Apple, Amazon e Tesla sono al centro di forti polemiche per l'utilizzo di un fornitore, Lens Technology, accusato di lavoro forzato. La scoperta è stata fatta dal Washington Post in collaborazione con il Tech Transparency Project e dipinge un quadro a tinte fosche per le tre multinazionali.
Stando a quanto scoperto, la compagnia cinese Lens Technology sfrutterebbe il lavoro della minoranza uiguri, un'etnia di religione islamica che vive nello Xinjiang , una regione del nord-ovest della Cina, perseguitata dal regime di Pechino.
Katie Paul, la direttrice di Tech Transparency, ha sottolineato come molte delle informazioni reperite fossero liberamente accessibili in rete. Quindi Apple mentirebbe quando afferma di monitorare con grande attenzione la propria catena di approvvigionamento.
Apple di suo ha risposto che in Lens Technology non ci sono lavoratori uiguri e che recentemente non c'è stato alcun trasferimento, senza però specificare se sia tra i fornitori monitorati. La casa di Cupertino, per voce di Josh Rosenstock, ha dichiarato di avere tolleranza zero per il lavoro forzato: "La ricerca della presenza di lavoro forzato fa parte di ogni valutazione sui fornitori che conduciamo, compresi i controlli a sorpresa. Queste protezioni si applicano a tutta la catena dei fornitori, indipendentemente dal tipo di lavoro e dall'ubicazione. Ogni violazione delle nostre politiche ha conseguenze immediate, compresa la possibile cessazione dell'attività."
Purtroppo però non è la prima volta che Apple viene accusata di sfruttare il lavoro forzato o, quantomeno, di incapparci. A luglio aveva negato le accuse analoghe dell'associazione umanitaria ASPI, mentre a inizio dicembre ha tagliato i rapporti con O-Film proprio per problemi di lavoro forzato. Che il problema sia rivolgersi a compagnie site in un territorio dove c'è un'altissima tolleranza verso certe pratiche?