E' possibile raccontare un'esperienza personale attraverso il videogioco? Nel cinema e nella letteratura, ma anche nella musica, gli esempi si sprecano, con registi, scrittori e musicisti che tentano di raccontare al proprio pubblico un pezzo della propria vita, magari per esorcizzare un trauma del proprio passato. Ma il nostro media è sufficientemente maturo per fare qualcosa di simile? I dibattiti sul riconoscere i videogame come forma d'arte si sprecano, ma arrivare a realizzare un prodotto di intrattenimento interattivo capace allo stesso tempo di avvicinare l'autore all'utente finale come solo una storia autobiografica può fare è tutta un'altra storia. Perché ci chiediamo tutto questo? Perché Papo & Yo è un esperimento (il primo?) che tenta di raggiungere proprio questo obiettivo, farci provare con mano una delle esperienze più traumatiche per un bambino, ovvero l'abuso familiare di un genitore troppo affezionato alla bottiglia.
Il Mostro dentro di noi
A mia madre, mio fratello e le mie sorelle con affetto, con i quali sono sopravvissuto al mostro che risiede in mio padre. Questo messaggio firmato dall'ideatore e capo dell'intero progetto Vander Caballero, da il via all'avventura, che vede il protagonista Quico nascosto in un armadio mentre fuori l'ombra di un mostro lo terrorizza. Un disegno fatto col gesso a forma di spirale cattura l'attenzione del protagonista che viene teletrasportato in un mondo fantastico, lontano dalle paura di casa sua, o almeno questa è la speranza iniziale. Qui il giocatore lo accompagnerà attraverso un'avventura fatta di puzzle da risolvere e piattaforme su cui saltare. Ma ancora più centrale nelle dinamiche del titolo è il rapporto tra Quico e Mostro, una grossa creatura pesante e ghiotta di noci di cocco che incontreremo presto nell'avventura e ci accompagnerà fino alla fine. La creatura sarà uno strumento da utilizzare per superare alcuni enigmi e con la quale il protagonista creerà un'amicizia molto particolare. Mostro è infatti irrimediabilmente attratto dalle rane delle quali cercherà di cibarsi ogni volta che ne avrà occasione, ma purtroppo queste fanno uscire la rabbia che c'è in lui trasformandolo in una minaccia mortale e inarrestabile. Tramite questo rapporto e ciò che rappresenta, il giocatore viene condotto per mano attraverso un'esperienza traumatica come è quella vissuta in gioventù da Caballero.
Avere un padre alcolizzato, la cui dipendenza trasforma il genitore gentile e amorevole in un mostro spaventoso, annebbiato ed incapace di ragionare o realizzare il male che sta infliggendo alla propria famiglia. Papo & Yo costruisce con grande abilità la spirale vorticosa che porta il giocatore ad affezionarsi ed allo stesso tempo ad odiare e temere Mostro, tanto buffo e innocuo nella forma pacifica, quanto capace di atti sempre più atroci mano a mano che la rabbia scatenata dalla dipendenza dalle rane va aggravandosi. Non vogliamo raccontarvi null'altro della trama per non rovinarvi proprio l'elemento che meglio di ogni altro funziona in questo titolo, ma raramente ci siamo lasciati coinvolgere così tanto, fino ad un finale che ci ha fatto commuovere come non ci era accaduto prima di fronte ad un videogioco.
Trofei PlayStation 3
Il gioco propone 10 trofei, 2 d'oro, 1 d'argento e 7 di bronzo. La maggior parte verranno sbloccati semplicemente arrivando ai titoli di coda, ma ci sono da scovare alcuni collezionabili per ottenere uno dei due trofei dorati e qualche azione un po' peculiare da effettuare per guadagnare tutti quelli di bronzo e quello d'argento.
La vita come un puzzle
L'esperienza che definiremmo quasi catartica di Papo & Yo poggia le proprie basi videoludiche su di un gameplay semplice ma ben studiato, composto da puzzle da risolvere e brevi fasi platform. Essenzialmente ogni livello sarà suddiviso in sezioni la cui uscita sarà raggiungibile solo muovendo gli oggetti dello scenario attivando diversi meccanismi. L'ambientazione scelta appare inizialmente familiare, una rappresentazione delle favelas sud americane, ma dei tratti sui muri fatti con il gesso permetteranno a Quico di manipolare quanto lo circonda, aprendo passaggi, muovendo piccole case, creando ponti di cubi volanti e così via. Gli enigmi, per quanto mai particolarmente difficili, sono ben studiati ed alcuni davvero fantasiosi, mentre Mostro da un punto di vista del gameplay non viene sfruttato più di tanto, capace unicamente di farci saltare più in alto quando addormentato balzandogli sulla pancia e di attivare dei meccanismi entrando in quadrati disegnati sul terreno. Per muoverlo potremo sfruttare la sua passione per le noci di cocco, da utilizzare come esca per spostarlo a nostro piacimento.
Inoltre presto incontreremo Lula, il robot giocattolo di Quico in grado di volare grazie ai piccoli razzi in dotazione, che potremo sfruttare per attivare dei meccanismi troppo lontani per noi o per planare qualche istante durante un salto. Il titolo purtroppo non è molto lungo, e le meccaniche proposte vengono quindi introdotte per poi non essere sfruttate fino in fondo, il che è un peccato vista l'inventiva dimostrata da Minority, il team di sviluppo. E' difficile da spiegare a parole, ma il titolo riesce con grande abilità a restituire un mondo che sembra davvero frutto della fantasia di un bambino, dove un potere magico è racchiuso in pochi tratti fatti con il gesso, capaci di materializzare una scala dove prima c'era solo un muro, mettere in pila una decina di case per poi posizionarle orizzontalmente sospese su di un precipizio e costruire così un ponte e molto altro che vi lasciamo il piacere di scoprire. Tale forza immaginifica si scontra purtroppo con alcuni problemi tecnici probabilmente dettati dal basso budget, che rovinano le fasi platform con salti tutt'altro che precisi e alcuni bug non particolarmente inficianti ma comunque fastidiosi.
Favelas magiche
La storia raccontata è tremenda, e per questo Caballero ha avvolto le tematiche in un contesto visivo fiabesco, coloratissimo, capace di farci tornare bambini. Perché il miglior modo che un ragazzino ha per affrontare la realtà è rifugiarsi nella fantasia, e Papo & Yo è proprio questo, un viaggio attraverso la fantasia di Quico, fino al confronto che purtroppo ed inevitabilmente arriverà con la propria esperienza della vita di tutti i giorni.
Il lavoro artistico fatto da Minority è di tutto rispetto, supportato dall'Unreal Engine 3, anche se tecnicamente purtroppo non mancano dei difetti. Eccezionale il comparto sonoro, in particolare le musiche, originali, avvolgenti e mai fuori contesto. L'abile compositore Brian D'Oliveira accompagna il giocatore con melodie mai troppo drammatiche né inutilmente melense, ma piuttosto crea un'atmosfera onirica con linee di chitarra e ritmiche latineggianti, armonie semplici e crescendi che sottolineano l'avvicinarsi alla risoluzione del puzzle. Il gioco non è parlato, ma i personaggi comunicano in un linguaggio incomprensibile mentre dei fumetti sintetizzano i concetti espressi. L'intento, riuscito in pieno, era quello di raccontare senza usare la parola, proprio come fatto in uno dei titoli ispiratori, ovvero ICO di Fumito Ueda.
Conclusioni
Papo & Yo è un'opera unica e in quanto tale esprimere una valutazione obbiettiva è difficilissimo. Da una parte se visto solo come un videogioco, i diversi difetti e la brevità lo etichetteremmo come titolo nella media, il classico prodotto digital delivery "carino" e poco più. Dall'altra vi è però l'incredibile atmosfera, la storia narrata e su tutti il complesso rapporto tra Quico e Mostro. Un gioco che a differenza del 99 per cento della produzione videoludica non divide il bene dal male, ma ci racconta le infinite sfumature di grigio di cui la vita è realmente composta. E così è il compagno di viaggio del protagonista, un amico irrinunciabile, capace di affetto ed allo stesso tempo di azioni atroci, per farci riflettere sull'esperienza drammatica di avere un genitore alcolizzato e violento, ma anche su come dentro ognuno di noi si possa celare un Mostro. Proprio per questo alla fine Papo & Yo merita di entrare nella vostra ludoteca, per dimostrare una volta tanto che il nostro media sa essere molto di più che esplosioni, sparatorie o donne discinte.
PRO
- Storia commovente, che non ha bisogno di parole per coinvolgere
- Relazione tra Mostro e Quico
- Puzzle fantasiosi e ben congegnati
CONTRO
- Diversi problemi tecnici
- Un po' breve