L'impatto dei videogiochi violenti sui bambini: un nuovo studio
Dalla Swinburne University of Technology di Melbourne, in Australia, arrivano i risultati di uno studio teso a stabilire quali siano le potenzialità di impatto dei videogiochi violenti sui bambini. Soprattutto nel caso in cui si tratti di soggetti che abbiano già una tendenza verso l'aggressività. Lo studio ha coinvolto 120 soggetti di età compresa fra gli undici ed i 15 anni, provenienti da dieci scuole diverse nell'area di Melbourne. I risultati hanno rilevato che per la maggior parte dei razzini in questione non ci siano state alterazioni discernibili durante l'osservazione degli stessi, impegnati in videogiochi violenti, come ad esempio Quake II. Solamente soggetti predisposti a comportamenti neurotici o ansiosi hanno in effetti manifestato una tendenza incrementata, seppur di poco, a stati di maggiore aggressività anche alla conclusione delle sessioni di venti minuti di gioco a cui sono stati sottoposti, ma anche in quei casi non si è trattato di un assoluto. La maggior parte di loro non ha in alcun modo manifestato un aumento di comportamenti violenti, mentre in maniera insolita è stato addirittura rilevato che soggetti iperattivi siano diventati meno aggressivi, in seguito a sessioni di gioco violente. La conclusione dello studio appare in effetti come un consiglio di enorme quanto sottovalutato buon senso: imparate ad osservare, conoscere e comprendere le reazione dei vostri figli. Se avete di fronte a voi un soggetto iperattivo potreste trovarli meno aggressivi, dopo aver giocato. Nella stragrande maggioranza degli altri casi non ci sarà alcuna differenza negli stati di aggressività.