Xbox Game Pass, PS Plus e gli altri abbonamenti non crescono: dopo il picco registrato fra il 2020 e il 2021, questi servizi hanno mantenuto i propri numeri in maniera stabile e con ben poche eccezioni, ha spiegato l'analista Mat Piscatella.
"La spesa per gli abbonamenti videoludici negli Stati Uniti è stata praticamente piatta per anni dopo la crescita riscontrata fra il 2020 e il 2021", ha scritto Piscatella. "Un unico boost del 12% si è verificato nel quarto trimestre del 2024 grazie all'introduzione di Call of Duty nel catalogo del Game Pass."
"Le sottoscrizioni di certo non rappresentano il futuro del gaming, sebbene potranno continuare a far parte di questo mercato", ha concluso l'analista, che si è sentito di commentare la questione dopo la notizia della rimozione di diversi titoli da PS Plus Extra e Premium.
In effetti la scelta effettuata da Sony sembra andare in controtendenza rispetto alla promessa di un catalogo stabile e in continua evoluzione, destinato ad arricchirsi anziché a impoverirsi come invece sta accadendo.
Un danno o una risorsa?
Esattamente un anno fa Microsoft ha ribadito che Xbox Game Pass è redditizio per l'azienda, ma i numeri parlano appunto di un settore fondamentalmente fermo, che sembra aver espresso tutto il proprio potenziale di crescita alcuni anni fa e da allora è rimasto immobile.
Molti immaginavano che l'avvento di Call of Duty avrebbe dato una sostanziale scossa al mercato degli abbonamenti, ma come ha spiegato Piscatella l'effetto determinato dallo sparatutto Activision è stato tutto sommato limitato.