Quando Nintendo Switch fu annunciata, gli appassionati di tecnologia fine a sé stessa sentenziarono che avrebbe fatto la fine di Wii U. Lungimiranti come una goccia di benzina che si lancia nel fuoco, l'unica valutazione che avevano fatto in merito riguardava la scheda tecnica della console: possibile che una macchina così arretrata dal punto di vista tecnologico riesca a vendere in un mercato dominato da una corsa al TERAflops come quello attuale (del 2016 Ndr)?
Naturalmente si sbagliarono dato che Nintendo Switch è diventata la console di maggior successo di sempre, non solo per le vendite hardware, che sono state elevatissime, ma soprattutto per quelle software, visto che conta un altissimo numero di titoli first party che hanno superato i 10 milioni di copie vendute. La gente non ha comprato solo la console, ma anche i giochi, per quanto su altri ecosistemi ci fosse di molto meglio dal punto di vista tecnico.
Una corsa senza senso
Purtroppo gli appassionati di tecnologia fine a sé stessa non solo sono spesso poco lungimiranti, come già detto, ma a volte dimostrano di avere anche la memoria molto corta e, indovinate un po', con le voci prima e con l'annuncio dell'esistenza di una nuova console di Nintendo poi, che chiamerò Nintendo Switch 2 per comodità (non ha ancora un nome ufficiale), hanno subito iniziato a chiedere un forte avanzamento tecnologico, prevedendo disastri nel caso non vengano ascoltati.
Nintendo Switch ha dimostrato che le console sono prodotti come altri, che non vendi solo puntando alle esigenze di un certo pubblico, ma soprattutto raccontandole in un certo modo, tanto da farle entrare in sintonia con i potenziali clienti, che sono più variegati di quanto si immagini.
Parliamoci chiaro: guardando ai risultati di Xbox Series X e all'ultima mossa di Phil Spencer che è arrivato a chiudere studi prestigiosi come Arkane Austin e Tango Gameworks senza avergli dato nessuna possibilità all'interno della compagnia (finora avevano lanciato solo giochi progettati prima dell'acquisizione) e, in misura minore, di PS5, uno dei più grossi errori che Nintendo potrebbe fare (e che probabilmente non farà) sarebbe quello di correre nella stessa direzione, iniziando a parlare di ray tracing e di TERAflops invece che di videogiochi. Ciò che dovrebbe fare, invece, è di lanciare una macchina solida ma non troppo potente, in modo da rimanere nella fascia di Nintendo Switch (in relazione a Xbox One e PS4).
Una certa evoluzione tecnologica ci sarà, ovviamente, ed è la benvenuta, ma la speranza è che non sia troppo spinta, così da non andare a far lievitare ulteriormente i costi di sviluppo medi, con i risultati che tutti conosciamo, visto che nella gara a chi ce l'ha più lungo, il buffer di memoria, ovviamente, a perdere sono sempre gli sviluppatori.
Insomma, Nintendo dovrebbe proseguire il suo discorso, senza andarsi a impelagare nei discorsi attualmente fallimentari degli altri, che a forza di spingere sulla tecnologia e guardare solo a quella hanno contribuito a creare un mercato sull'orlo dell'esplosione, con le giovani generazioni che non ne vogliono sapere niente (i ragazzi stanno quasi tutti su mobile) e con il dibattito medio che non si schioda da argomenti appassionantissimi come quello dei 30 o dei 60 fps, pur magari di fronte a opere come di cui ci sarebbe molto altro da dire.