Negli ultimi anni la saga di Xenoblade è diventata un punto di riferimento per gli appassionati di giochi di ruolo giapponesi. Mancando poche ore al lancio del nuovo capitolo su Switch, abbiamo colto l'occasione per voltarci un attimo indietro e ripercorrere in breve i titoli partoriti dalla mente creativa di Tetsuya Takhashi. Dalla fine degli anni '90 ad oggi la saga di "Xeno" - se così la vogliamo definire - ha assunto forme sempre diverse, cambiando radicalmente storie, personaggi e tipi d'interazione, ma ha continuato a tenere fede a due concetti fondamentali: la profondità e la qualità dei contenuti proposti.
La nostra retrospettiva ha inizio per l'esattezza l'11 febbraio 1998, data d'esordio della versione giapponese di Xenogears. Come ricorderà chi ha avuto occasione di giocarselo all'epoca - o magari di recuperarlo in seguito - si tratta dell'unico capitolo creato prima della fondazione di Monolith Soft. Il gioco venne pubblicato dalla vecchia Squaresoft in esclusiva per la prima PlayStation e arrivò sul mercato nord americano nell'autunno dello stesso anno, mentre rimase lontano dagli scaffali dei negozi europei.
La storia di Xenogears seguiva le vicissitudini di Fei, un ragazzo affetto da amnesia che suo malgrado veniva esiliato dagli abitanti del suo stesso villaggio dopo essersi reso responsabile della sua distruzione. Ricordato ancora oggi per la sua complessità e per i toni oscuri, il gioco elaborava una serie di temi connessi a tematiche esistenziali come la religione, la filosofia e la psicologia, diventati poi ricorrenti anche nei titoli successivi. Il sistema di combattimento si ispirava all'Active Time Battle di Final Fantasy VII, ma con alcune dinamiche peculiari incentrate in particolare sull'utilizzo di possenti mech denominati per l'appunto Gears. Oltre ad essere un gran bel pezzo da collezione, Xenogears è accreditato ancora oggi come uno dei migliori giochi di ruolo giapponesi mai realizzati.
In seguito all'apertura di Monolith nel 1999, Takahashi e la sua nuova squadra iniziarono a lavorare a Xenosaga, trilogia pubblicata da Namco per PlayStation 2 tra il 2003 e il 2006. Questa volta la storia si collocava in un futuro lontano, dove la scoperta di alcuni artefatti alieni presenti sulla Terra aveva permesso agli uomini di esplorare il cosmo, colonizzare nuovi pianeti e affrontare la minaccia degli Gnosis, una pericolosa razza aliena extradimensionale. I temi portanti che avevano già tracciato la strada di Xenogears vennero ulteriormente esplorati, ponendo al centro argomenti complessi e dai risvolti filosofici; non a caso i sottotitoli dei tre giochi si riferivano ad alcuni testi del pensatore tedesco Friedrich Nietzsche.
Come era stato per Xenogears, l'attenzione dell'opera venne confinata al mercato giapponese e a quello americano, anche se questa volta almeno il secondo episodio riuscì ad approdare anche nei territori nostrani. Peraltro, considerando che il pubblico non aveva avuto occasione di conoscere gli eventi precedenti, Sony e Namco decisero di pubblicare un'edizione speciale contenente svariate ore di cutscene del primo capitolo, proposte su un DVD bonus. Xenosaga portava in scena l'androide dalle fattezze femminili KOS-MOS, uno dei personaggi più apprezzati nelle opere di Takahashi, nonchè protagonista di fugaci apparizioni in altri titoli di Namco come Soul Calibur e Project X Zone. Nel frattempo l'Active Time Battle di Xenogears era stato messo da parte per lasciare spazio a un sistema a turni di impostazione tradizionale.
Conclusa l'ampia parentesi PlayStation 2, Takahashi e Monolith Soft strinsero un accordo d'esclusiva con Nintendo per lo sviluppo del primo Xenoblade Chronicles su Wii. Dopo essere uscito in Giappone nel 2010, il titolo fece capolino anche negli USA e in Europa l'anno seguente, raccogliendo pareri entusiastici da parte della critica e degli appassionati. Di fatto Xenoblade Chronicles ha permesso di sdoganare anche dalle nostre parti le opere di Monolith, rappresentando allo stesso tempo un nuovo inizio pure sul piano contenutistico e interattivo. Sulle ceneri di una battaglia secolare tra due divinità si vestivano i panni di Shulk, un ingegnere della Colonia 9 incaricato di studiare la Monado, un potente artefatto dotato di straordinari poteri. Rispetto a Xenogears e a Xenosaga si assisteva a un mutamento del gameplay, ora gestito in tempo reale con un party di tre personaggi e vari elementi presi in prestito da altri generi. Nonostante il cambio di contesto e personaggi, la nuova opera di Takahashi si confermò ai massimi livelli: un JRPG vastissimo, complesso e di estrema qualità, che all'epoca diede nuovo vigore al genere.
Il resto della storia ci avvicina al presente. Nel 2015 è approdato su Wii U Xenoblade Chronicles X, erede spirituale che ha mantenuto alcune caratteristiche del predecessore, avvalendosi di un'esplorazione ancora più vasta e di un sistema di combattimento particolarmente complesso. La nuova piega data alla componente narrativa ha fatto parzialmente storcere il naso a una parte degli appassionati, che negli ultimi due anni ha richiesto a gran voce il ritorno alle atmosfere del precedente episodio.
Ed eccoci quindi all'attualità: Xenoblade Chronicles 2 è l'ultimo tassello di una serie che sembra avere ancora molto da esprimere e che rappresenta un punto di approdo sicuro per chi abbia amato alla follia il primo Xenoblade Chronicles. Come scrive Christian Colli nella nostra recensione: "Xenoblade Chronicles 2 è un gioco di ruolo mastodontico, spettacolare e longevo che dimostra ancora una volta il valore della nuova console Nintendo a scapito di qualche incertezza sul fronte grafico, comprensibile se si guarda il prodotto nell'insieme e si pensa che riesce a stare letteralmente nel palmo di una mano. Monolith Soft ha rimediato a molti errori strutturali commessi nei due già eccezionali Xenoblade per Wii e per Wii U, introducendo nuove dinamiche di gioco interessantissime."
E voi avete in programma di acquistare Xenoblade Chronicles 2 al day one? Fatecelo sapere nei commenti!