L'universo di Star Wars non necessita di nessuna introduzione in particolare, ponendosi ai massimi vertici di riconoscibilità mondiale e rappresentando una delle proprietà intellettuali più spendibili - e spese - mai realizzate, con l'industria dei videogame che non si è mai tirata indietro e ne ha fatto uno dei principali bacini da cui attingere per creare titoli anche di grande qualità. Tanti primati a cui presto se ne aggiungerà un altro, relativo alla disponibilità contemporanea di due giochi di ruolo online ispirati allo stesso complesso narrativo: oltre all'annunciato e ancora poco conosciuto ma già attesissimo prodotto di BioWare, è infatti presente dal 2003 quello Star Wars Galaxies di Sony Online che tanto aveva fatto parlare di sé durante lo sviluppo e nei primi tempi dopo la sua uscita, per poi parzialmente perdersi e subire alterne fortune. Un gioco ancora capace di catturare l'attenzione e con diversi aspetti meritevoli di essere citati, magari per convincere qualcuno a provarlo con le solite due settimane gratuite messe a disposizione di tutti.
Jedi sì o Jedi no?
La storia di Galaxies si inserisce nel continuum della saga tra il quarto e il quinto capitolo e riesce a mantenere i tradizionali intrighi intergalattici e le battaglie tra bene e male, offrendo nel contempo una struttura di base molto simile a quella di tutti gli altri MMORPG: il mondo di gioco è composto da una dozzina di pianeti diversi esplorabili e dotati di specifiche caratteristiche morfologiche così come relative alla popolazione che li abita, con altrettante aree spaziali navigabili con le navicelle rese disponibili nel corso degli anni e grazie alle espansioni; dieci sono invece le razze tra le quali pescare per creare il proprio alter ego, con nove classi immediatamente disponibili, dal medico al cacciatore di taglie, dal pilota fino all'immancabile jedi che, inizialmente non presente e poi reso nel corso del tempo giocabile sotto particolari condizioni, è ora fin da subito selezionabile per la felicità di tutti i novelli Skywalker. Come sempre non manca il classico albero delle abilità a cui assegnare i punti nel momento in cui si raggiunge il livello successivo così da garantirsi nuove abilità e potenziamenti; nulla di trascendentale o innovativo - soprattutto visto nel 2009 e con l'attuale assetto dato all'esperienza - ma in grado di affascinare grazie ai continui e imponenti richiami alla cultura e alle suggestioni generate da Star Wars.
Il sistema di combattimento è per molti un punto dolente e quello attualmente disponibile è il frutto del New Game Enhancements, un pacchetto di contenuti rilasciato nel novembre del 2005 che comprendeva una nuova veste per gli scontri, da quel momento in poi più immediati e simili a quelli di uno sparatutto, completamente in tempo reale e con un apposito reticolo volto alla migliore gestione dei nemici su schermo. Opzioni come la mira e il fuoco automatico avrebbero nelle teste degli sviluppatori garantito un'esperienza sufficientemente tradizionale per chi la volesse e le introduzioni si sarebbero ben cucite sulle esigenze del pubblico mainstream, mentre in realtà gli utenti storici non apprezzarono e quelli nuovi già avevano in testa World of Warcraft, condannando il titolo a una crisi da cui non è mai davvero uscito. Nonostante le alterne fortune e gli errori commessi - ma poi metabolizzati e in parte corretti in altre produzioni come Vanguard - gli scontri e la quantità di quest disponibili rendono il campo di battaglia di Galaxies ancora godibile oltre che supportato, come si avrà modo di vedere tra poco, da un buon complesso di opzioni e attività con cui impegnare il tempo.
Elementi di ruolo, supporto a metà e un gioco di carte
Non mancano e mai sono mancati gli spunti in Star Wars Galaxies per aumentare l'immedesimazione e costruire una rete sociale virtuale credibile. L'economia, quando nei server sono presenti un numero sufficiente di persone, si dimostra solida e intelligentemente bilanciata nel non permettere eccessivi squilibri e in tal senso l'importanza del crafting e la possibilità di creare da zero molti oggetti di grande valore ha reso partecipi gli utenti come non capita spesso altrove. Interessante anche l'idea di far costruire sotto determinate condizioni delle case e, quando in numero sufficiente, di farle aggregare in città con tanto di libere elezioni per la posizione di sindaco e raggiunte certe dimensioni la disponibilità di servizi come i giardini pubblici e gli ospedali. Se a tutto ciò si somma il normale supporto del PvP - con tanto di taglie da mettere sulla testa di chi ha ucciso l'altrui personaggio - e quello per le gilde, non si fatica a capire quanto non siano state le potenzialità a mancare nel gioco.
Quello che forse è mancato al progetto è stata una sana e ragionata pianificazione dei contenuti e della loro evoluzione, con moltissimi aspetti che sono stati stravolti nei primi due anni dopo l'uscita per poi mantenere l'assetto molto più semplicistico per quanto non drammaticamente brutto trovato con la già citata New Game Enhancements. La lista delle modifiche apportate sarebbe troppo lunga ma basti sapere che a elementi introdotti positivi come le navi e la navigazione spaziale se ne sommano altri decisamente fuori luogo come un eccessivo impoverimento delle classi e della loro evoluzione o la malsana gestione degli Jedi, per molti frutto di faticose e lunghe ricerche e per altri venuti dopo una semplice scelta a cui attingere liberamente. Tutto ciò per mezzo di tre espansioni ufficiali dal 2003 al novembre 2005 che insieme a molte patch imposero modifiche poi mai più riprese e supportate forse con eccessiva cocciutaggine dai vertici di Sony. Di contenuti inediti si è quindi tornato a parlare solo nell'agosto scorso con il rilascio di Champions of the Force, un gioco di carte collezionabili inserito in-game e legato all'acquisizione di nuovi oggetti e soldi; interessante ma non la - ulteriore - rivoluzione sperata.
Più arte che tecnica
Giocare oggi a Star Wars Galaxies vuol dire mettersi davanti a un monitor che per ovvi motivi non regalerà immagini di bellezza e perfezione tecnica paragonabili a quelle delle ultime produzioni, ma a un complesso di ambienti, personaggi e situazioni davvero molto aderenti allo spirito e allo stile della serie, questo sì, a prima vista molto più rispetto all'MMORPG in sviluppo da BioWare e al suo tratto fumettoso ripreso dalle ultime produzioni. Una gioia non per gli occhi ma per il cuore dei tanti appassionati che non dovrebbero aver paura di qualche poligono in meno o degli effetti curati ma non stratosferici, immergendosi nelle atmosfere quasi mai così belle in altri videogame basati sulla licenza di Lucas.
Complessivamente la prova gratuita è consigliata anche se, con non poco rammarico, bisogna constatare quanto il titolo rappresenti una clamorosa occasione mancata e come la gestione del progetto dopo la sua uscita abbia sì reso più immediata la giocabilità, nel contempo però impoverendo un complesso altrimenti sontuoso.