funzionale allo scorrere inesorabile del tempo. Quando ci si trova all’interno di stanze più complesse (ad esempio quelle con dentro degli enigmi matematici) la necessità di riflettere velocemente, unita alla tensione creata dal suono del battito del cuore attivato quando la lancetta dell’orologio supera la metà, genera uno stato d’ansia che sfocia in una forte soddisfazione quando si riesce a superare l’ostacolo. Tutto è veloce e senza orpelli in Treasure Tower… e forse è per questo che riesce a divertire senza se e senza ma.
Treasure Tower
di Simone Tagliaferri
Lost Valley
Sviluppatore: MIG
Tipo di distribuzione: Freeware
Sito di riferimento: Il sito ufficiale dello sviluppatore
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Da sapere per giocare al meglio: Se avete un buon Joypad riuscirete a provare emozioni simili a quelle che si sperimentavano davanti ai JRPG classici per console a 16 bit.
A questo gioco sono particolarmente affezionato. Il motivo è che ho collaborato al betatesting… e poi è un gioco veramente ben fatto. Lost Valley è un classico RPG stile giapponese con combattimenti in tempo reale (alla The Legend of Zelda: A Link to Past per capirci). La grafica è minimale e quasi completamente rippata da giochi commerciali dell’epoca delle console a 16 bit. Quello che lo rende incredibilmente divertente è la capacità dimostrata dallo sviluppatore (MIG) di saper prendere alcuni elementi classici di gameplay mixandoli e creando intorno a loro una struttura solida, che nulla ha da invidiare ai prodotti più blasonati. Il gioco è diviso in due sezione distinte: una con visuale laterale, che ricorda molto da vicino Rastan o, per fare un altro esempio, Cadash, e un’altra con visuale a volo d’uccello molto simile a quella visibile nella maggior parte dei GdR usciti per le console di quella generazione (oppure a quelli per GBA come Golden Sun). Non manca proprio niente degli elementi che rendono appassionante il genere: moltissimi nemici di potenza progressivamente più difficile mano a mano che si avanza nei livelli; crescita del personaggio proporzionata alla sfida; armi e oggetti extra disposti in modo intelligente in giro per il vastissimo mondo di gioco; differenti ambientazioni (deserti, lande ghiacciate, foreste maledette e molti altri); boss grossi, ben fatti e molto duri da sconfiggere; moltissimi segreti che rendono l’esplorazione varia e appassionante.
quello che stupisce di Lost Valley è l’abilità compositiva dimostrata nella disposizione di ogni singolo elemento
Lost Valley
Quello che stupisce di Lost Valley è l’abilità compositiva dimostrata nella disposizione di ogni singolo elemento. Nemmeno alcuni giochi commerciali sono così raffinanti dal punto di vista della diversificazione e dell’equilibrio della sfida. Basta poco a capire che ci si trova di fronte ad un piccolo gioiello realizzato da mano sapiente e appassionata della materia trattata. Un gioco decisamente da provare e in grado di catturare per la sua immediatezza e per la rara profondità che lo contraddistingue.
Lost Valley
di Simone Tagliaferri
Penumbra
Sviluppatore: Frictional Games
Tipo di distribuzione: Freeware
Sito di riferimento: Il sito ufficiale dello sviluppatore
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Da sapere per giocare al meglio: La versione disponibile è solo una demo, che contiene alcune delle feature piu interessanti rappresentando però solo una piccola parte di quello che sara il progetto finale.
Per qualche oscura ragione il peggio avviene sempre sotto a metri di neve sulla quale mai uomo ha messo piede o tra le liane di una giungla equatoriale. Fa eccezione la nuova sede di Multiplayer.it, dove di notte si aggira uno dei cloni di Tagliaferri, emuli bionici ideati per sostituire il compianto originale, morto per aver giocato a Rag Doll Kung Fu per settantadue ore di fila (voi a casa prendete una pausa quando non vedete piu lo schermo o il dolore fisico supera il piacere del gioco). Questo già dovrebbe bastare a mettere in guardia l’avventuriero, ma non sarà invece il vostro caso alle prese con Penumbra, avventura tridimensionale di genere orrorifico, di quello che vi spinge a orientare il monitor cosi da non dove dare le spalle alla porta.
Sarete cosi avventati infatti da seguire le indicazioni di un manoscritto illeggibile (non chiedetemi quindi come), per giungere infine ad una porta sigillata tra i ghiacci, oltre la quale si nasconde il male primigeno, l’incarnazione dello scempio, insomma avete capito, qualcosa di brutto. Da questo punto in poi avrete a disposizione tutta la libertà che desiderate per esplorare le aree presenti in questa versione preliminare, che rappresenta solamente una dimostrazione tecnica di quello che sarà l’ambiente di gioco.
il senso di insicurezza generato dall’assoluto silenzio di Penumbra è agghiacciante
Penumbra
Dopo qualche esitazione ho scelto comunque di trattarlo perchè la fisica elaborata da Frictional Games è dannatamente coinvolgente, consentendovi di giocare a piacimento con qualunque oggetto presente nell’area esplorabile: non solo casse e barili da accatastare ma anche idranti da rovesciare e oggetti pesanti con i quali bloccare le porte, perchè il senso di insicurezza generato dall’assoluto silenzio di Penumbra è agghiacciante. Non è stato ancora implementato un sistema di combattimento, ma il miglior consiglio che posso darvi è quello di esplorare il gioco un passo alla volta, divertendovi a interagire con gli oggetti, così che dopo poco vi sentirete parte integrante del mondo virtuale, e i primi brividi inizieranno a corrervi lungo la schiena. Provateci e poi tornate per la release finale, che senza dubbio troverà spazio su queste pagine di Underground.
Penumbra
di Andrea Rubbini
Eets: Hunger. It's emotional.
Sviluppatore: Klei Entertainment
Tipo di distribuzione: Shareware
Sito di riferimento: Il sito ufficiale dello sviluppatore
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Da sapere per giocare al meglio: Nulla in particolare da segnalare, ma se amate i puzzle game potrebbe generare una certa dipendenza.
Sarà una mia debolezza ma quando vedo dei piccoli personaggi realizzati con uno stile molto grafico che se ne vanno a spasso per lo schermo mi viene voglia di mangiarli, o di polverizzarli. In questo caso il piccolo Eets fa tutto da sè, poichè lasciato al suo destino marcia sereno verso l'oblio (ho conosciuto in passato piccoli esserini con la chioma verde che avevano tendenze suicide del tutto similari). Fin qui nulla da eccepire, ho guardato quel microcefalo di Eets marciare per dieci minuti, poi ho realizzato il concetto base del gioco, che più semplice di così non si può: dovete infatti nutrire quell'esserino bianco. Nonostante la cosa vi provochi fastidio sarà il vostro compito, perchè solo in questo modo potrete agire sul suo stato emotivo e influenzarne il comportamento. Non potendo infatti contare su di un'elaborato sistema percettivo, che gli consenta di formulare idee complesse, Eets si limita a sentirsi arrabbiato, di buon umore o spaventato, scegliendo così se saltare pieno di rabbia ed energia superando distanze impensabili, lasciarsi andare come se non ci fosse un domani o avanzare a piccoli passi.
Eets è un piccolo bastardo e il suo folle mondo seduce per immediatezza
Eets: Hunger. It's emotional.
Detto così puo sembrare semplice, ma per quanto i livelli si riducano ad una sola schermata, far giungere quel giovane spensierato di Eets alla meta finale richiede l'uso di folli oggetti o creature di esilarante fattura, necessari per superare i puzzle proposti. Potendo comunque intervenire sulla velocità di gioco vedrete subito che la sfida si attesta su livelli non elevati, anche se riuscire a chiudere un'area utilizzando il minor numero di oggetti può rappresentare la vera sfida nascosta di questo titolo, che si presenta sotto ogni punto di vista come una piccola perla di fresca rivisitazione di un tema classico. Lo stile grafico è senza dubbio un punto forte di Eets: Hunger. It's emotional, ma pure la varietà di soluzioni per portare a termine una schermata o le tante varianti proposte contribuiscono a mantenere alto l'interesse: non mancano nemici pronti a ostacolarvi e sezioni di gioco atipiche che vi distrarranno con obiettivi diversi da quello principale, senza contare la costante disponibilità di nuove mappe che potrete scaricare gratuitamente dal sito ufficiale.
Eets è un piccolo bastardo e il suo folle mondo seduce per immediatezza ma rimane consigliato senza riserve solo a chi ama davvero i puzzle game. Se però siete tra quelli non lasciatevi frenare dalla spesa, è una cifra commisurata all'impegno profuso in un gioco che offre molte ore di divertimento. In ogni caso provare il demo non costa nulla, più economico di così...
Eets: Hunger. It's emotional.
di Andrea Rubbini
Tubopac
Sviluppatore: Bloody Monkey
Tipo di distribuzione: Freeware
Sito di riferimento: Sito ufficiale del gioco
Download del file: Link
Da sapere per giocare al meglio: Niente di rilevante da segnalare.
Abbiamo già parlato di loro nel numero 6 di questa rubrica (Link) recensendo l'ottimo NaaC e intervistandoli. Ma il duo che forma la software house Bloody Monkey (Riccardo Amabili e Paolo Tajè) non è stato, nel frattempo con le mani in mano e si è prodigato nella realizzazione di un altro gioiello, Tubopac, con cui ha partecipato al contest RetroRemakes Competition 2006 indetto dal sito specializzato in remake, retroremakes.org. Remake di un gioco uscito nell’ormai lontano 1983 per C64 (Oils Well), Tubopac è un clone di Pacman caratterizzato, comunque, da alcune differenze sostanziali. Nei panni di una “trivella” dovrete “mangiare” tutte le sfere contenute in un labirinto, e fino a qui niente di strano. La differenza con la fonte d’ispirazione è che la trivella è collegata ad un tubo che si allunga seguendo i vostri movimenti e dovrete fare in modo che i mostri che popolano i diversi labirinti non lo tocchino, pena la perdita di una vita. Per evitare il contatto potrete mangiare i nemici o ritrarre velocemente la coda sfruttando il tasto di riavvolgimento rapido. All’interno di ogni livello c’è una sfera speciale che, se mangiata, rallenterà i nemici per qualche secondo.
i Batman e Robin dello sviluppo underground italico hanno saputo creare un piccolo miracolo di giocabilità
Tubopac
La meccanica di gioco veramente elementare non tragga in inganno; l’italico duo, i Batman e Robin dello sviluppo underground italico, la pupa e il secchione del mondo freeware, hanno saputo creare un piccolo miracolo di giocabilità, capace di divertire per ore, grazie ad una programmazione pulita e senza sbavature. La grafica, per quanto non faccia gridare al miracolo, anche visto il genere di gioco, è pulita e funzionale e, sostanzialmente, molto piacevole. La giocabilità è ai massimi livelli con un sistema di controllo solido e ben studiato (normalmente i cloni di Pacman si giocano tutto sul sistema di controllo… basta poco per trasformare un gioco potenzialmente divertente in un’esperienza frustrante e poco appagante). Il download è, ovviamente, consigliato senza riserve.
Tubopac
di Simone Tagliaferri
Il mondo cambia troppo velocemente per poter essere letto in modo univoco
Il Rubbini, dopo una folgorante carriera come cavia negli studi sul disagio giovanile (nel senso che, messo il nostro prode redattore in mezzo a tre gruppi di teenager cresciuti con l’immenso dramma di non aver potuto comprare il terzo cellulare in due anni a ben quindici anni di età, si è cercato di capire dopo quanti “soccia” pronunciati dal nostro, si sarebbe scatenata la loro furia omicida) si è trasferito a Londra e pare possa ambire al ruolo di Uomo Piadina nel nuovo Rayman.
Pierpaolo, dopo aver espresso alcuni dubbi sul Wii su un forum rumeno, pare venga minacciato nei sogni da idraulici idrofobi e bestioline multicolorate che emettono versi incomprensibili, mentre alcuni fanboy Nintendo hanno iniziato a fare manifestazioni davanti al suo bagno e pretendono che completi il primo Super Mario Bros bendato e con il nuovo controller del Wii.
Nel frattempo metà dei redattori di riviste e siti dedicati alla PlayStation, sparsi in tutto il mondo, hanno dovuto cambiare nome perché perseguitati dai fanboy Sony, che non gli hanno perdonato di aver parlato male della PlayStation 3 (ricordate, la P e la S vanno messe maiuscole, sennò i PR vengono licenziati) e del suo controller rivoluzionario (L’XIAXIASIAISSAIAIS o come diavolo si chiama).
Ma mentre la guerra tra i nomi idioti e le innovazioni inesistenti continua imperterrita sui nostri monitor e sulle riviste del settore, una buona notizia arriva dal Bangladesh: pare che finalmente un’equipe di scienziati locali abbia trovato la parte giocabile di Metal Gear Solid 2. Possiamo crederci?
Nel frattempo non possiamo che cercare sollievo da questo brodo primordiale affondando nei nostri amati videogiochi underground che, mai come nel periodo natalizio, fatto di release pompose sempre più spesso deludenti, e di videogiochipanettone, da consumarsi preferibilmente prima di finire il torrone al cioccolato, possono rappresentare quella pace videoludica che molti bramano tra la solita sparatoria contro gli alieni e il solito ammassare truppe per partire alla conquista della mappa. Stay Alive.