I Chromebook sono con il tempo diventati una delle scelte principali delle scuole USA e dei genitori per il primo computer dei figli, grazie al loro prezzo solitamente molto accessibile. Nel periodo dei confinamenti da COVID-19 hanno registrato un vero e proprio boom di vendite e hanno permesso a molti studenti di seguire le lezioni da casa. Peccato che, stando a un nuovo resoconto del Public Interest Research Group (PIRG) americano, si rompano con grande facilità, creando delle grosse "pile di spazzatura elettronica".
Stando allo studio è stato verificato che molti dei Chromebook acquistati dalle scuole tre anni fa si stanno già rompendo, finendo per gravare economicamente sulle spalle della collettività.
I computer scolastici di solito vengono usati in modo abbastanza rude dagli studenti e vanno spesso riparati, ma farlo con i Chromebook ha dei costi insolitamente alti per mancanza di parti di ricambio Ad esempio, 14 su 29 parti di ricambio delle tastiere dei Chromebook di Acer risultano esaurite, mentre dieci delle 29 costano 90 dollari l'una. In un altro caso esaminato, HP fornisce solo cavetti e alimentatori come parti di ricambio, rendendo inutilizzabili i Chromebook in caso di rottura. Questi costi inattesi potrebbero far riconsiderare completamente alle scuole USA l'adozione dei Chromebook, più economici dei normali laptop solo nel breve periodo.
Altro problema sottolineato è che i Chromebook sono stati costruiti in "stato di morte", ossia che quando non ricevono più aggiornamenti del software non possono più accedere ad alcuni siti. Google fornisce otto anni di supporto ai suoi Chromebook, ma solo dalla data di lancio. Alcune scuole per risparmiare acquistano hardware vecchio di qualche anno, ma con un supporto ormai ridottissimo.
Insomma, i Chromebook non sembrano essere costruiti per durare, sia a livello hardware che software, con spesso alcuni esemplari ancora in ottimo stato castrati dalla fine del supporto software.
Il risultato è un grosso impatto ambientale di tutti gli scarti. Stando a PIRG raddoppiare la vita di tutti i Chromebook venduti nel 2020 (circa 31,8 milioni) potrebbe tagliare le emissioni di CO2 di 4,6 milioni di tonnellate, l'equivalente di togliere dalle strade per un anno 900.000 automobili. Per questo hanno chiesto a Google di allungare la vita degli aggiornamenti, di aumentare la disponibilità delle parti di ricambio e di consentire agli utenti di installare dei sistemi operativi alternativi come Linux.
In merito alla situazione, Google ci ha fatto sapere che sono a conoscenza del problema e hanno già preso le prime contromisure: "Abbiamo lavorato diligentemente con i nostri partner hardware per aumentare gli anni di supporto garantito ai Chromebook e dal 2020 forniamo otto anni di aggiornamenti automatici, rispetto ai cinque anni del 2016. Inoltre, siamo sempre al lavoro con i nostri partner produttori di dispositivi per costruire sempre più dispositivi in tutti i segmenti con materiali riciclati e certificati post-consumo, che siano più riparabili e che nel tempo utilizzino processi produttivi che riducano le emissioni. Gli aggiornamenti regolari del software dei Chromebook aggiungono nuove funzionalità e migliorano la sicurezza del dispositivo ogni quattro settimane, consentendoci di iterare continuamente l'esperienza software e garantendo al contempo che i dispositivi più vecchi continuino a funzionare in modo sicuro e affidabile fino a quando i loro limiti hardware non renderanno estremamente difficile fornire aggiornamenti."