Overwatch 2 punterà a mantenere unita l'ampia community del gioco Blizzard grazie a un approccio completamente nuovo, che secondo Jeff Kaplan potrebbe cambiare il modo in cui vengono realizzati i sequel.
"Ci siamo chiesti come sarebbe dovuto essere Overwatch 2", ha detto il game director. "Ovviamente c'erano alcuni punti fermi: un'esperienza narrativa, un comparto PvE cooperativo con le Missioni Eroe, un sistema di progressione con un set di talenti, ma cos'altro?"
"Volevamo creare nuove opzioni PvP, per questo è nata la modalità Push, ma volevamo anche che potesse contare su diverse mappe e, in generale, volevamo aumentare gli scenari per tutte le modalità competitive. Ragionando sulla questione, abbiamo creato una nuova interfaccia e aggiornato il motore grafico, pensando di realizzare un vero sequel."
"A quel punto, però, abbiamo preso la decisione di non lasciare nessuno indietro", ha continuato Kaplan. "Sono sicuro che tutti abbiamo giocato con dei titoli estremamente divertenti finché non è uscito un sequel che non consentiva ai vecchi utenti di accedere ai nuovi contenuti e di conservare la progressione fatta. Una bella botta."
"Perché mai dovrebbe andar bene recare un danno ai giocatori? Non dargli nuove mappe, non consentirgli di conservare la progressione? È giusto chiamarlo sequel? Il punto è che se consentiamo a tutti di giocare potrebbero dire che si tratta solo di una nuova modalità."
"Be', non sono assolutamente d'accordo con questa interpretazione, credo che Overwatch 2 sia un sequel a tutti gli effetti, un gioco enorme. Spero che stiamo facendo la cosa giusta non solo per i nostri giocatori, magari fan del primo Overwatch a cui non interessa un nuovo episodio, ma anche per gli utenti che ricevono sequel tradizionali."
"Magari riusciremo a influenzare un po' l'industria videoludica a fare diversamente, con giochi che consentano di conservare la progressione e siano aperti ai possessori del precedente episodio."
