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Starfield è stato penalizzato dalla ricerca della verosimiglianza?

Bethesda sta cercando di convincere i più critici verso il gioco su Steam a riconsiderare la loro posizione, ma alcune delle sue tesi sono discutibili.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   28/11/2023
Starfield è stato penalizzato dalla ricerca della verosimiglianza?
Starfield
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Starfield è piaciuto a milioni di giocatori, ma ce ne sono moltissimi che lo hanno criticato per vari aspetti, in particolare per la vuotezza di molti dei più di mille pianeti esplorabili inclusi nel gioco. Così la compagnia ha deciso di prendere di petto la situazione, rispondendo a diverse critiche direttamente nelle recensioni di Stream.

Vuoti per vocazione

È verosimile che molti pianeti di Starfield siano vuoti
È verosimile che molti pianeti di Starfield siano vuoti

L'idea che ci siamo fatti leggendo vari scambi tra Bethesda e i giocatori è che Starfield sia stato in qualche modo penalizzato da un'eccessiva ricerca della verosimiglianza (che non è il realismo, badate bene) relativamente ad alcuni aspetti dell'esperienza proposta. Ad esempio quando Bethesda scrive: "Ci dispiace che non vi piaccia atterrare su pianeti diversi e che ne troviate molti vuoti. Alcuni dei pianeti di Starfield sono stati progettati per essere vuoti, ma non per questo sono noiosi", accenna a un fatto innegabile, ossia alla desolazione della maggior parte dei pianeti dell'universo. Paradossalmente i pianeti di Starfield sono fin troppo popolati rispetto alla realtà, che è molto più silenziosa e disturbante.

Il problema è però sempre lo stesso: stiamo parlando di un videogioco. È verosimile che ci siano innumerevoli pianeti vuoti nel cosmo, ma questo non rende automaticamente la cosa divertente o, peggio ancora, coinvolgente. Allo stesso tempo affermare "Quando gli astronauti andarono sulla Luna, non c'era nulla. Di certo non si sono annoiati," come fatto dalla software house delle Elder Scrolls, lascia un po' il tempo che trova, visto che stiamo parlando di un evento epocale con in ballo questioni che andavano ben oltre il divertirsi. Se è lecito ipotizzare lo stato d'animo degli astronauti sbarcati sul nostro amato satellite, essere stati i primi a toccare il suolo lunare deve essere stata un'emozione che francamente ci sembra ridicolo evocare per un videogioco, dove bastano due click per atterrare su di un qualsiasi pianeta.

Insomma, la scelta fatta da Bethesda è chiara: rappresentare una minuscola fetta di universo completamente esplorabile in modo da evocare alcune delle emozioni che si potrebbero provare andando davvero nello spazio alla ricerca di luoghi sconosciuti e manufatti misteriosi. Il problema è che la maggior parte dei videogiocatori concepisce lo spazio come quello di Star Wars, uno cioè denso di vita in cui si viaggia da un sistema a un altro nel giro di pochi minuti, popolato da frikkettoni con le spade laser e da razze aliene che sembrano uscite da una festa di carnevale in cui ha circolato fin troppo alcol. Se gli prometti mille pianeti, devi quantomeno prevedere che darglieli per la gran parte vuoti produrrà qualche lamentela, a prescindere dalla bontà o meno delle motivazioni che ti hanno spinto a realizzarli così.