Quando a Zaku proposero di fare il protagonista di un videogioco non stava più nella pelle. Immaginate la sua gioia nell'avere ottenuto un lavoro tanto ambito. Il nostro contava di fare la bella vita dopo aver ammazzato orde di nemici idioti impugnando armi moderne e potentissime. Oltretutto sapeva che l'impegno era minimo. Il suo collega e amico Master Chief gli aveva raccontato un giorno, sorseggiando una Vodka ghiacciata sul bordo di una piscina, dove c'era anche Lara Croft che si esercitava a fare la lagnosa per risultare più profonda nel suo prossimo gioco (sapete, questioni di 'intimidazioni fisiche ravvicinate'):
"In realtà non c'è molto da fare. Tu fingi di essere un duro tutto adrenalina, quelli ti sparano addosso proiettili giocattolo che ti fanno poco o niente e a te non resta che seccarli e andare avanti lungo quella linea curva che si chiama livello."
Zaku, non convinto dal racconto dell'amico, aveva replicato: "Sicuro che non ti fanno niente? Secondo me la fai troppo facile."
"Ma sì, prima nei videogiochi si moriva molto di più. Ora c'è l'energia che si ricarica da sola, quindi, dopo un po' di colpi ricevuti, basta metterti sotto a un sasso, darti una grattata agli zebedei e il gioco è fatto! Torni lindo e pinto! Fidati, è una pacchia! Se poi ti mettono un casco in testa non devi nemmeno sforzarti di recitare." - concluse Master Chief lanciando schizzi d'acqua con il piede contro Kratos che si era unito alla festa con il suo nuovo tanga rubato a un Teletubbies.
Il primo giorno di lavoro Zaku si presentò nel suo gioco, Okinen, con un sorriso a centotrentaquattro denti, tutti del giudizio. Quando gli venne dato il via avanzò baldanzoso lungo il corridoio iniziale, quindi, raggiunto il primo nemico gli si pose davanti con fare coatto e gli fece gesto di sparargli (sapete, voleva provare quella storia dell'energia ricaricabile).
Dopo qualche colpo il nostro si mise al sicuro e attese di ritornare in forze. Passò sei ore ad aspettare, ma niente, l'energia non risaliva. Preso dallo scoramento decise di uscire dalla sua tana e corse oltre il nemico, facendogli le boccacce durante il balzo. Peccato per lui che fini sfracellato in un baratro e perse la prima vita. A quel punto capì che c'era qualcosa che non quadrava. Fu allora che si guardò intorno e capì: era sì il protagonista di un videogioco, ma di uno di quelli fortemente retrò ispirato ai difficilissimi classici per NES. Insomma, poteva morire e ben presto avrebbe scoperto che da lì alla fine del gioco gli sarebbe capitato spesso e volentieri. "Ma porca Sara Tommasi", fu l'unica frase prodotta dal suo cervello prima che di tornare alle sue mansioni di eroe.
Nintendo presenta...
Non fatevi ingannare dai toni caricaturali dell'introduzione dell'articolo, perché in realtà descrive molto bene quello che Oniken è: un platform simil Ninja Gaiden per NES, con sequenze a bordo di veicoli, totalmente incentrato nel proporre un'esperienza di gioco più retrò possibile, con tutte le implicazioni che questo comporta.
Insomma, non aspettatevi una passeggiata di salute perché rimarrete delusi. E' difficile, dannatamente difficile, e non fa nulla per alleviare le pene del videogiocatore. Acquistandolo troverete livelli che vanno imparati a menadito e boss che per essere eliminati richiedono una buona padronanza nei controlli e la conoscenza dei loro schemi d'attacco. Zaku dispone di due armi: la sua spada laser, ispirata a Strider di Capcom, e delle granate che può raccogliere nelle casse sparse lungo i livelli. Nelle stesse è possibile trovare un potenziamento della spada e dei medikit che servono a recuperare l'energia consumata. I sei livelli che compongono il gioco sono divisi a loro volta in diversi stage. Ogni tanto capita che alle fasi platform si alternino corse a bordo di veicoli futuribili in cui bisogna evitare ostacoli eliminando nemici e, a volte, dei boss (vedi l'orso meccanico delle grotte di giaccio). Dal punto di vista del level design gli sviluppatori sono stati molto bravi e hanno disseminato le pur brevi mappe di segreti e scorciatoie, ma senza esagerare. Rimanendo sul design, vogliamo elogiare anche alcuni boss dagli schemi di attacco ben elaborati e raffinati, che ci hanno fatto sudare sette camicie per sconfiggerli. Era tanto che non ci dovevamo impegnare in questo modo su un platform.
Manca... un idraulico
Come avrete notato dalle immagini, Oniken punta su uno stile grafico particolarissimo. Non solo la grafica è completamente in pixel art, ma la palette dei colori usata è esattamente quella del NES. Il feeling complessivo farà impazzire di gioia chi ha vissuto e amato quel periodo, poiché si ritroverà a vivere un'esperienza videoludica che non avrebbe certo sfigurato sul tostapane di Nintendo.
Anche la colonna sonora è ispirata a quel periodo, con ottimi brani che magnificano la celebrazione di quel glorioso passato.
Purtroppo Oniken non è esente da difetti. Cercheremo di evitare completamente di discutere questioni di produzione, visto che stiamo parlando di un prodotto indie che costa quattro euro. Diciamo soltanto che qualche sbavatura c'è, ma non è nulla di compromettente (quindi niente grossi bug). Purtroppo non possiamo sorvolare su alcuni problemi del gameplay. Il più evidente è la poca responsività dei controlli quando bisogna eseguire alcuni colpi più precisi, per inciso quelli in salto. È richiesto un certo tempismo per saltare e lanciare una granata al momento giusto, ma a volte i risultati non arrivano anche se si è fatto tutto correttamente. In situazioni normali non è nulla di drammatico, ma nei momenti più concitati ci si fa caso. Altro problemuccio è dato dalle collisioni tra gli sprite, a volte veramente penalizzanti per il giocatore. Capita che ci si trovi con l'energia diminuita da colpi che hanno appena sfiorato il protagonista. Anche qui ci si fa l'abitudine, ma un po' di precisione in più sarebbe stata gradita per non impazzire quando bisogna compiere manovre millimetriche.
Conclusioni
Oniken è un titolo che si lascia apprezzare per quello che è: un tributo a una grande console del passato, il NES. Il gioco in sé è molto divertente e, pur con qualche difetto, è un acquisto consigliato, anche perché costa davvero poco. Ovviamente se non vi lasciate trasportare dall'anima nostalgica non percepirete la magia che traspare da ogni pixel. Be', da questo punto di vista non si può fare proprio nulla.
PRO
- Ottimo design dei livelli
- I combattimenti con i boss sono molto divertenti
- Costa poco
CONTRO
- Qualche imprecisione nei controlli
- Problemi nelle collisioni
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore: Intel Core 2 Quad Q6600
- RAM: 4 GB
- Scheda video: GeForce GTX 560 Ti OC
- Sistema operativo: Windows Vista 32 bit
Requisiti minimi
- Non conosciamo i requisiti ufficiali del gioco, che comunque non dovrebbe aver problemi a girare su qualsiasi PC acquistato da diversi anni a questa parte